Gli avvocati dell’infermiere sospeso: “Faremo ricorso, non può fare il vaccino perchè malato”

BRINDISI – Gli avvocati dell’infermiere sospeso per non aver fatto il vaccino anti Covid annunciano ricorso. Riceviamo e pubblichiamo la loro replica.

In relazione al caso dell’operatore sanitario, della ASL di Brindisi, sospeso dal lavoro ieri 18 maggio senza retribuzione, a causa della mancata vaccinazione contro il Covid-19, gli Avvocati Marcello Apollonio e Maria D’Oria,  quali procuratori dell’ operatore sanitario di Brindisi, colpito dal provvedimento, espongono quanto segue:

 La difesa dell’ operatore, colpito  dal recente provvedimento  di sospensione, da parte della Asl di Brindisi,  aveva  avuto, il 6 maggio un colloquio con la Direzione Generale nella figura dell’avv. Alfredo Perricci, in un ‘ottica di collaborazione e mediazione, al fine di evidenziare le gravissime condizioni di salute   in  cui si trovano alcuni operatori sanitari per i quali la vaccinazione avrebbe comportato rischi, in ossequio alla legge, ovvero secondo quanto previsto dall’art. 4 del d.l. 44/2021, su soggetti affetti da patologie.

 A seguito del colloquio è stata nostra cura comunicare con la Direzione Generale via Pec evidenziando la patologia del nostro Assistito.

La Direzione Generale, con nota del 13.05,2021,a firma  del Dott. Pasqualone,  ha, quindi, richiesto certificazione medica del medico di medicina generale, affermando testualmente: “In riferimento alla Sua nota del 6.5.2021, prodotta in nome e per conto dei sottoelencati assistiti: …omissis…al fine di consentire l’adozione dei consequenziali adempimenti di cui al D.L. 44/2021, art. 4, si richiede di produrre, per ciascuno degli assistiti, come previsto dal comma 1, attestazione del medico di medicina generale che riporti la sussistenza di specifiche condizioni cliniche documentate” per le quali la vaccinazione non sia più da ritenersi obbligatoria, ovvero potrebbe essere omessa o differita, per accertato pericolo della salute “.

Il giorno successivo è stata nostra cura inviare, come richiesto, il certificato del medico di base unitamente a documentazione clinica comprovante la grave patologia che affligge il nostro Assistito. La risposta di Asl Brindisi nella persona del Dott. Pasqualone è stata quella di sospenderlo senza stipendio , con  provvedimento immotivato, ampiamente discrezionale e in violazione della legge, lasciando il lavoratore senza mezzi di sussistenza benché impossibilitato a vaccinarsi, peraltro definito, apoditticamente, “novax”.

E ciò, benché il lavoratore, avesse prodotto, come previsto dall’art. 4 del d.l. 44/2021,  adeguata certificazione medica.

Si tratta dello stesso operatore sanitario che, come tanti suoi colleghi, durante la pandemia, ha lavorato incessantemente, peraltro, nella fase iniziale, senza dispositivi di protezione. Si tratta degli stessi sanitari che in  quella fase sono stati definiti eroi e ora sono messi alla gogna da un sistema punitivo e in violazione di diritti fondamentali.

Non può non stigmatizzarsi il comportamento della  Asl di  Brindisi per le gravissime violazioni della privacy e dei diritti dei lavoratori ,che hanno subito ferie forzate ingiustamente, e sono stati messi letteralmente sul banco degli imputati sol per aver chiesto di esercitare un loro diritto.

Per tali violazioni gli operatori sanitari faranno  valere i loro diritti nelle opportune sedi.

Non è irrilevante, inoltre, sottolineare il tentativo di gogna mediatica a cui si vorrebbe venissero sottoposti i lavoratori colpiti da provvedimenti ingiusti e illegittimi nonostante fosse in corso un’interlocuzione tra la loro difesa e l’Azienda”.

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