BRINDISI- Avrebbero dato una lezione a quell’uomo perché aveva una relazione con una minorenne che era anche incinta. Lo zio della ragazza si era rivolto a loro, perché accadeva così, loro erano sensibili alle sollecitazioni della gente, la proteggevano e in cambio ottenevano copertura. E poi quell’uomo in passato avrebbe intrattenuto una relazione con la compagna di Massimo Pasimeni. Questi i motivi alla base dell’omicidio di Giancarlo Salati, il mesagnese picchiato a sangue il 16 giugno 2009 e morto dopo un giorno. Per la pubblica accusa, sostenuta dai pm Alberto Santacatterina e Valeria Farina Valaori, lo avrebbe fatto uccidere Massimo Pasimeni (piccolo dente) ,che avrebbe dato mandato a Ercole Penna (linu lu biondu) che a sua volta avrebbe dato mandato a Francesco Gravina, (gabibbo). Questi poi avrebbe incaricato Vito Stano e Cosimo Guarini ad eseguire il fatto. Gli ultimi tre a luglio 2013 sono stati condannati in abbreviato, 30 anni per Gravina e Stano, e 10 anni a Cosimo Guarini che nel frattempo si era pentito.
La questione è ancora aperta per Massimo Pasimeni, ritenuto dai pm il boss della Scu mesagnese, e Ercole Penna il collaboratore di giustizia, che con le sue dichiarazioni ha portato all’arresto di numerosi affiliati. Questa mattina presso il tribunale di Brindisi i pm Santacatterina e Farina Valaori hanno tenuto la requisitoria: chiesto l’ergastolo per Pasimeni e 9 anni a Penna.
Fondamentale nell’inchiesta la testimonianza del collaboratore di giustizia. E’ stato proprio lui a raccontare le ragioni dell’omicidio, e a fare i nomi. Al contrario Pasimeni ha sempre negato.
Un lungo intervento quello dei due pubblici ministeri. Valeria Farina Valaori ha puntualmente fatto riferimento ai fatti, ai tabulati telefonici, le dichiarazioni di Penna si incastravano con gli elementi raccolti nel lungo lavoro fatto dalla procura. Alberto Santacatterina si è soffermato sul sistema di omertà, sulle ragioni che avrebbero spinto al gesto.
Il prossimo 11 dicembre toccherà alla difesa intervenire, sarà la volta dei legali degli imputati, di Penna e Pasimeni, quest’ultimo difeso dagli avvocati Marcello Falcone e Rosanna Saracino. Poi la sentenza.
Lucia Portolano
Commenta per primo