Quindici ore su una barella per un posto letto, odissea di un 54enne in Pronto soccorso

BRINDISI – Quindici ore al Pronto soccorso dell’ospedale Antonio Perrino di Brindisi. La denuncia di un figlio che ha portato il padre in ospedale per una gastroscopia urgente, ma solo il mattino successivo, dopo circa 15 ore di attesa in barella al pronto soccorso, il 54enne finalmente ha il posto letto.

Un post scritto sulla pagina facebook. Un racconto lungo e dettagliato dove Marco Mancini, un ragazzo di Fasano, ha segnalato ciò che è avvenuto a lui e suo padre durante le ore di attesa nel Pronto soccorso del nosocomio brindisino.

“Sono le 22.50 (è la sera del 17 agosto ndr). Sono entrato in ospedale con mio padre alle 18.32. Prima di venire qui, al Perrino a Brindisi, siamo stati al PTA di Fasano. «Meglio Ostuni, no forse Monopoli». «Ma a Monopoli ci fanno casino se mandiamo i vascolari, meglio di no». «Ma non hanno gastroscopia d’urgenza lì. Ma sì andiamo ad Ostuni. No, Brindisi», e nel tragitto decidono Brindisi (Marco si riferisce agli operatori ndr). Sembrava impossibile ma alla fine sappiamo almeno dove andare. Un giro di bottiglia, due dita incrociate e vai che almeno sappiamo dove”.

In ambulanza, il padre di Marco viene trasportato da Fasano all’ospedale Perrino di Brindisi.

“Mio padre – continua il ragazzo – ha un codice giallo per aver più di una volta, prima di arrivare al pronto soccorso, vomitato sangue. C’è una sala d’attesa piena di codici verdi, un paio di codici bianchi e fortunatamente all’arrivo nessun codice rosso. I pazienti sono tutti in barella, una sala di barelle, non li conto, non si contano. Mio padre ha sete, non posso dargli dell’acqua, non posso senza chiedere ad un medico. «È dalle due e mezzo che mia sorella è qui, adesso sono le 19 e 20, ma vi rendete conto che sono cinque ore che non respira per i dolori?» inveisce una signora contro un infermiere. Sono qui in vacanza, dicono, sono venuti a vedere la Puglia e forse una colica renale gli ha rovinato tutti i piani”.

“Non riesco a fare a meno di notare le numerose barelle una vicina l’altra, qualche parente seduto a terra ed altri che sostano dove non dovrebbero. «Signora – dice la responsabile dell’accettazione – dia una mano per il trasporto di suo marito in chirurgia». «Io?» chiede lei. «Si lei, signora. Altrimenti ci tocca aspettare. Noi abbiamo solo 3 barellisti e voi siete 80». Non credo alle mie orecchie, non ci voglio credere. Non ci credo, sono preoccupato per mio padre, come ognuno di loro è preoccupato per il proprio padre, figlio, fratello, fidanzato, marito o amico”.

“Vedo gente litigare con gli operatori sanitari, e infermieri urlarsi tra di loro. Ad un certo punto sorrido, penso a quanto possa essere vero tutto ciò. Ho avuto la fortuna in vita mia di visitare il Pronto Soccorso del Perrino di Brindisi, una sola volta. Tutto ciò, io, non lo avevo mai visto. Questa guerra tra poveri, io, non l’avevo mai vista. Questa impazienza tra i pazienti, io, non potevo immaginarla. Sono trascorse quasi 5 ore da quando siamo qui, mio padre ha un codice giallo, ma sono in arrivo due codici rossi. La guardia giurata fa sgombrare la zona antistante la sala emergenze. «Signora, mia moglie sta per vomitare – dice lui, un uomo sulla settantina – datemi qualcosa». Gli danno una traversa e un “faccia fare qui”. Provo pena per loro, per i pazienti, gli infermieri, gli operatori, i medici tutti”.

“Loro sono pochi e gli altri sono tanti. Le barelle sono poche e la gente è tanta. Mi siedo accanto a mio padre, sono le 23.05 adesso, ed ho trovato il modo di passare un po’ il tempo. Mi sono messo a scrivervi di questa mezza giornata al Perrino di Brindisi. Sono seduto a terra, mio padre sulla barella, ed un signore seduto su una sedia mi fissa. Mentre ho la testa piegata sul telefono, mi sento toccare la spalla: «Vieni che ci sediamo insieme, ce la dividiamo» mi dice quell’uomo che mi fissava. Gli sorrido, mi sorride. Adesso la guerra tra poveri è meno guerra. In questa battaglia contro il tempo, c’è ancora umanità”. «Mancini, suo padre potremmo portarlo a Lecce. Lì abbiamo una gastroscopia d’urgenza» gli dice un medico.

“Io non so chi abbia ridotto la sanità di questa regione a questa situazione. Non so come si è arrivati a tutto questo. Non so come sia possibile che un cittadino, per una gastroscopia d’urgenza, debba fare almeno cento chilometri da casa sua e varie soste intermedie per arrivarci. Ma so che è qualcuno che, probabilmente, non ha mai trascorso mezza giornata in questa sala d’attesa. «Mancini, questi sono gli esami di papà». Arrivo, finisco di vomitare pure io un po’ di rabbia e arrivo. Comunque qualcuno che prima o poi, a tutte queste attese, dovrà dare delle risposte”.

Termina così il racconto-denuncia di un figlio dopo quindici ore nella sala d’attesa del pronto soccorso e suo padre in barella. Solo questa mattina (18 agosto) intorno alle 11 al pensionato è stato ricoverato.

Mar.De.Mi.

3 Commenti

  1. “CARO” direttore generale ASL BR, ma di che cosa stiamo parlando?
    Ma lei si rende conto minimamente dei disagi atroci che, sia le persone/pazienti e i loro familiari, sono costretti ad affrontare e sopportare in situazioni analoghe, a quella citata dal Sig.re di Fasano, ogni giorno dell’anno, ormai, e in qualsiasi pronto soccorso della Ns. provincia ci si trovi ad aver bisogno? La verità che il sistema sanitario da Noi è al collasso totale, e non la dia a bere a nessuno, per favore, che con un piccolo ampliamento del P.S. del Perrino, vuole risolvere tutte le necessità di una intera Provincia, mi creda non siamo così stupidi da pensare ciò, abbia rispetto di noialtri poveracci. Le posso tranquillamente affermare tutto ciò, avendo vissuto, sulla propria pelle, l’estate scorsa, tali trattamenti disumani, al limite della tortura vera e propria, sia fisica che psicologica, nei vari punti di primo intervento e pronto soccorso di Ceglie M., Ostuni e Francavilla F. Per cui tutte le sue o di chiunque altro, belle intenzioni sulla soluzione di tutti i mali, a quello che ormai sta accadendo da molto tempo, con vari e gravissime conseguenze per Noi utenti, mi dispiace molto, non rappresenta l’ampliamento del P.S. del solo Perrino. Quindi siete “TUTTI”, voi addetti ai lavori, pregati di trovare le “SOLUZIONI” a questo “D I S A S T R O”!!!!!!!! GRAZIE……..

  2. Diciamola tutta e colpa di chi gestisce e chi emana comandi che nemmeno lui sa la responsabilità…..poi c sono i medici di partito che bisognava cacciarli…….. e poi alla mano mano

  3. Siamo consapevoli delle criticità strutturali del nostro ospedale e dei problemi organizzativi che aumentano soprattutto nel periodo estivo a causa del maggiore afflusso di utenza, ma vogliamo comunicare che l’Azienda sta facendo il possibile per risolverli. I lavori di ampliamento del Pronto Soccorso del Perrino sono stati già avviati e dovrebbero terminare entro il mese di ottobre. Dopo la conclusione dei lavori anche il personale sarà potenziato con un nuovo modello organizzativo al vaglio degli Uffici Regionali e delle Organizzazioni Sindacali Mediche. Ci scusiamo davvero per quanto accaduto, anche con tutte le altre persone che hanno subito e subiranno ancora per non molto lunghe attese nei momenti di maggiore afflusso. Un ringraziamento è dovuto a tutto il personale sanitario che lavora con abnegazione e responsabilità assicurando le migliori cure. Giuseppe Pasqualone – Direttore Generale ASL BR

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*