
BRINDISI- La Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, nell’ambito di una strutturata attività d’indagine condotta con la Squadra Mobile di Brindisi e con la SISCO di Lecce, ancora in corso, ha emesso un decreto di fermo a carico di 4 esponenti, 2 dei quali ai vertici della frangia storica dei “tuturanesi” della Sacra Corona Unita, gravemente indiziati, a vario titolo, del reato di associazione di tipo mafioso, per due dei quali aggravata dall’averlo commesso in regime di semilibertà, nonché per una tentata estorsione aggravata dall’appartenenza alla Sacra Corona Unita, dalle più persone riunite, dall’agevolazione di associazione mafiosa e dal metodo mafioso, che avrebbero effettuato ai danni di un imprenditore agricolo cui è stato imposto il pagamento di una somma di denaro pari a 3.000,00 euro ed il versamento di una somma pari a 150,00 euro mensili per la guardiania e per poter svolgere la propria attività economica sul territorio controllato dal clan, sotto la minaccia di danneggiare la vasta piantagione di noci realizzata in agro di Tuturano (BR).
L’adozione del provvedimento precautelare si è reso necessario a causa della forte fibrillazione che le invasive attività di intercettazione hanno evidenziato nelle ultime settimane tra gli esponenti del clan, capeggiato dallo storico boss, e gli esponenti più giovani della frangia tuturanese della Sacra Corona Unita.
Le attività di intercettazione hanno, infatti, permesso di accertare dapprima una serie di summit tra gli odierni fermati nel corso dei quali gli stessi, in attuazione dell’obiettivo di rinvigorire l’azione dello storico clan nella prospettiva del pieno ritorno in libertà del capo storico e del suo fedele sodale, di recente ammessi al regime della semilibertà, non solo discutevano delle attività illecite che avevano già intrapreso tra cui, in particolare estorsioni ai danni di imprenditori, ma pianificavano azioni punitive e ritorsive nei confronti di un soggetto ritenuto referente della frangia dei giovani tuturanesi, libero sul territorio, a cui contestavano di non aver mai contribuito al sostentamento in carcere del vertici della organizzazione, di avere rivendicato indebitamente il ruolo di referente della Sacra Corona Unita per Tuturano, disconoscendo la leadership degli storici vertici e, infine, di essere il mandante dell’incendio ai danni del Domus Café di Tuturano, accaduto l’8 gennaio 2025. Da ultimo, nei giorni immediatamente antecedenti all’adozione del fermo, veniva accertato lo svolgimento di un incontro che gli indagati hanno avuto direttamente con il soggetto ritenuto esponente del clan contrapposto, nel corso del quale essi in modo esplicito paventavano di intraprendere un guerra su Tuturano per ristabilire l’egemonia dello storico clan contro le spinte autonomiste delle giovani leve della sacra corona unita, anche ricorrendo ad azioni omicidiarie.
Alla luce delle recentissime evidenze investigative, considerato che la segnalazione ai competenti uffici di sorveglianza delle condotte poste in essere dai detenuti, ammessi al regime della semilibertà, avrebbe determinato una discovery delle indagini con il concreto e attuale pericolo che gli indagati potessero darsi alla fuga, ritenuto inoltre che, attesa la elevata pericolosità sociale degli indagati, due dei quali già condannati per omicidio consumato nel contesto di dinamiche conflittuali all’interno della Sacra Corona Unita, questi avrebbero certamente potuto portare a compimento le paventate azioni omicidiarie con conseguenti gravi rischi per la pubblica incolumità, sottraendosi alle prevedibili conseguenze giudiziarie, la Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce ha, pertanto, emesso un decreto di fermo che personale della Squadra Mobile di Brindisi e della SISCO di Lecce ha eseguito nella mattinata odierna tra Tuturano, Brindisi e Napoli con l’impiego di oltre 50 uomini.
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