Versavano le acque reflue nel condotto di raccolta della sansa, opificio nei guai

OSTUNI- Versavano le acque reflue nel condotto di raccolta della sansa, opificio nei guai.  Prosegue su tutto il territorio provinciale la campagna di controlli, disposta dal Gruppo Carabinieri Forestale di Brindisi, sul rispetto delle norme a tutela dell’ ambiente da parte dei frantoi oleari.

In particolare, sull’ eventuale riutilizzo delle acque di lavaggio delle olive, di vegetazione da molitura e delle sanse, disciplinati come sottoprodotti della lavorazione se conformi alle disposizioni della legge n. 574 del 1996 e del Regolamento Regionale n. 27 del 2007, ovvero rientranti nella generale disciplina dei rifiuti (Testo Unico Ambientale – Decreto legislativo 152 del 2006).

Questa volta, i militari della Stazione Forestale di Ostuni hanno accertato che un opificio della “Città Bianca” non aveva realizzato un piazzale per la raccolta delle acque superficiali, bensì le stesse venivano convogliate, attraverso una tubazione, in una cisterna sotterranea, predisposta per l’ accumulo di sanse e acque di lavaggio delle olive.

Le sanse venivano quindi recapitate ad un sansificio della zona, mentre le acque di lavaggio e di vegetazione riutilizzate attraverso spandimento in terreni agricoli circostanti, per il miglioramento della struttura del suolo, dietro prescritta comunicazione attestante la sussistenza di requisiti fisici indicati dalla legge.

Tuttavia, il fatto che tali sottoprodotti fossero “inquinati” dalle acque provenienti dalla superficie esterna, di natura non certificata, ha qualificato tutto il contenuto della cisterna come rifiuti, peraltro non caratterizzati, smaltiti nel tempo con modalità difformi.

Pertanto, al titolare del frantoio, A.L. di anni 40, è stato contestato il reato di gestione illecita di rifiuti (raccolta, trasporto e smaltimento) ai sensi dell’ art. 256, comma 1, del Testo Unico Ambientale, con deferimento alla Procura della Repubblica di Brindisi.

BrindisiOggi

 

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