Multiservizi, Oggiano: “Ecco perchè Consales non vuole Arigliano”

INTERVENTO/ Esprimo solidarietà e comprensione all’uomo Mimmo Consales per il particolare momento personale che sta attraversando e ritengo, sinceramente, che le sue non lucide prese di posizione sulla vicenda Brindisi Multiservizi vadano “fuori strada” non tanto per colpe sue proprie (?), quanto per effetto di quei “cattivi consiglieri e consulenti” (!) dai quali lo stesso Sindaco dovrebbe pretendere maggiore perizia ed efficienza ed, in caso di infruttuoso riscontro, adottare le opportune contromisure.

Ma veniamo al dunque!

Perché l’attuale Amministratore Unico, avv. Francesco Arigliano, dovrebbe essere sfiduciato?

perché annuncia limminente avvio di azioni giudiziarie a tutela della Società pur avendo dichiarato di aver rinunciato agli effetti dei decreti ingiuntivi emessi nei confronti dellAmministrazione Comunale?

in proposito ritengo che sia vile e fuorviante attribuire ad Arigliano la responsabilità di “… minare la stabilità del bilancio comunale costringendo i cittadini di Brindisi a pagare un sostanzioso aumento delle tasse comunali ed a rinunciare a servizi basilari (mensa scolastica, trasporto alunni, servizi sociali, ecc.) ”, per il sol fatto di aver osato porre in campo ogni azione finalizzata alla tutela della integrità patrimoniale della Società anche nella prospettiva di renderla solvibile nei confronti dei creditori sociali (Erario, Inps, Inail, lavoratori, fornitori): tanto nel pieno rispetto dei ruoli e dei principi di correttezza e trasparenza caratterizzanti il rapporto tra l’Amministratore Unico ed il Socio Unico che lo ha designato;

peraltro, non va tralasciato di considerare che il rapporto fiduciario che lega l’Amministratore al Socio Unico deve necessariamente soggiacere ai limiti imposti dalle norme di legge che non possono essere travalicati per alcuna ragione, né può esonerare l’Amministratore dall’obbligo giuridico di tutelare le ragioni vantate dalla Società anche nell’ipotesi estrema volta a far accertare il “conflitto d’interessi in capo al socio unico-Comune di Brindisi” nella delibera dell’assemblea dei soci di approvazione del bilancio 2012.

Al riguardo, è notorio che, nonostante la volontà manifestata dal socio unico di trasformazione dei crediti in perdite nel bilancio 2012 supportata dalle contestazioni mosse dai competenti dirigenti comunali avverso le pretese creditorie di BMS srl, persiste una falla nel percorso amministrativo seguito dal Comune di Brindisi laddove sono stati ignorati dati incontestabili circa la sussistenza di nitide ragioni di credito in favore della società rivenienti dal concreto attuarsi del rapporto contrattuale, dai bilanci d’esercizio ’09, ’10 e ’11, già approvati con riconoscimento di crediti per circa € 2.800.000,00, nonché dei decreti ingiuntivi emessi dal tribunale di Brindisi che, seppur allo stato rinunziati, attestano profili di rilevante fondatezza dei crediti tanto da esser stata concessa la provvisoria esecuzione (circostanza quest’ultima, tra l’altro, assai rara e significativa dato l’importo rilevante del credito ingiunto per circa € 3.500.000,00 nonché la natura di Pubblica Amministrazione rivestita dal debitore).

Risulta, d’altro canto, che lo stesso amministratore ha comunicato al Comune che la doverosa iniziativa giudiziaria riveste, in ogni caso, elemento di garanzia a tutela della società e dello stesso socio unico pubblico potendo, quindi, essere abbandonata in presenza di auspicabili soluzioni transattive.

Sotto diverso profilo, poi, qualcuno avrebbe dovuto spiegare al sindaco Consales (e qui ritornano i “cattivi consiglieri e consulenti”) che sul piano giuridico la rinunzia ad un atto giudiziario (nel nostro caso trattasi appunto dei tre ricorsi per decreto ingiuntivo) è cosa ben diversa dalla rinunzia all’azione o al diritto fatto valere e la cui tutela giudiziaria può comunque essere nuovamente invocata.

Ma in ogni caso mi chiedo e chiedo a chi legge: può mai esser sfiduciato un amministratore che pretende di far emergere chiarezza e correttezza dell’operato nel rapporto contrattuale intercorso ed intercorrente tra la Società Partecipata Brindisi Multiservizi ed il Comune di Brindisi nella duplice veste di Socio Unico e Mono-committente?

Può esser sfiduciato questo l’amministratore Arigliano per aver ottenuto dal Tribunale di Brindisi decreti ingiuntivi provvisoriamente esecutivi, o per aver ottenuto (peraltro dopo aver ripetutamente richiesto in via bonaria ed in autotutela lo sgravio al Comune) dalla Commissione Tributaria di Brindisi una sentenza che ha dichiarato la illegittimità della pretesa tributaria per oltre 1 milione di euro che il Comune di Brindisi avrebbe voluto ingiustamente imporre alla propria Società Partecipata BMS a titolo di Tarsu sugli stalli stradali a pagamento (c.d. “strisce blu”).

Oppure va sfiduciato per aver osato comunicare che, per quanto concerne la Tosap sui medesimi stalli stradali, è intervenuta una pronuncia della Corte di Cassazione a Sezioni Unite (sent. n.16943 del 4.10.12) che ha definitivamente sancito la non debenza del tributo in fattispecie di affidamento del servizio di parcheggi pubblici a pagamento analoga a quella riguardante la BMS, la quale ha indebitamente versato al Comune € 852.611,51 (di cui ha già inoltrato richiesta di restituzione) sino al 2010 e risulterebbe ancora morosa per la riscossione di ulteriori € 370.107,00 per gli anni successivi.

Ed ancora, è colpevolizzabile per “lesa maestà” Arigliano per aver adombrato il mero rischio che in correlazione alle denunciate anomalie legate alle illegittime pretese tributarie (Tarsu e Tosap) si potessero configurare fattispecie di reato quale l’indebito arricchimento di terzo (in proposito l’Abaco matura un rilevante aggio percentuale sugli importi posti a base dell’accertamento tributario) o la fittizia generazione di entrate tributarie se non, addirittura, l’ipotesi del falso in Bilancio così come già accaduto in altri Comuni d’Italia quali Napoli e Bologna?

Può esser sfiduciato l’Amministratore per aver contestato il versamento di somme pretese dal Comune di Brindisi a titolo di canone di locazione (pregresso per circa € 400.000,00 e futuro per € 8.105,92 mensili) della sede aziendale facendo rilevare le ragioni di diritto che abilitano la Società a negare i pagamenti richiesti?

Merita sfiducia Arigliano per non esser stato prono all’attuazione di alcune richieste del sindaco che, seppur di forte impatto mediatico, erano e restano inconciliabili con elementari principi di diritto sanciti dalla Costituzione, dal Codice Civile e dallo Statuto dei Lavoratori a tutela dei diritti già acquisiti dai dipendenti quanto a retribuzione, livello di inquadramento contrattuale, professionalità e specializzazione (divieto di demansionamento se non per effetto di riorganizzazione aziendale con soppressione del settore di riferimento)?

Ed allora, mi sovviene il dubbio di trovarci in una di quelle realtà dell’assurdo kafkiano dove chi è stato scelto dal sindaco, sulla scorta di requisiti di professionalità e probità, per mettere ordine e fare chiarezza rispetto alle storture del passato (assunzioni illegittime, forniture sovra dimensionate, compensi spropositati, contratti di locazione inutili, ecc.), tra l’altro chiaro effetto di addomesticamento politico, sia improvvisamente additato, proprio per aver avviato quel necessario cambio di rotta e di risanamento pretendendo che l’Autorità Giudiziaria faccia chiarezza su alcune zone d’ombra, quale responsabile di quelle storture nonché della messa in liquidazione della Società.

Anche in tema di messa in liquidazione, si tenta in modo maldestro di non adottare soluzioni assolutamente percorribili per la salvaguardia sia della Società che del Comune, ignorando “colposamente o dolosamente” che ad oggi la BMS, nonostante ogni sforzo estremo di efficienza gestionale, è condannata a generare perdite stante il perdurare di evidenti criticità rivenienti dalla mancata revisione dell’intero elenco costi (riferito a tariffe risalenti anche al 2005), dalla persistenza del taglio lineare del 35% sui ricavi operato nel corso dell’anno 2012 dall’allora Commissario Prefettizio del Comune di Brindisi ed accettato dall’Amministratore uscente, dalla non congruità del corrispettivo impegnato poiché determinato al lordo dell’IVA (nelle more incrementata dal 19% al 22%) comportante di fatto un minor ricavo aziendale che non consente il pieno risanamento finanziario dell’azienda e non favorisce una seria programmazione degli investimenti in beni strumentali volti all’ulteriore abbattimento dei costi aziendali: tale principio si sintetizza prendendo contezza del dato secondo cui su un volume d’affari di circa 8 milioni di euro per anno (qual è ad oggi quello di BMS) la Società subisce in partenza la dissennata riduzione di oltre il 40% dei ricavi perdendo un introito di circa € 3.200.000,00 annui con l’inevitabile conseguenza della antieconomicità nell’espletamento dei servizi affidati. Sarebbe ora poi che Consales la smettesse di mettere in dubbio a “prescindere” le proposte di chi non pensa “fortunatamente” come lui, eviterebbe l’ennesima figuraccia. Come al solito il Sindaco ed i suoi sodali pensano che dall’altra parte ci siano solo  stupidi rosiconi: dice che la Cassa Depositi e prestiti non può finanziare i debiti fuori bilancio ai sensi dell’art. 194  lett. C del Tuel: certo che è così! Se però alla stessa viene formulato un corretto quesito  e cioè “ove non possano essere utilizzate altre risorse l’Ente locale può fare ricorso all’indebitamento? ” forse la risposta, ai sensi dell’art. 194 comma 3 del Tuel potrebbe essere diversa! Vuoi vedere  che hanno sbagliato a porre il corretto quesito alla Cassa Depositi e prestiti (dolosamente o colposamente??)? Senza dimenticare che l’eventuale liquidatore ai sensi dell’art. 2279 del C.C. non potrà compiere nuove operazioni (accettare  proroghe o nuovi affidamenti di servizi) e stante il fatto che tutti i servizi ora svolti dalla BMS sono in scadenza, nonostante il Sindaco continui a sbandierare ai quattro venti che nessun posto di lavoro si perderà o verranno toccati gli stipendi, sarà inevitabile la cassa integrazione per tutti i lavoratori, e dopo??? Chi svolgerà i servizi? Verranno messi a gara? Quali? Quali saranno i lavoratori che verrano ‘ceduti’ ai privati? Con quali garanzie?

A questo punto non resta che chiedersi, con l’auspicio che prevalga sempre l’interesse dei tanti rispetto alle beghe ed ai piagnistei dei singoli (mi riferisco allo sterile astio personale creatosi tra il Sindaco e l’Amministratore di BMS), se esiste la reale volontà dell’Amministrazione Comunale e della Politica tutta di sacrificare sull’altare della irragionevolezza il futuro di 175 lavoratori e con essi più di 500 persone rinvenienti dai rispettivi nuclei familiari che verrebbero ridotti sul lastrico, e soprattutto mi chiedo chi merita la sfiducia e chi ha davvero l’affidabilità, l’autorevolezza e la credibilità per azionarla?

Attendo cortese riscontro ed una convocazione  urgente del Comitato di Governance per confrontarmi sulla vicenda, auspicando sempre equilibrio e lucidità.

 

 

Massimiliano Oggiano

Capogruppo La Puglia prima di tutto

Componente Comitato di Governance

 

 

 

 

1 Commento

  1. Attenta disamina del consigliere oggiano sulla questione brindisi multiservizi!….una domanda sorge spontanea…l avvocato arigliano non era scelto dal sindaco e dalla sua maggioranza quale amministratore della suddetta società??

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