Incendio alla villetta a Mesagne, domani l’autopsia su Scarfone

MESAGNE – Incendio alla villetta a Mesagne, domani l’autopsia su Scarfone.

Si svolgerà domani intorno alle 12 l’autopsia sui resti di Dominique Scarfone, unica vittima dell’incendio avvenuto mercoledì scorso in contrada Tagliata, a Mesagne. Ad appiccare il fuoco insieme a lui, il suo coinquilino, Girolamo Gullace, 25enne accusato di incendio aggravato dalla morte di Scarfone.

Durante l’esame autoptico, sarà presente anche un medico vicino alla famiglia di Scarfone, come hanno richiesto ed incendio villetta mesagne 2ottenuto alcuni suoi familiari giunti a Mesagne per il riconoscimento del cadavere. I parenti della vittima, peraltro, hanno dovuto affrontare un già difficile momento, come quello del riconoscimento della salma, ritrovandosi difronte ad un corpo impacchettato da grandi teli di plastica e chiuso con lunghi pezzi di nastro da pacchi e isolante.

Il corpo di Scarfone (Giuseppe Messe)
Il corpo di Scarfone (Giuseppe Messe)

La vittima, Dominique Scarfone, 44 anni, era all’interno della villetta che affittava da tempo dal proprietario, Maurizio Tanzarella, autotrasportatore mesagnese da tempo residente a Parma. Per gli inquirenti, nella notte tra il 23 e il 24 giugno, Scarfone e Gullace, entrambi di Rosarno, avevano deciso di appiccare un incendio all’interno della villetta. Una volta raccolti i propri effetti personali, hanno cosparso gli arredi con circa 20 litri di liquido infiammabile in modo da accelerare l’incendio. Ma qualcosa deve essere andato storto e Dominique Scarfone ha dovuto ripararsi in bagno, non riuscendo a salvarsi, a differenza di Gullace, che ha poi chiamato i soccorsi.

La vicenda, però, non è del tutto chiarita: perché Scarfone in persona, nato in Francia ma residente a Modena, era giunto a Mesagne per incendiare la villetta dalla quale era stato sfrattato? Perché non passare le consegne ad un’altra persona ed evitare di restare coinvolto? Tocca ora alla Squadra Mobile far luce sulla presenza a Mesagne di Scarfone, nome noto a Rosarno e in Emilia Romagna perché coinvolto in un’inchiesta sul racket del videopoker, oltre che per i suoi precedenti per usura.

Agnese Poci

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