Simulano un tentato omicidio per nascondere un ferimento avvenuto mentre maneggiavano delle armi

SAN VITO DEI NORMANNI – Simulano un tentato omicidio per  giustificare un ferimento che in realtà era avvenuto accidentalmente mentre maneggiavano delle armi  illegalmente detenute da uno di loro . Svolta nell’indagine della “gambizzazione”, si fa per dire,  avvenuta nel pomeriggio del 10 gennaio a San Vito dei Normanni da parte  Carabinieri della locale compagni.

Al termine dell’attività d’indagine condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile unitamente al personale della Compagnia di Fasano e del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Brindisi, sono state denunciate in stato di libertà tre persone – tra cui la stessa vittima – per simulazione di reato, false dichiarazioni o attestazioni in atti dinanzi all’autorità Giudiziaria e favoreggiamento personale, commessi in concorso tra loro. Il proprietario delle armi è stato arrestato. Si tratta di Fabio Ricci, commerciante di San Vito dei Normanni. Denunciati invece il ferito, un commerciante ostunese e un appartenente alla Marina militare.

La ricostruzione dei Carabinieri ha completamente smentito le dinamiche dell’evento delittuoso e le dichiarazioni fornite dalla vittima che in ospedale aveva raccontato di essere stato ferito mentre era per strada da uno sconosciuto.

La ricostruzione: la sera del 10 gennaio scorso il ferito è stato accompagnato dall’amico Fabio Ricci  presso il Pronto Soccorso dell’ospedale di Ostuni perchè attinto da un colpo di arma da fuoco all’inguine. La vittima aveva dichiarato ai medici di essere stato colpito da un uomo sconosciuto a bordo di una macchina in transito, mentre era intento a passeggiare con Ricci, per via San Domenico a San Vito dei Normanni.

Dopo avergli fornito le prime cure del caso la vittima è stata trasportata presso l’Ospedale di Brindisi, dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico mentre i medici hanno contattato i Carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni.

Questi ultimi hanno immediatamente avviato un’attività d’indagine e, fin dai primissimi elementi acquisiti tramite le dichiarazioni dell’amico, sono emerse le prime contraddizioni.

I Carabinieri hanno scoperto che insieme ai due vi era anche una terza persona, un militare, che si era defilato dalla scena e che non era stato menzionato né dalle primissime parole riferite dalla vittima né da quelle del suo soccorritore. Proprio dalle parole di quest’ultimo, opportunamente escusso a sommarie informazioni, sono emerse ulteriori contraddizioni che hanno convinto ulteriormente i Carabinieri ad allargare il campo delle indagini anche nei loro confronti.

Infatti, la perquisizione effettuata nei confronti di Ricci ha consentito di rinvenire un vero e proprio arsenale nella sua disponibilità.

Sono state rinvenute e sequestrate complessivamente 15 armi (4 fucili e 7 pistole), 3 katane e 200 cartucce di diverso calibro non dichiarate, rinvenute sia nell’abitazione sia nell’attività commerciale dell’indagato, custodite tra l’altro, in un vano sotterraneo accessibile tramite una botola ben occultata nell’anti bagno.

Ad esito di questa perquisizione, in cui è stata rinvenuta anche una pistola calibro 22 (come il proiettile che ha ferito il Tasselli), Ricci è stato arrestato per detenzione di armi clandestine, detenzione illegale di munizioni, omessa denuncia di armi, munizioni e materiale esplodente.

Aspetto particolare della vicenda è che tutte le armi sequestrate erano perfettamente ed ordinatamente custodite negli appositi spazi, ad eccezione della pistola calibro 22, rinvenuta con il cane armato e completamente immersa in una bacinella contenente olio lubrificante.

I militari hanno dunque raccolto tutti i riscontri necessari a smontare, passo–passo, le dichiarazioni che i tre protagonisti della vicenda continuavano imperterriti a riferire, acquisendo anche tutte le immagini dei sistemi di videosorveglianza presenti nella zona, che messe a sistema con i risultati investigativi hanno fatto luce sulla vicenda.

La ricostruzione dei Carabinieri, infatti, evidenzia come l’atto delittuoso sia da ricondurre a un evento accidentale e non, come dichiarato dai prevenuti, a un tentato omicidio a opera di ignoti. È emerso che il colpo è stato esploso all’interno dell’abitazione del Ricci mentre unitamente alla vittima e al militare, erano intenti a maneggiare le armi – tra cui la calibro 22 – di proprietà dello stesso Ricci.

La Procura della Repubblica di Brindisi che ha coordinato le attività, condividendo la ricostruzione dei Carabinieri di San Vito dei Normanni, ha emesso l’avviso di conclusione indagini e contestuale informazione di garanzia, notificato a tutti e tre gli indagati che adesso dovranno affrontare il processo.

 

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*