
BRINDISI- Tre migranti morti in pochi giorni, la Comunità Africana: “Dignità per chi lavora”. Dopo la morte del 27enne guineano trovato cadavere in un casolare e altri due migranti deceduti, uno nel sonno e l’altro suicida, la Comunità Africana accende i fari sulle condizioni di degrado in cui vivono i migranti che lavorano nel nostro paese.

Il Presidente Drissa Kone e il Vice Presidente Osadolor della Comunità Africana di Brindisi, che già in passato erano stati sul posto a verificare le condizioni di vita degli abitanti e le loro necessità, per poter dare un sostegno robe antigeli e cibo, ritornavano in quel luogo a seguito dell’evento tragico, per constatare ancora una volta le condizioni di vita disumane degli occupanti l’edificio. Proprio per questa presenza della Comunità Africana Saidou si era rivolto al nostro Sportello Informativo Migranti nella sede ANPI di Brindisi, dove il consulente legale, con gli altri volontari, si era attivato per aiutarlo a regolarizzare la sua posizione amministrativa.
La Comunità Africana tutta rilancia nuovamente e con la forza che il caso richiede, un appello accorato alle istituzioni, ma anche in particolar modo ai sindacati, che fino a quando non interverranno con soluzioni concrete e adeguate, saranno responsabili di tutte le persone che muoiono in condizioni così disperate e inumane, in cui sono costretti a vivere perché, pur avendo un regolare contratto di lavoro, viene loro negata la possibilità di affittare un’abitazione dignitosa. Situazioni inaccettabili, rese ancora più dolorose dal non poter conoscere le ragioni della morte, in assenza di indagini più approfondite. La sepoltura di “2PAC” del Ghana e di Toure Saidou, decisa senza un’autopsia, infatti, ha sorpreso non poco, considerando che entrambi hanno comunque avuto contatti con altre persone.
BrindisiOggi
Commenta per primo