
BRINDISI-Chiuso il primo capitolo sull’inchiesta giudiziaria che vede coinvolto Raffaele Iaia, consigliere comunale di Brindisi, ex assessore alla Attività produttive. Giunge l’avviso di conclusione indagini, dove risulta indagato lui e sua sorella Angela Iaia titolare dell’Ipi istituto di attività investigative e di vigilanza. Secondo gli investigatori l’attività era intestata alla donna ma gestita materialmente dal fratello.
Per entrambi i reati contestati sono di attività non autorizzata di investigazione e di ricerca di informazioni per conto di privati, trattamento illecito di dati personali. Mentre solo Iaia è indagato per tentata concussione per costrizione mediante abuso di qualità e poteri, in riferimento ad un fatto accaduto mentre svolgeva l’incarico di assessore alle Attività produttive al Comune di Brindisi. Contestata anche la detenzione e porto illegale di una pistola (una Beretta calibro 9 non denunciata) e la detenzione illecita di munizionamento.
Le indagini che giungono alla fine sono state condotte dagli agenti della Digos di Brindisi, coordinati dal titolare del fascicolo il pm Milto Stefano De Nozza.
Al consigliere comunale e sua sorella viene contestato il fatto di aver svolto attività investigativa per conto di privati pur non avendo le dovute autorizzazioni dalla prefettura e dagli altri organi competenti. Avrebbero svolto abusivamente ed illegittimamente l’attività di investigatore privato, anche per fini personali, con la elaborazione di esposti anonimi inviati agli organi preposti alle azioni di controllo. Insomma avrebbe fatto gli investigatori, avrebbero raccolto documenti, foto, video consegnati ai clienti ricevendo poi il compenso.
Il reato più grave, tentata concussione con minaccia, riguarda esclusivamente Raffaele Iaia, si fa riferimento ad un episodio avvenuto a dicembre scorso mentre era rivestiva la carica di assessore. Un’indagine partita dopo la denuncia presentata da una donna titolare di un’organizzazione di eventi che aveva chiesto le autorizzazioni per una fiera da allestire nel parcheggio del centro commerciale le Colonne. Secondo la ricostruzione degli investigatori, Iaia avrebbe minacciato la donna dicendole “mi raccomando per la vigilanza pensami”. Dopo la richiesta per il rilascio delle autorizzazione necessarie per svolgere l’evento lo stesso assessore avrebbe poi detto “o mi fai fare la vigilanza o qualche danno te lo faccio”
Iaia si è sempre difeso pubblicamente dicendo di non aver mai parlato con questa donna.
Secondo gli investigatori ci sarebbe da ravvisare un abuso di qualità e poteri in quanto risulterebbe che l’assessore avrebbe telefonato al dirigente dell’Ufficio Trasporti (diverso assessorato) per chiedergli di non rilasciare l’autorizzazione per la fiera riportando motivazione diverse rispetto alla competenza del suo assessorato, e di predisporre una nota nella quale si indicava lo svolgimento di un evento non autorizzato. Non solo, ma pochi giorni prima della fiera l’assessore si sarebbe recato presso il segretario generale del Comune per mostrare la nota nella quale si diceva che l’evento non era autorizzato, così che il segretario ha contattato il comandante della polizia municipale per svolgere i controlli. Inoltre Iaia avrebbe successivamente chiamato il comandante per chiedere informazione sugli stessi controlli.
È stato proprio durante la visita in fiera dei vigili che la donna avrebbe denunciato l’assessore.
Raffaele Iaia, difeso dall’avvocato Gianvito Lillo, ha 20 giorni di tempo per presentare memoria o chiedere al pm di essere ascoltato, dopo di che il pubblico ministero potrà richiedere il rinvio a giudizio.
Lucia Portolano
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