Estorsioni al fotovoltaico, arrestato il clan Buccarella. Video del Blitz

BRINDISI- Sono  le 5.30, il sole non è ancora sorto, per strada è buio quando arrivano i carabinieri nella vecchia masseria di Tuturano dove risiede Giovanni Buccarella , detto Nino Balla (85anni) e la sua compagna Vincenza Trenta (57anni). Nel silenzio della campagna li portano via, in  caserma, mentre sono in corso altre 14 esecuzioni di custodia cautelare. La Scu questa volta aveva rivolto i suoi interessi negli affari del fotovoltaico.  Anche questa volta a parlare e a svelare le attività illecite sarebbe stato il pentito mesagnese Ercole Penna che avrebbe rivelato i traffici ancora attivi della famiglia Buccarella, nonostante Salvatore fosse in carcere e il padre Giovanni ormai anziano ai domiciliari. A confermare le dichiarazioni di Penna sarebbero stati altri quattro collaboratori di giustizia.

I carabinieri di Brindisi, guidati dal maggiore Alessandro Colella, su disposizione della Dda di Lecce, hanno arrestato 16 persone tra Napoli, Benevento, Lecce, Potenza, Vibo Valentia e Pavia, alcune di queste già in carcere, ritenute affiliate al clan Buccarella, il ramo tuturanese della Scu. Tra i reati contestati quello dell’estorsioni alle aziende del fotovoltaico che in questi ultimi anni avevano investito nel territorio di Brindisi, San Pietro Vernotico, Torchiarolo e Cellino san Marco. Le richieste non erano solo di denaro ma anche e soprattutto di imposizione dei lavoratori e della guardiania.  Presi di mira sette imprenditori locali e uno di Messina, accertati almeno dieci episodi tra estorsioni e tentativi di estorsione. Le indagini condotte dal nucleo investigativo dei carabinieri di Brindisi hanno interessato il periodo che va da dicembre 2009 a giugno 2010. Fondamentali sono state le intercettazioni, in particolare quelle registrate all’interno di due autovetture. Secondo gli investigatori ruolo di spicco nell’organizzazione lo avrebbero avuto due donne, la moglie di Salvatore Buccarella Antonia Caliandro (56 anni) e della compagna di Giovanni Buccarella Vincenza Trenta.  Ma in manette è finito anche Angelo Buccarella di 34 anni, la terza generazione della famiglia.  Lo scopo era quello di recuperare soldi per il mantenimento di alcuni affiliati, delle famiglie dei detenuti e per garantire il pagamento degli avvocati.  Nelle sue dichiarazioni Penna racconta che l’attività illecita dei Buccarella sarebbe ripartita con la scarcerazione nel 2009 di Francesco Campana, mesagnese vicino al clan Rogoli che a sua volta si riappacifica con il gruppo di Tuturano. Il procuratore capo della Dda di Lecce Cataldo in conferenza stampa ha sottolineato come nel 2009 cambia l’atteggiamento e il modo di rapportarsi tra i due diversi clan, tra Mesagne e Tuturano. “La Scu cambia strategia- spiega Motta- C’è una riappacificazione tra i due clan, cercano consenso sociale e capiscono che non devono farsi la guerra. D’altronde Mesagne era rimasta isolata negli ultimi tempi. Campana si avvicina a Buccarella. Tanto che a natale scorso fuori dal carcere di Lecce si fanno esplodere dei fuochi d’artificio che confermano questo stato di riappacificazione tra tutti i detenuti. Un augurio per tutti”. Salvatore avrebbe così continuato ad operare dal carcere,  senza più il regime del 41 bis, che gli è stato revocato cinque anni fa, all’esterno per lui ci sarebbe stata la moglie.

Le indagini sono partite dopo l’arresto  (nel 2010) in flagranza di reato di Cosimo Giardino Fai e Giovanni Buccarella. Il primo è stato sorpreso mentre cercava di incassare, su disposizione di Buccarella, circa 18 mila euro alla ditta Eds, come prima rata di una richiesta estorsiva. Entrambi sono stati condannati con rito abbreviato, Fai a otto anni e  sei mesi di reclusione, mentre Giovanni Buccarella a otto anni, da scontare ai domiciliari visto l’età. L’attività investigativa ha portato ad accertare anche i rapporti esistenti tra alcuni imprenditori e la stessa associazione criminale. Le ordinanza di custodia cautelare oltre alla famiglia Buccarella e a due delle loro consorti, sono state eseguite nei confronti di Francesco Campana, Cosimo Giardino Fai, Claudio Bagordo, Domenico D’Agnano, Angelo Demitri, Gabriele Giannone, Cosimo Nigro, Raffaele Renna, Antonio Stabile e Cosimo Talò. I reati contestati vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsioni, al danneggiamento. Reati aggravati dal metodo mafioso.

 

Lucia Portolano

 

 

Video blitz

Riprese e montaggio di Rocco Caliandro

 

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