Trans rinchiusa nel Cie, sit-in di protesta : ” Illegittimo ed incostituzionale”

BRINDISI- Dopo il caso di Adriana, trans brasiliana, rinchiusa nel reparto maschile del Cie di Restinco, scoppia la protesta delle associazioni. Questo pomeriggio  Mesagne Bene Comune, Emergency  Gruppo Territoriale Provincia di Brindisi, Brindisi Bene Comune, Cobas e Sinistra per Brindisi ha organizzato un sit in davanti al Centro di identificazione ed espulsione di Restinco denunciando  che strutture come queste sono “illegittime ed incostituzionali”.

“Consideriamo tutti i Centri di Identificazione ed Espulsione illegittimi ed incostituzionali in quanto sottopongono a regime di privazione della libertà personale individui che hanno violato una disposizione amministrativa, come quella del possesso del permesso di soggiorno, e ne chiediamo dunque l’immediata chiusura-dicono- Il Cie di Restinco dista pochi chilometri da noi; anche qui, come nel resto dei Cie d’Italia, numerosi individui vengono trattenuti per mesi, identificati e rimpatriati contro la loro volontà. La recente vicenda di Adriana, la trans detenuta nel reparto maschile, rappresenta l’ennesimo eclatante caso di violazione della dignità delle persone trattenute nei Cie”.

Adriana è rinchiusa dal 21 febbraio scorso nel reparto maschile del Cie di Restinco, ed è stata più volte minacciata di morte dagli ospiti della struttura che non tollerano la sua scelta di vita. La 34enne è sorvegliata a vista e vive in una situazione di profondo disagio fisico e psicologico.

“Episodi di questo genere, sono l’inevitabile conseguenza della politica di un governo che tratta gli stranieri come criminali, come problema di ordine pubblico. Il sovraffollamento delle strutture, la carenza di assistenza di base, la privazione dei diritti fondamentali, oltre a essere una vergogna per un Paese che si vuole definire civile, comportano inevitabilmente l’inasprirsi del disagio e della violenza- dicono ancora le associazioni- Grave è anche la mancanza di un progetto di accoglienza: centinaia di persone vengono lasciate marcire in condizioni disumane, senza prospettive, senza speranze, senza sapere cosa succederà loro. A fare le spese di questa situazione, insieme ai migranti, sono ovviamente i cittadini italiani, lasciati pressoché soli a gestire tutti i problemi che una politica miope e disumana ha creato”.

Dopo il sit in davanti al Cie la protesta si è spostata sotto la Prefettura dove i manifestanti hanno consegnato al prefetto di Brindisi un documento chiedendo: la chiusura di tutti i centri di detenzione dei migranti senza permesso di soggiorno; la tutela dei diritti umani di rifugiati, migranti e richiedenti asilo; l’istituzione per la provincia di Brindisi di un Osservatorio Permanente sui Migranti; l’ istituzione di un Osservatorio Permanente sul Cie presso la Prefettura di Brindisi; la possibilità di avere accesso alla struttura del Cie  per verificare le condizioni di vita e di salute degli “ospitati”; ed infine che Adriana possa accedere ad una procedura di regolarizzazione che tenga conto della sua lunga presenza sul territorio italiano (sfruttando magari la norma che concede al Questore il potere insindacabile di rilascio di un permesso straordinario per motivi umanitari dei Migranti).

BrindisiOggi

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