Il “Giorgi” ricorda le stragi di mafia del 1992

BRINDISI-   Trent’anni dopo, su Capaci e via d’Amelio crediamo di sapere tutto: esecutori, mandanti e moventi, ma permangono ancora misteri irrisolti degli attentati ai magistrati Falcone e Borsellino ed alle rispettive scorte. Per non dimenticare quegli eroi, per capire la realtà ancora presente e pressante oggi, l’Istituto “Giovanni Giorgi” conclude il percorso di Educazione alla Legalità seguito nel corso dell’a.s. 2021/22 con un incontro –dibattito con l’obiettivo di sensibilizzare le giovani generazioni alla cultura della legalità, stimolando una coscienza civica.

     Interverranno il procuratore capo della Repubblica, Antonio De Donno, l’Assessore alla legalità del Comune di Brindisi, Mauro Masiello, il referente del Presidio Libera, Valerio D’Amici, alla presenza del Comandante provinciale di Brindisi, Colonnello Piergiorgio Vanni, del Capitano Giovanni Lanciano, reparto pronto impiego guardia di Finanza Brindisi, della signora Danila Fiusco, vedova del finanziere scelto Antonio Sottile.

     La lotta alla mafia dev’essere innanzitutto considerato un movimento culturale che abitui tutti a sentire e ad interiorizzare i valori di legalità/lealtà , dignità delle persone e di giustizia sociale e che si opponga alla vergogna dell’indifferenza, della complicità, del compromesso morale. La mafia è, purtroppo, ancora un problema, che si è evoluto, lasciando l’amaro ricordo delle stragi per operare ora in modo più silente, soprattutto tramite la finanza e l’economia. E’, quindi, un pericolo infiltrato nel nostro Paese, che minaccia costantemente la democrazia, la cultura, le scuole. Ed è proprio dalle scuole che bisogna partire per non cadere nelle reti mafiose e per divenire noi stessi azione e testimonianza di legalità. La mafia uccide. Il silenzio ancor di più

BrindisiOggi

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