Ancora fanghi inquinati del porto di Taranto stoccati illecitamente a Brindisi

BRINDISI– I terreni di Brindisi ancora una volta come discariche abusive per i fanghi inquinati provenienti dal dragaggio del porto di Taranto. I carabinieri del Noe di Lecce hanno scoperto oltre 20 mila metri quadrati nelle campagne adiacenti alla superstrada che collega Brindisi a Taranto nei quali erano stati stoccati e tombati rifiuti speciali, costituiti da fanghi di dragaggio, materiale plastico ed inerti da demolizione edili. Il tutto è stato mescolato col terreno sui quali erano stati da poco piantumati alberi d’ulivo, a pochi passi da un frutteto.

I carabinieri del nucleo ecologico , coordinati dal maggiore Nicola Candido, su richiesta del pm Giuseppe De Nozza hanno eseguito il sequestro preventivo dei due terreni agricoli, che non avevano alcuna autorizzazione ad ospitare questo genere di rifiuti. Questi fanghi sono impiegabili solo per ricolmamenti in aree ad uso industriale con falda acquifera naturalmente salinizzata.  Questo smaltimento illecito potrebbe provocare danni alla salute visto che era stati piantati degli ulivi.

Il proprietario dei terreni, un agricoltore, è stato denunciato all’Autorità giudiziaria. Il reato  è quello di gestione illecita di rifiuti speciali ed esercizio di  discarica abusiva. Non si esclude ci possano essere altre zone contaminate. Nell’arco di un mese questa è la seconda scoperta fatta dai Noe sul territorio brindisino. I militari a marzo scorso avevano sequestrato altre due area in località Mascava, tra Brindisi e San Vito dei Normanni,  una cava dismessa e un terreno agricolo nei quali erano stati stoccati 25 mila tonnellate di rifiuti provenienti sempre dal dragaggio del porto di Taranto e dell’ex area Belleli.

Le indagini dei carabinieri continuano perché è ipotizzabile che altre aree siano state contaminate,  è probabile che ci sia un vero  e proprio  traffico illecito dei rifiuti,  l’inchiesta si allarga.

Lucia Portolano

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