Rinnovabili in Italia, più di un terzo della domanda energetica nazionale: una risorsa per la Puglia

APPROFONDIMENTO/ Il dibattito sulle sfide climatiche è in questo periodo particolarmente complesso: l’Italia, come molti altri Paesi, è seriamente impegnata nel condividere una coraggiosa proposta europea da portare sui tavoli della Conferenza per il Clima di Parigi di dicembre. Le rinnovabili, ma non solo, svolgono un ruolo cruciale nella partita che mira a diminuire progressivamente e con equilibrio il ricorso a fonti fossili. È forse utile allora fare un punto per capire come, dove e quanto il nostro Paese contribuisce alla causa con la presenza di fonti di energia rinnovabile (le cosiddette FER) e quanto ricorre ad esse per i propri consumi.

 

Le fonti rinnovabili corrono nel mix energetico nazionale

I dati del Ministero dello Sviluppo Economico forniti, nel luglio scorso, nel documento La situazione energetica nazionale nel 2014 ci dicono che per quanto riguarda il settore elettrico, gli impianti alimentati da fonti rinnovabili in esercizio sul territorio nazionale hanno prodotto 118 TeraWatt/ora di energia elettrica. Per fare le dovute proporzioni, basti pensare che neI 2014 la richiesta di energia elettrica nazionale è stata di 310,5 TW/ora. Quindi un terzo della domanda nazionale di elettricità – utile a far “funzionare” case, fabbriche, uffici, ospedali, scuole – è stata soddisfatta dalle rinnovabili.

 

La fonte rinnovabile che più partecipa alla produzione di energia elettrica è quella idroelettrica (47-48% della generazione da FER), seguita da quella solare (19-20%), dalle bioenergie (14%), dalla fonte eolica (13%) e da quella geotermica (5%).

Il ruolo del solare in Italia e in Puglia

Il solare, in particolare, rappresenta una fonte molto importante nel mix energetico. Nell’ultimo decennio essa ha trovato un importante sviluppo in Italia, tanto che il nostro Paese svetta ormai stabilmente nelle classifiche internazionali sui principali produttori di energia solare.

A chiarire il peso del fotovoltaico in Italia, ci viene in aiuto l’attività statistica di Terna, cioè il gestore della rete elettrica nazionale, responsabile del trasporto e dispacciamento dell’energia dai produttori (i proprietari degli impianti rinnovabili) ai distributori (le società elettriche con le quali stipuliamo i contratti per le nostre utenze).

Al 31 dicembre 2014, Terna ha calcolato nel numero di 648.418 il totale di impianti solari in Italia (tra parchi fotovoltaici e installazione sui tetti delle famiglie). Ecco riportata in un grafico la loro collocazione geografica:

grafico fotovoltaico seconda uscita

 

Fonte: rielaborazione dati statistici Terna 2014

 

grafico regioni fotovoltaico

Fonte: rielaborazione dati statistici Terna 2014

Nella regione Puglia, in particolare, il fotovoltaico nel 2014 ha prodotto 3.520 GW/h di energia elettrica (poco meno dell’eolico) mentre la domanda regionale annuale (tra domestico, industriale, terziario, agricoltura) si è attestata sui 16.640 GW/h. Il termoelettrico in Puglia ma non solo, è ancora il comparto che produce più elettricità (tanto da esportarla per larghissima parte ad altre regioni) ma da questi numeri è evidente come e quanto le rinnovabili si stiano rendendo protagoniste di una svolta energetica che dai singoli territori arriva ad incidere sulla programmazione energetica nazionale e mondiale.

Un traguardo di espansione che la manutenzione fotovoltaico aziendale ha rincorso e ormai, possiamo dire, raggiunto (ma il potenziale è ancora enorme) anche grazie al progressivo calare dei costi di produzione. L’equivalenza tra il costo dell’energia prodotta da un impianto fotovoltaico ed il costo di acquisto dell’energia elettrica dalla rete, ovvero il prezzo del kWh che si paga in bolletta, fa infatti ormai parlare di un comparto che sta raggiungendo la cosiddetta grid parity, ovvero una condizione in cui un impianto FV è in grado di ripagare i propri costi anche senza incentivi economici diretti sulla produzione di energia.

BrindisiOggi

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