La denuncia della Cgil con il primario: “A rischio la chiusura di Pneumologia al Perrino, siano presi i medici dalla guarduatoria”

BRINDISI – A rischio la chiusura del reparto e servizio di Pneumologia a causa della carenza di medici. La denuncia arriva dalla FP CGIL della dirigenza medica e sanitaria, a firma del primario Eugenio Sabato, del dottor Luca Ghezzani e del segretario FP Pancrazio Tedesco. La dirigenza denuncia con forza, all’opinione pubblica, il rischio di imminente di chiusura di reparti e servizi, ad alta intensità di cura, a causa dell’assolutamente inadeguato numero di medici in servizio, in alcuni reparti più che in altri. “Il caso eclatante della pneumologia brindisina che dal 1 novembre  scenderà dagli attuali sette a cinque dirigenti medici – spiegano – un numero del tutto insufficiente a garantire i LEA, considerato che nove è la quantità minima di medici necessari in tale Unità operativa  per consentire sia l’assistenza dei pazienti ricoverati (molto spesso sottoposti a ventilazione meccanica, soprattutto in questo periodo di emergenza pandemica da SARS COV-2, e, quindi, di fatto, non solo ad alta complessità, ma anche necessitanti di elevata intensità di monitoraggio e cure) con una copertura h24 in presenza sia l’attività ambulatoriale. Una quantità minima, non a caso, prevista dal contratto integrativo aziendale, ma non perseguita con sufficiente tenacia dall’amministrazione dell’ASLBR, per questo reparto, nonostante vi sia una graduatoria utilizzabile che, anzi, stando alle voci provenienti dalla stanza dei bottoni dell’azienda brindisina – aggiungono – potrebbe essere “concessa” ad altre ASL”.

Questo esiguo numero di medici, che, beninteso, attanaglia e accomuna molti reparti del Perrino in prima linea nella lotta alle conseguenze della diffusione del COVID-19 (Pronto Soccorso, Pneumologia, Anestesia e Rianimazione) e che oramai, purtroppo, si è estesa  anche a reparti fondamentali per la risposta ai traumi (Chirurgia Plastica e Centro Grandi Ustionati, Centro Trasfusionale, Neurochirurgia, Ortopedia, sia brindisina sia francavillese), da un lato mette in serio pericolo i pazienti e riduce la risposta alla domanda di salute al di sotto dei LEA (con sospensione degli ambulatori, riduzione degli interventi diagnostico-terapeutici, riduzione degli interventi chirurgi, etc. con conseguente allungamento delle liste di attesa aggravato dalla necessità di fronteggiare le urgenze emergenze determinate anche da questo stesso allungamento) dall’altro lede la libertà e la dignità, non solo professionale, ma proprio esistenziale dei lavoratori che l’articolo 36 della Costituzione tutela nella parte in cui sancisce «Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi». Invero, nella pneumologia brindisina (come, d’altra parte, in tutti i suddetti reparti) risulta difficilissimo se non addirittura impossibile per i lavoratori dirigenti medici poter usufruire del riposo settimanale (alias recupero del turno festivo) e di un congruo numero di giorni di ferie estive. In taluni casi è ormai prassi consolidata raggruppare in modo irrazionale ed arbitrario le giornate di riposo concedendole anche dopo lunghi periodi di lavoro o addirittura in unico contesto di tempo: esattamente il contrario di quanto deve ricavarsi dalla Costituzione, come statuito anche da risalenti sentenze della Corte Costituzionale (150 del 1967 al punto 2 del Considerato in Diritto, 146 del 1971 al punto 2 e 3 del Considerato in Diritto, in cui, peraltro, veniva statuito sia l’infungibilità di tali riposi settimanali sia il carattere periodico sia la loro non sovrapponibilità con le ferie) e normate sia all’articolo 2109 del Codice Civile sia negli artt. 9 del D. Lgs 66/2003 e 41 della Legge 113/2008,  in applicazione delle direttive del parlamento europeo e del consiglio 4 novembre 2003, 2003/88/CE.

Accuse durissime dei rappresentanti sindacali contro la Asl : “La scarsa attenzione e solerzia mostrata nell’attivazione ed espletamento delle procedure di reclutamento di medici, per questi reparti rispetto ad altri, portano a ritenere che l’attuale management ASLBR sia stato “motivato” a sovvertire la relazione tra lavoro, rapporti di produzione e logica del profitto sottesa dal citato Articolo 36 della Costituzione: negli ultimi tre anni, l’ASLBR, a fronte di copiose emorragie di personale medico (per pensionamenti, trasferimenti, aspettative per maternità, per motivi di studio, per legge 104, etc.) ha assunto una misera manciata di medici nei suddetti reparti (zero assunzioni per alcune UOC, uno o due per altre), scaricando sulle spalle e sulla psiche dei medici in servizio, sul loro senso di appartenenza ai reparti e sul loro senso di responsabilità, l’onere di garantire il diritto di cui all’articolo 32, a tutti i costi, ossia, in questi casi, a costo di sacrificare il proprio diritto al riposo settimanale e, con esso, alla piena tutela del proprio diritto alla salute: rendendo inevitabile un esecrabile quanto inutile conflitto tra interessi legittimi, che in una ASL, votata al benessere organizzativo e con esso alla qualità delle prestazioni sanitarie, non dovrebbe sussistere. Prove ulteriori di questo sovvertimento della relazione tra lavoro, rapporti di produzione e logica del profitto sottesa dalla norma costituzionale, ne siano sia la più volte citata questione della remunerazione del turno di guardia festiva (attualmente riconosciuta solo ai dirigenti che rimangano in servizio per almeno dodici ore nella domenica, dopo aver lavorato continuativamente nei sei giorni precedenti) sia la organizzazione dei turni di guardia e pronta disponibilità che in taluni reparti costringe i medici a lavorare e/o ad essere a disposizione del datore di lavoro per oltre 48 ore consecutive. Quale attrattività può avere un ospedale in cui, evidentemente, la situazione descritta concorre a determinare non solo fenomeni discriminatori tra dirigenti appartenenti a diverse discipline, ma anche una spirale negativa, che si avvita verso il fondo sostenuta dalla frustrazione di quell’insieme di motivazioni, aspirazioni e relazioni professionali che dovrebbero, al contrario, concorrere al miglioramento continuo della qualità delle prestazioni sanitarie? Anzi, al contrario, produce fenomeni di malessere organizzativo, stress lavoro correlato, burn-out, rallentamento dei processi di diagnosi e cura, esubero di ore, etc”.

Il sindacato chiede  che l’ASLBR utilizzi al più presto possibile, ed in modo pieno, le graduatorie concorsuali disponibili per l’assunzione di medici nei reparti che versano nelle gravi condizioni descritte sopra prima di “concederne” l’uso ad altre ASL.

 

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