I docenti brindisini scrivono a Profumo: “Da lei non ce lo saremmo aspettato”

BRINDISI-I professori di Brindisi degli istituti superiori, (Industriale Majorana, Pedagocico Palumbo, IPSSAR  di Ceglie Messapica, Nautico Carnaro Ipssar  di Brindisi, IPSIA Ferraris di Brindisi),scrivono una lunga lettera al ministro “ingegnere”, a chi secondo loro avrebbe dovuto tutelare “i luoghi del sapere”,  la scuola, i suoi insegnanti e i suoi studenti. Una lunga lettera aperta indirizzata al ministro dell’Istruzione  Francesco Profumo. Vi pubblichiamo integralmente il contenuto.“ Un anno fa, alla Sua designazione a membro del Governo Monti, molti di noi insegnanti hanno gioito. Finalmente, si commentava, un uomo di cultura che certamente avrebbe compreso il disagio e le difficoltà che, da tempo, tormentano la scuola italiana. Era, cioè, il ‘tecnico’ illuminato che, in un Governo di Professori, avrebbe ridato dignità alla categoria degli insegnanti, ridefinendone il ruolo professionale e sociale.

     A distanza di un anno, nessuno di noi vive più felicemente di prima, anzi. E’, forse, colpa della crisi economica e qualcuno deve pagare, ci siamo detti. Abbiamo così chinato il capo e accettato, con rassegnazione, ogni manovra finanziaria del Governo Tecnico.

     E’ risaputo che la categoria degli insegnanti è poco combattiva e con bassa autostima: conseguentemente, quando bisogna risparmiare, diviene facile bersaglio. Anche i più quieti, però, a volte, possono alzare la testa e dire ‘basta’!

     Sicuramente, sig. Ministro, è a conoscenza del nostro stupore all’inaspettata notizia mattutina di un aumento delle ore settimanali d’insegnamento da diciotto a ventiquattro. Da non credere, perché quelle diciotto ore assorbono energie e tolgono lucidità a qualsiasi insegnante che lavora con amore e altruismo. Se la nostra professionalità deve essere distillata per i meno bravi e dilatata per gli eccellenti, se la nostra sensibilità deve guidare a non considerare nessuno ‘ultimo’ ma semmai unico, se questa, in definitiva, è l’essenza del nostro lavoro, allora provi Lei, signor Ministro, a lavorare in una scuola per più di diciotto ore settimanali.

     Per fortuna, quella malsana idea è rientrata, ma in molti temono che, prima o poi, altri la riprendano: è troppo allettante l’idea di un risparmio facile a danno di una categoria fragile, troppo qualunquistica la reputazione che rende gli insegnanti dei lavoratori con scarso impegno e con troppe vacanze. Per le esigenze di mercato, purtroppo, il sacrificio lo si pone a carico degli insegnanti che devono, ovviamente, (cor)rispondere per non essere tacciati di tanti vizi e di poche virtù.

     Paradossalmente, il Presidente del Consiglio ha provveduto, di persona, a dimostrare quanto i nostri timori siano fondati. Ospite di Fazio nella trasmissione televisiva “Che tempo che fa”, alla domanda circa il rapporto turbolento tra Governo ed Insegnanti, ha affermato di aver trovato  in alcune sfere del personale della scuola grande spirito conservatore, grande indisponibilità a fare 2 ore (ma non erano sei?) in più settimanali. E ancora dopo ha affermato che i corporativismi spesso usano anche i giovani per perpetuarsi, per non adeguarsi ad un mondo più moderno. Per Monti strumentalizziamo, per Berlusconi inculcavamo. Ad entrambi un ringraziamento per la stima.

     Il presidente Mario Monti, in assenza di contraddittorio, ha, pertanto, liquidato la questione con una ‘battuta’. Di contro, gli insegnanti della scuola pubblica avrebbero tanto da dire e da chiedere se fosse data loro pari opportunità.

     Lo stesso presidente Monti ha indicato Lei, signor Ministro, quale “miglior Rettore d’Italia”. Sia consentita questa volta, una semplice considerazione: essere il miglior Rettore d’Italia non comporta, necessariamente, essere un buon Ministro… Lei non nel momento in cui le Sue scelte sono finalizzate soltanto a dannose sforbiciate e a nient’altro. Sforbiciate che non toccano  la scuola privata, la quale viene finanziata con un contributo aggiuntivo di 223 milioni di euro. A suo dire, questo tipo di scuola fa risparmiare fior di quattrini allo Stato (quindi va anche premiata con  l’esenzione dal pagamento dell’IMU!). Questo è “un assurdo”.

     Cosa dire, poi, della suggestiva ed eccitante contraddizione tra la volontà di reclutare docenti giovani e preparati tramite concorso (contestato appena bandito) e la contestuale restrizione delle cattedre? Questo modo di operare, poco rispettoso della vita degli altri, non è altro che uno dei connotati della politica italiana alla quale pensavamo che Lei non avrebbe prestato il fianco.

     Signor Ministro visiti le scuole (tutte, da nord a sud), incontri i dirigenti, i docenti, i collaboratori scolastici: chieda del loro duro lavoro quotidiano; del bisogno, sulle cattedre, di disinteressata passione; della corale istanza, da parte di genitori e alunni, di professionalità e responsabilità; del raggiungimento di concreti risultati. Soltanto così, potrebbe ingegnarsi – come da Lei stesso auspicato – per una Scuola di qualità che garantisca ai nostri ragazzi un livello di preparazione tale da competere con i coetanei di tutta Europa.

     Per essere, quindi, all’altezza dell’Europa, si dovrebbe lavorare di più? Perché non si lavora già abbastanza? Rimugina anche lei sulle “troppe vacanze” e sulla ‘lauta’ retribuzione rispetto a quello che produciamo?

    La scuola italiana, e Brindisi non costituisce un’eccezione, semmai la presenza di alcune realtà particolarmente virtuose lo confermano, è affidata solo al lavoro degli insegnanti che spesso non è solo quello dell’insegnante. Tutti, infatti, sanno bene come la scuola sia la cartina di tornasole di tanti, troppi problemi sociali e di come gli insegnanti siano lasciati soli nell’ affrontarli.

     Nonostante gli stipendi miserabili, molti insegnanti, per una maggiore personale formazione, viaggiano per l’Europa confrontandosi con colleghi francesi, sloveni, tedeschi, austriaci, danesi, etc.. A fronte di tali esperienze, Le assicuriamo, sig. Ministro, che la questione ‘scuola straniera’, se affrontata nel verso giusto, andrebbe a discapito di quella italiana in quanto, altrove, gli insegnanti sono ben retribuiti perché meglio considerati e, per di più, operano in scuole attrezzate, concepite per la ricezione della musica, dell’arte, della cultura in generale… scuole che godono di spazi e luoghi ricreativi, di palestre, di verde e di mense; di aule con annesse biblioteche e di laboratori per il lavoro individuale dei docenti. Tanto perché quei Governi credono nella scuola e nei giovani per cui i relativi costi non sono intesi come spesa, ma come come utile, vantaggioso investimento.

     Al contrario, in Italia, i vari Governi avvicendatisi nel tempo, si son occupati di ben altro riservando alla Scuola il piacere d’essere considerata sempre la prima della …classe alla quale chiedere sacrifici per salvare le finanze dello Stato. Nessun confronto, quindi è possibile, con altre Scuole europee. Se, poi, si vuole, per forza, sostenere un paragone, facciamolo, ma onestamente, non in un’occasione meschina come quella di dover racimolare un po’ di soldi.

      Ancora, sig. Ministro. Lei punta molto sull’introduzione delle tecnologie come strumento indispensabile per raggiungere una più avanzata preparazione. In tal  senso il Suo Ministero si muove, come, del resto, già, sciaguratamente, si adoperava al tempo della Gelmini. Siamo convinti che il digitale sia il ‘futuro’ e che, se sfruttato  rettamente, possa dare molto. Non è, ad ogni modo, la tecnologia il toccasana della scuola italiana. Senza una sincera, solidale stima degli insegnanti non ci può essere una scuola che vanti dignità; senza il riconoscimento del ruolo sociale e professionale dell’insegnante la scuola italiana è destinata a ritrovarsi ancora più in basso. Per questo motivo, affiora il legittimo bisogno di dare maggiore visibilità a tutto il lavoro sommerso effettuandolo nel globale ambiente di lavoro della scuola. Pensi, sig. Ministro, alla preparazione e alla correzione dei compiti, alla predisposizione della lezione per il giorno dopo, alla pianificazione del lavoro settimanale o mensile, ai ‘collegi’, ai consigli di classe, alle riunioni di dipartimento, ai colloqui con i genitori, allo sportello didattico, ai ‘progetti’ e a molto altro ancora. Aggiunga, ancora, sig. Ministro, l’aggiornamento annuale, ovviamente a spese del Ministero e non a nostro carico, come lo è tuttora.  Ma se tutto questo lavoro dovessimo svolgerlo eslusivamente a scuola, non è possibile non parlare di come dovrebbe essere l’ambiente di lavoro.  Sono da prevedere spazi adeguati e postazioni informatiche per ogni insegnante, luoghi freschi d’estate e caldi d’inverno e molto altro ancora.

Molto cambierebbe a cominciare dallo stipendio. Lo stipendio medio di un professore di scuola secondaria superiore in Italia dopo quindici anni di insegnamento è di 27.500 euro lordi annui. Un insegnante tedesco, allo stesso livello di carriera, guadagna 45.000 euro all’anno  Non faccia quindi paragoni con i nostri colleghi europei, non Le conviene, sotto nessun punto di vista. E’ tutto. Meglio, per sincerità, parte di tutto. In attesa di una cordiale, positiva risposta da indirizzare all’intera e trepidante categoria degli insegnanti, si porgono distinti saluti unitamente ad un leale augurio di buon lavoro.

Firmato

Maria De Mauro, Anna Intini, Giovanna Zito, Rosalba Guadalupi, Laura Congedo, Silvia Camon, Giacometta Silvestri, Maria Giuseppa Montanaro, La Torre Angela, Maria Teresa Coluccia, Giovanni Miccoli, Giuseppe Fiorentino, Silvia Argentiero, Rita Basso, Annamaria Romanelli, Derio Colucci, Rosanna Fiorentino, Riccardo Colella, Daniela Pisanelli, Vita D’Oria, Alessandro Zonno, Franca Spedicati, A. Rita Giordano, Maria Rosaria Leone, Vita Maria Fortunato, Daniela De Marco, Maria Fino, Fabia Catanzaro, Giordano Rini, Michele De Filippis, Vita Scatigno, Massimo Carrozzo, Marianna Frascaro, Camisa Luigi, Maria Antonietta Calò,Giuseppa Fina, Valentina Marotta, Rosalia Intorre, Elio Convertini, Maria Antonietta Moccia, Erika Ranfoni, Rosamaria Pezzuto, Stefania Scialpi, Anna Di Giulio, Anna Dora Presta, Annamaria Pati, Dolores Micelli, Roberto Mazzei, Giuseppa Epifani, Rosa Memmola, Oronza Leone, Alessandra Altavilla, Maurizio Brunetti, Renato Gatto, Karina Belzer, Anna Carriero, Antonella Trisciuzzi, Francesca Giaffreda, Cosima Rubino, Ginevra Brancaforte, Franco Verrienti, Annamaria Di Maio, Giovanna Di Mauro, Maria Lucia Molbiazzo, Sabina Bombacigno, Corrado Cifarelli, Antonia Conversano, Leopoldo Poso , Maddalena Binetti, Isabella De Iuliis, Maria Elisa Sivestro, Teodoro Galluccio, Anna Maria Bevilacqua, Maria Vincenza Lodeserto, Iolanda Romanelli, Fabiana Anfonso, Antonio Gizzi, Giacomo Carito, Carlo Ciracì, Giulia Frattini, Angelo Fullone, Donato Siciliano, Concetta Luperto, Maria Carmela De Nitto, Francesca Mastro, Stefania Antonaci, Maria Paola Pizzi Vita Concetta Prete, Clemente Libera, Maria Grazia Lacorte, Antonio Bellarosa, Luigia Putignano, Marcella Pinza, Irene Esposito, Antonio Cardone, Serena Elia, Agostino Cavallo, Salvatore Ugenti, Eugenio esposito, Mariantonella Delfini, Gloria Ester Locorotondo, Antonio Mazzotta, Dario Zanzariello, Antonio GiovaneVito Ruggero, Giovanni Turco, Lucia Leone, Donatella Punzi, Gianfranco Specchia, Luciana Iurleo, Annamaria Cito, Marialucia Carrone, Grazia Lacorte, Teresa Fitto, Pasquale Varese, Vincenza Attorre, Pasquale Stoppa, Loredana Delsordo, Luigi Schena, Giovanni Cazzato, Maria Bellanova, Giuseppe Del Vecchio, Lorenzo Stefanizzi, Antonella Bianco, Aurelio Scalpello. Rosaria Piccolo, Rossella Sion, Pietro Talamo, Giovanna Serio, Antonella Tufano, Giuseppe Santoro, Diana Manca, Orlando De Giorgi, Annamaria Martonucci, Antonio De Matteis, Ruggero Blasi, Maria Rosaria Capodieci, Rossella Musca Carmine D’Avanzo, Giuliana Briganti, Maria Flavia Merico, De Luca Cristina, Daniela Roncaccioli, Silvia Papadia, Saverio Martina, Guido De Ronzi, Paola Bruno, Vincenzo Coppolino, Daniela Donadei, Ausilia Vergine, Sabrina Scuro, Anna Maceri, Rosanna Carrozzo, Rita Memmola, Gisella Gioia, Luigi Colucci, Tiziana Gravili, Luigi Colelli, Maria A. Carricato, Lucia Pignatelli, Stefania Anzilli, Vita Brandi, Maria Protino, Maria Leone, Maria Gatti, Maria Tina Urso, Giovanni Merola, Anna Taveri, Patrizia Taveri, Vincenzo Legrottaglie, Maurizio Cioccaro, Lara D’Amore, Giuseppina Colucci, Valeria Catania, Maria Pia Zannoni, Marina Barracchia.

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