I giovani avvocati in carcere per parlare coi detenuti di lavoro e famiglia

BRINDISI – La Corte Europea dei diritti dell’Uomo ha giudicato, con la sentenza dell’otto gennaio 2013, quella nota come “sentenza Torreggiani”, le condizioni dei detenuti italiani una violazione degli standard minimi di vivibilità che determina una situazione di vita degradante. La “tirata d’orecchi” della Corte di Strasburgo, che costituisce una pesante condanna nei confronti dell’Italia e del suo sistema penitenziario, ha contribuito a rinvigorire il dibattito sulla questione, invitando a un ripensamento del paradigma della pena che, così com’è, raramente assume quella funzione riabilitativa che si propone di avere, ad esempio, nei principi della nostra Costituzione.

incontro aiga carcere6Due degli aspetti che più influiscono sulla qualità del tempo passato dietro le sbarre sono stati l’argomento di discussione del convegno promosso e organizzato dall’Aiga, l’associazione italiana giovani avvocati, tenutosi nella cappella della casa circondariale di Brindisi, venerdì pomeriggio. I temi passati in rassegna dai relatori, il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Lecce, Silvia Maria Dominioni, il direttore del carcere di Brindisi, Anna Maria Dello Preite, il presidente della Camera Penale di Brindisi, Marcello Falcone, e il presidente dell’associazione “Terre di Puglia – Libera terra”, Alessandro Leo, sono stati la famiglia e il lavoro dietro le sbarre. L’idea di affrontare in carcere, anche alla presenza di un piccolo gruppo di detenuti, questo tipo di argomenti è venuta a un comitato scientifico interno all’associazione composto dal presidente provinciale, Nadia Albanese, dal vicepresidente, Giuseppe Bagnulo, e dall’ex presidente, Domenico Attanasi.

incontro aiga carcere5«”Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni”. Così diceva Fëdor Dostoevskij. Se lo scrittore fosse vissuto ai tempi nostri, in Italia, non avrebbe certamente una buona opinione del nostro popolo». Il direttore Dello Preite scomoda, addirittura, il grande scrittore per fotografare una situazione che lei, meglio di tutti, conosce in prima persona. «Uno degli aspetti per cui la Corte Europea ci ha condannati – spiega – è il sovraffollamento. A Brindisi, fortunatamente, non soffriamo più di tanto questo problema, garantendo almeno gli standard minimi che prevedono 3 metri quadri a disposizione di ogni detenuto. I problemi, qui, per i 183 detenuti ristretti, sono altri. La mancanza di strutture dove poter impiegare il tempo in maniera costruttiva, ad esempio, è uno dei maggiori». Nonostante ciò, ha precisato il direttore, a Brindisi si sta cercando, attraverso attività e laboratori, di cambiare l’inerzia di chi passa in cella anche 22 ore al giorno.

incontro aiga carcere3«Qualche passo, dal pronunciamento della Corte Europea, è stato fatto – spiega il presidente del Tribunale di Sorveglianza – Abbiamo ancora un altro anno per incrementare questi progressi. Il lavoro e la famiglia, temi al centro di questo incontro, possono dare una svolta all’esperienza carceraria. Bisogna pensare, infatti, che, se si riesce a declinare questi due aspetti fondamentali della vita di ogni uomo, la possibilità di una recidiva criminale si abbassa sensibilmente: è inutile puntare al risultato immediato, la detenzione domiciliare o la scarcerazione, se non si sono create le basi per un effettivo reinserimento nella società. Questo obiettivo è raggiungibile, ad esempio, se si riesce, già dal carcere, a ottenere un lavoro, anche a titolo gratuito, e se vengono preservati in maniera sana i rapporti famigliari, specie quelli con i figli».

incontro aiga carcere2A Marcello   Falcone è toccato il compito di dare i giusti consigli ai giovani colleghi, come una sorta di fratello maggiore saggio e molto esperto. «La mia esperienza professionale è costellata da aneddoti ed episodi che traducono a dovere la deontologia e i problemi cui un avvocato va incontro nel rapporto di necessaria fiducia col proprio cliente e coi suoi famigliari». Alessandro Leo, invece, ha chiesto scusa ai detenuti presenti per l’esclusività di giudizio con cui, spesso, la società guarda ai carcerati come a dei marchiati a vita, senza possibilità di recupero. «Vi devo le mie scuse più sincere. Non è giusto assolutizzare la figura del detenuto come l’eterno colpevole. Abbiamo molta strada da fare in questa direzione. Possiamo farla insieme». C’erano anche una decina di detenuti ad ascoltare le relazioni degli ospiti del convegno promosso dall’Aiga, venerdì pomeriggio, nella cappella della casa circondariale di Brindisi.

incontro aiga carcere1I carcerati sono stati ringraziati dal presidente del Tribunale di Sorveglianza di Lecce, Silvia Maria Dominioni. «Non è da tutti sciropparsi, in un caldo pomeriggio d’estate, un convegno di questo genere». I detenuti hanno dimostrato interesse alle tesi esposte, intervenendo a margine dei lavori per portare la propria esperienza diretta sui temi affrontati. «Sono un geometra e tra poco prenderò servizio, grazie all’articolo 21, presso il museo provinciale di Brindisi dove è necessaria la manutenzione». L’articolo citato permette di “assumere” i detenuti in enti, associazioni e aziende per iniziare già da dentro il percorso per il reinserimento. «La Provincia – ha spiegato il direttore del carcere, Anna Maria Dello Preite – si è dimostrata subito recettiva. Il Comune, invece, è stato freddo, non raccogliendo quest’opportunità».

Maurizio Distante

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