La chiusura della centrale potrebbe slittare: “Serve una grande mobilitazione, Rossi faccia la voce grossa”

BRINDISI – La chiusura della centrale termoelettrica di Cerano entro il 31 dicembre del 2025 rischia di slittare. Enel ha annunciato  di voler impugnare tale decisione prevista nella strategia energetica nazionale approvata dal governo di centrosinistra.  Il presidente della Commissiona Ambiente alla Regione Puglia Pino Romano chiede al sindaco Rossi di fare la voce grossa con il governo e di opporsi. “E’ accaduto in passato con la centrale di Brindisi Nord, trasferita da Enel ad Eurogen e poi ad Edipower, sino al “fine corsa” con A2A- afferma Romano – Tempistiche, anche in quel caso, completamente disattese, con la produzione andata avanti senza le auspicate garanzie ambientali. Ed ancora oggi i tentativi di continuare ad utilizzare quel sito per finalità differenti da quelle portuali sono ancora molto forti.
Tutto questo potrebbe ripetersi anche a Cerano, dove l’Enel comincia a venire allo scoperto, facendo intendere di non essere poi così d’accordo sull’ipotesi di cancellare l’utilizzo di carbone alla fine del 2025”.

Romano precisa che quella scadenza – in termini industriali – è praticamente arrivata e si corre il rischio di vivere questi ultimi anni in un clima di incertezza e avendo ancora in piedi un chiaro ricatto occupazionale. “Dopo un silenzio apparente durato tanti mesi – continua il consigliere regionale – adesso l’Enel ha tirato fuori la testa dalla sabbia, ammonendo tutti a non dare per scontato che il termine del 2025 sarà rispettato. E se ha parlato così evidentemente qualcuno le sta garantendo una sorta di protezione. Del resto, con un governo a “due anime”, una delle quali dice “Tav si” e l’altra “Tav no” (e lo stesso discorso vale anche per tante altre opere pubbliche strategiche per il Paese), non ci sarebbe da meravigliarsi se si rimettesse in discussione anche il futuro della centrale di Cerano. Ma questa volta in ballo c’è la salute di decine di migliaia di persone, costrette a convivere da decenni con la combustione del carbone e non più disposte a mettere a repentaglio la vita di tanta gente”
“Questo termine non deve essere negoziabile – precisa Romano – L’Enel metta in cantiere programmi alternativi, ma dal 31 dicembre del 2025 il carbone dovrà essere solo un ricordo per Brindisi. Il sindaco di Brindisi Riccardo Rossi bene ha fatto a convocare un primo tavolo istituzionale per giungere alla sottoscrizione di una sorta di “Patto per il Territorio” e quindi per dialogare in maniera compatta con il Governo regionale e con quello nazionale. Ma la vicenda-Cerano merita anche azioni più forti. Occorre, insomma, una mobilitazione di piazza a tutela della nostra salute e per un diverso sviluppo del territorio. In questo, ben venga un ruolo attivo di Enel, ma i dirigenti della società elettrica sappiano che questa volta non servirà scatenare la solita guerra tra poveri, barattando il mantenimento di posti di lavoro con scadenze non più mantenute per la chiusura della centrale.
Sono certo che proprio il sindaco Rossi – da militante storico del movimento “No al carbone” – saprà mettere in campo tutte le azioni a tutela del nostro territorio. Così come sono certo che la Regione Puglia, con il Presidente Emiliano, saprà tradurre in azioni estremamente incisive la volontà di ‘decarbonizzare’ anche il territorio brindisino”.

BrindisiOggi

1 Commento

  1. La salute è importante anche per noi che ci lavoriamo per queste centrali, purtroppo però ci troviamo in questa situazione per le scelte fatte dai politici molti anni fa, quando si è puntato sull’industria, quando invece il nostro è un territorio che deve puntare sul turismo, l’agricoltura e l’artigianato. Ora dopo aver procurato il problema, la stessa politica vuole toglierci il lavoro. Questo era un problema che bisognava affrontare molto tempo prima, non si può dare una scadenza se non si ha la certezza di ricollocare tutti i lavoratori. Quando, faccio un giro sulla costa, mi viene da piangere, possibile che i politici, invece di pensare di far chiudere una delle fonti di reddito della città, non capiscono che è sulla costa che devono puntare? Possibile che non capiscono, una volta per tutte, che bisogna investire nella riqualificazione della costa? Ad ogni campagna elettorale, sento che qualcuno lo mette nel programma, ma alla fine nessuno fa nulla. I nostri figli dovranno sempre accontentarsi di essere dipendenti da qualcuno o finalmente, potranno pensare di buttarsi in qualche attività privata sulla costa o al centro della città? Siamo gestiti da anni da persone che vengono da fuori città, e meno male che ci sono, possibile che non riusciamo a creare una realtà da noi? La nostra è una città bellissima con un potenziale ancora nostro sfruttato. Quante città hanno l’aeroporto a un minuto dalla costa e dagli eventuali villaggi turistici che si potrebbero creare. Ma lo sapete che molti turisti alloggiano nei b&b della città perché nel salento non trovano più posto e la mattina si spostano con le auto’ Questi turisti non si potrebbero far rimanere in città sistemando la costa e dando loro una alternativa?
    Fino a quando non si capiranno queste cose, continueremo a parlare di figli che vanno via dalla città, di negozi che chiudono e di quando da Brindisi partivano 15 navi per la Grecia.

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