BRINDISI-Dimostrare l’esistenza dell’aggravante di terrorismo. E su questo che si è concentrata la pubblica accusa, nella settima udienza del processo contro Giovanni Vantaggiato, l’imprenditore di Copertino reo confesso della strage alla scuola Morvillo Falcone. Il processo va spedito, in una sola settimana si sono tenute due udienze, si tratta solo di ricostruire il tutto, e quello che farà la differenza è solo il riconoscimento dell’aggravante di terrorismo, sulla colpevolezza di Vantaggiato non ci sono dubbi, visto la sua confessione. Interessanti saranno le intercettazioni ambientali, dopo che il suo legale Franco Orlando ha chiesto la perizia psichiatrica.
Oggi chiamati a deporre al banco dei testimoni gli investigatori che per primi si sono recati quel 19 maggio scorso sul luogo dell’attentato, hanno descritto le conseguenze e le reazioni in città e nella provincia nelle ore successive all’esplosione. Il primo chiamato a testimoniare è stato Francesco Barnaba, allora dirigente della Squadra Mobile di Brindisi. “Arrivai subito sul posto-racconta Barnaba– era una scena mediorientale. Mai visto qualcosa del genere in 20 anni di servizio. Non escludemmo nulla, dalla criminalità organizzata, al terrorismo anarchico insurrezionalista, alla crisi in Grecia. Le indagini seguirono queste piste. Nei giorni successivi c’è stato allarme sociale, un clima di paura in questura arrivavano le segnalazioni di altre bomba nelle scuole”.
A confermare il clima di paura tra la gente, ma soprattutto dei genitori dei ragazzi che frequentavano le diverse scuole anche il dirigente della Digos di Brindisi Vincenzo Zingaro. “Giungevano in questura varie segnalazioni, venivano direttamente i genitori- afferma Zingaro- la nostra attenzione in un primo momento si è concentrata su alcuni stranieri che erano a Brindisi, abbiamo monitorato gli studenti del Morvillo-Falcone e persone a loro vicine. Abbiamo acquisito le liste dei passeggeri per l’Albania e la Grecia, circa 600 con esito tutto negativo. Abbiamo estrapolato il traffico telefonico della mattina del 19 maggio agganciato alla cella della scuola, compreso le chiamate arrivate al 118”.
Sulle ore immediatamente dopo l’attentato ha testimoniato anche il Maggiore dei carabinieri Alessandro Colella, comandante del Nucleo radio operativo di Brindisi i suoi uomini hanno provveduto a bonificare le scuole della provincia. Il pm Guglielmo Cataldi in aula ha colto l’occasione per ringraziare ufficialmente gli uomini della questura di Brindisi e i carabinieri per l’eccezionale lavoro svolto.
Nuovamente assente all’udienza Cosimo Parato, che avrebbe dovuto testimoniare questa mattina sull’attentato di cui è stato vittima nel febbraio 2008 a Torre Santa Susanna, organizzato dallo stesso Vantaggiato. La testimonianza di Parato, difeso dall’avvocato Raffaele Missere, è prevista ora nell’udienza del 28 febbraio. Vantaggiato in questo processo deve rispondere anche del tentato omicidio a Parato, l’episodio di Torre Santa Susanna e la bomba alla Morvillo-Falcone sono stati unificati in un solo processo, nonostante il difensore di Parato avesse chiesto lo stralcio della posizione del suo assistito, richiesta rigettata. La storia dell’imprenditore di Torre Santa Susanna sino a questo momento nel processo è stata marginale, nonostante tutto sia partito proprio dal febbraio 2008, e a quell’episodio che si vuole collegare anche la strage alla scuola. Ma allora le indagine non furono approfondite, tanto che il caso fu archiviato, per tornare a galla 4 anni dopo.
Nell’udienza del 14 marzo potrebbero invece essere pronte( la scadenza del perito è stata fissate per il 12 marzo), le trascrizioni delle intercettazioni in carcere tra Vantaggiato e la moglie, subito dopo sarà ascoltato l’imputato.
Lucia Portolano
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