Non c’è posto nel cimitero, salme trasferite a Tuturano, tornare a Brindisi costerà il doppio

BRINDISI- (Da Il7 Magazine) Non c’è pace neppure al Campo Santo, defunti costretti a traslocare da Brindisi a Tuturano, il Comune non ha loculi da assegnare. Vietato morire a Brindisi perché in questo momento il cimitero comunale è “sold out”, chi ha avesse bisogno, fatti i dovuti scongiuri, dovrà affidarsi al cimitero di Tuturano che pur essendo frazione di Brindisi si trova a quindici chilometri dalla città. L’emergenza loculi va avanti già da alcuni mesi e l’amministrazione comunale non sa in quale altro modo far fronte alle richieste. Il trasferimento delle salme a Tuturano è praticamente una scelta obbligata. Chi muore a Brindisi e chiede un loculo in concessione, può essere tumulato solo nella frazione vicina con tutti i disagi che ne conseguono.

“Siamo consapevoli della situazione ma non abbiamo altra soluzione se non quella di dirottare le salme nella frazione vicina- spiega l’assessore ai Servizi Cimiteriali del Comune di Brindisi, Oreste Pinto- tutto questo in attesa di realizzare un centinaio di nuovi loculi. Un progetto già avviato dalla precedente amministrazione che purtroppo in questo momento procede con estrema lentezza”.

Da oltre un anno, infatti, il Comune ha affidato a una ditta brindisina la costruzione di cento loculi ma la costruzione non è mai partita. L’area individuata nella parte nuova del cimitero, secondo ampliamento lato San Paolo, è stata delimitata con delle reti questo a voler segnalare il cantiere ma di fatto i lavori non sono mai partiti. Il progetto prevede la realizzazione di cento loculi suddivisi in due batterie da cinquanta da cinque livelli ciascuna, il prezzo di ciascun loculo varia dai 1500 euro a i 2500 euro. Saranno costruiti con una nuova tecnica utilizzando tubi innocenti a incastro. Di per se realizzare questo tipo di strutture non porta via molto tempo ma la ditta che ha vinto l’appalto, dice il Comune, è inspiegabilmente in ritardo. Così chi muore in questo periodo viene portato nel cimitero di Tuturano e tumulato lì. A nulla valgono le proteste dei cittadini che vorrebbero seppellire i loro cari qui in città perché di fatto posto non c’è. Solo quando saranno realizzati i cento loculi, con un investimento di circa 100 mila euro, sarà possibile chiedere il trasferimento della salma ma questo avrà un costo che andrà a sommarsi a quello già sostenuto per la prima tumulazione. Facendo un po’ di conti una famiglia che vuole tumulare il proprio caro in un loculo comunale paga normalmente dai 750 euro ai 2500, il prezzo varia a seconda del livello che si sceglie nella struttura destinata alla sepoltura. In pratica è un po’ come scegliere di acquistare un appartamento, il costo varia a secondo del piano, se gli attici costano di più, qui ad avere un prezzo maggiore sono i loculi ai livelli più bassi perchè sono quelli più facilmente raggiungibili. La concessione del loculo ha una durata di trenta anni, dopo di ché le spoglie mortali vengono raccolte in una urna e spostate in un ossario. Qualsiasi operazione si faccia ha un costo. Ora, considerato che i defunti in questo momento vengono tumulati solo a Tuturano,  se un giorno qualcuno dovesse decidere di tornare a Brindisi dovrà rinunciare alla concessione del loculo al cimitero di Tuturano, restituirla al Comune, chiedere la riesumazione della salma, la traslazione e una nuova concessione al Comune . Tutto questo, ovviamente, avrà dei costi che si andranno a sommare a quelli già sostenuti in prima battuta.

“Ci rendiamo conto del disagio- ha detto l’assessore Oreste Pinto- per questo motivo stiamo cercando di ridurre le spese. Magari partendo proprio dal costo delle concessioni. Purtroppo nel cimitero di Brindisi non ci sono più loculi per questo con la nuova amministrazione stiamo sollecitando la costruzione di nuovi utilizzando un bando che è stato già assegnato oltre un anno fa a una ditta brindisina che è in ritardo sull’avvio dei lavori”. Il problema degli spazi nel cimitero di Brindisi è un problema atavico che si ripresenta ogni anno in particolari periodi . In questo momento, spiegano, si registra una media di due decessi e mezzo al giorno, numeri destinati a salire durante i mesi più freddi o in quelli primaverili, con il cambio di stagione. Si tratta per lo più di persone anziane i cui parenti chiedono poi di poter avere in concessione un loculo. Va da sé che una richiesta così alta è difficile da soddisfare da qui salta fuori un’altra proposta già paventata in passato, ossia quella di realizzare dei forni crematori.

“Stiamo valutando questa possibilità- dice Pinto- ossia quella di realizzare uno o due inceneritori. Il progetto di per sé è semplice ma incontra un unico ostacolo: la location. Per legge i forni crematori si devono realizzare nelle aree cimiteriali ma comunque a una certa distanza dai luoghi abitati. Qui il cimitero comunale è inserito nel contesto urbano e non è di sicuro possibile pensare di realizzare gli inceneritori a due passi dalle abitazioni”.

La legge che disciplina la realizzazione di questi impianti è chiara: “la costruzione di un impianto crematorio deve essere sottoposto ad autorizzazione del Prefetto con consenso dell’ufficiale sanitario. Il progetto del forno deve essere corredato dalla relazione dell’ufficiale sanitario in cui si illustrano le caratteristiche ambientali del sito e quello tecnico-sanitarie dell’impianto e dei sistemi di abbattimento dei fumi e delle esalazioni. L’esecuzione della cremazione deve essere eseguita da personale specializzato”. Oggi, l’ufficiale sanitario è una figura che non esiste più e le sue funzioni sono passate direttamente alle ASL (Agenzie Sanitarie Locali). Restando validi e attuali i principi sulle emissioni dei fumi, la scienza moderna ha contribuito a migliorare la tecnica sulla messa a punto di impianti crematori che rispettino i parametri di rispetto ambientale relativa alla combustione e incenerimento di rifiuti. In tutti gli impianti deve essere, infatti, adottato – per i fumi in uscita dal post-combustore – un sistema di rilevazione e registrazione della temperatura e della concentrazione di ossigeno libero. La legge dice ancora che “per quanto riguarda le emissioni in atmosfera, il riferimento è il D.P.R. 915/82 che demanda alle Regioni la determinazione dei valori ammissibili per le varie sostanze inquinanti”.

“Abbiamo pensato che gli impianti crematori potrebbero essere realizzati anche in un’area Zes- dice Pinto- Un’area attrezzata alla zona industriale. Nessun problema, invece, per gli inceneritori da destinare agli animali. Il canile comunale è decentrato rispetto l’agglomerato urbano. Anche lì vorremmo realizzare qualcosa di simile”.

La costruzione dei forni crematori si sposa con l’idea che l’utilizzo di questi impianti in qualche modo potrebbe costituire un risparmio in termini di spazio e denaro. Spazio perché se i parenti del defunto scelgono la cremazione si avrebbero un maggior numero di loculi a disposizione per chi ne facesse richiesta, denaro perché questo tipo di intervento costa molto meno di una concessione per un loculo. Attualmente l’impianto di cremazione più vicino alla nostra provincia si trova a Bari, qualcuno si sposta anche a Napoli.

Due anni fa la stessa idea è stata paventata dal Comune di Francavilla Fontana ma dopo una accesa discussione e un primo affidamento a una ditta non se ne è fatto più nulla.

Lucia Pezzuto per Il7 Magazine

2 Commenti

  1. Beh..considerando la grandezza del perimetro del nostro cimitero era ovvio che prima o poi questa situazione doveva verificarsi. State tranquilli poiché i nostri soldi x la cremazione che a oggi è sempre più richiesta per la troppa speculazione che c’è anche sui morti li spenderemo a Bari oppure Foggia e persino a Napoli se sarà necessario. ..xcio ‘è arrivata l’ora che vi decidiate il da farsi. .e credo che i forni crematoii sia la soluzione migliore. Certo è che stiamo veramente lontani anni luce dall’America. Tanto verde strade x arrivare alle tombe “UNA UGUALE ALL’ALTRA ” NON VI È DISTINZIONE DAVANTI A DIO È AGLI UOMINI DI FRONTE ALLA MORTE OH SE SEI RICCO OPPURE POVERO IN MEZZO AI PRATI VERDI CON LE LAPIDI CHE NON SI DIFFERENZIANO TRA DI LORO. TROPPO BELLO! !!MA. ..PURTROPPO SI DEVE SPECULARE ANCHE SUI MORTI. QUANTI TERRENI ABBANDONATI CI SONO DA PER TUTTO …ahhhhh…poveri noi!!!!!

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