Ospedale fuori norma, al Perrino manca il certificato prevenzione incendi

BRINDISI- Se dovesse verificarsi un incendio al piano terra dell’ospedale Perrino, nell’ingresso successivo al quello del Pronto Soccorso non ci sarebbe possibilità di spegnerlo dall’interno. Qualcuno ha pensato bene di portare via la manichetta e la lancia dall’idrante posizionato sulla parete, proprio quelle che permettono di distribuire  e diffondere  l’acqua (vedi foto). Tolte, sradicate, e nonostante questo nessuno le ha sostituire. Dalle segnalazione di alcuni cittadini emerge che questo non è l’unico idrante all’interno dell’ospedale sprovvisto degli elementi fondamentali ed essenziali per funzionare.

Scavando nei sistemi di sicurezza di quello che è considerato l’ospedale di eccellenza si scopre però che a mancare non  sono soli gli idranti, ma la struttura è sprovvista del certificato prevenzione incendi che la legge obbliga dal lontano 1982.

 Proprio così, il Perrino non è dotato del certificato che viene rilasciato dai vigili del fuoco con  il quale si assicurano gli standard minimi di prevenzione contro gli incendi. In realtà la struttura non è messa male, ci sono diverse vie di fuga, scale anti incendio, ma manca il documento che certifichi la regolarità. Nessuno dall’ufficio tecnico della Asl lo ha mai richiesto, alcune opere non sono state  mai terminate, mancherebbe  anche delle autorizzazioni. Quindi, ottenere il documento allo stato attuale sarebbe difficile.

  In passato era stato rilasciato un certificato temporaneo per solo una parte dell’ospedale, ormai scaduto da tempo. Per  ottenere l’importante documento è necessario che una volta completati i lavori questi vengano controllati con un  sopralluogo dei pompieri che devono autorizzare il rilascio del certificato. Qualche anno fa il problema venne a galla per l’installazione della Pet-Tac, in quella circostanza i problemi furono in qualche maniera superati, ma a distanza di 30 anni dalla costruzione del grande edificio la normativa non è stata tutta rispettata.

In poche parole la struttura non sarebbe totalmente a norma, e anche se lo fosse non c’è un atto che lo certifichi.

Lucia Portolano

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