“Don Carlo” , la lirica protagonista al Verdi

BRINDISI-  La rassegna, prodotta dalla Provincia di Lecce, arriva a Brindisi per il primo dei due titoli che vedranno protagonista il teatro d’opera. Al Nuovo Teatro Verdi va in scena «Don Carlo», sabato 8 marzo alle ore 20.30, diretto dal praghese Luděk Golat, direttore artistico del festival internazionale «Opera Praga». Dirigerà l’orchestra «Tito Schipa» di Lecce il maestro concertatore Filippo Maria Bressan, tra i più innovativi direttori italiani, sia nel repertorio antico sia in quello sinfonico-corale.

 «Don Carlo è una delle vette del genio poetico verdiano. In essa Verdi ha trovato un colore nuovo, ha trovato la carie nera e profonda della controriforma e le circonvoluzioni e i festoni del grande barocco». Così annotava Eugenio Montale, ai tempi critico musicale del «Corriere d’Informazione», dopo aver assistito all’opera nel 1960 alla «Scala».

 E in effetti, l’opera è considerata il vertice dell’ispirazione musicale verdiana, che racconta il mondo straziato delle vittime del potere al tempo dell’inquisizione spagnola. Sommosse, roghi di eretici e ribellioni liberali fanno da sfondo a dolenti frustrazioni amorose dovute alla ragion di Stato. L’Infante di Spagna è innamorato della matrigna, ma desiderato dall’amante del padre. Il potere del trono di Filippo II risulterà succube dell’altare: il Grande Inquisitore ottiene infatti il sacrificio del figlio e dell’amico più leale, Posa.

 «Don Carlo» fu rappresentato per la prima volta, in cinque atti e in lingua francese, l’11 marzo 1867 al «Teatro de l’Académie Impériale de Musique» di Parigi. Già per la prima parigina Verdi fu costretto a operare dei tagli perché l’opera era troppo lunga e bisognava terminare in tempo perché il pubblico potesse prendere i treni che collegavano Parigi con i sobborghi. Poi Verdi ne realizzò una versione in quattro atti (eliminando il primo) in italiano che venne presentata alla «Scala» il 10 gennaio 1884 («Il Don Carlo è ora ridotto in quattro atti, sarà più comodo, e credo anche migliore, artisticamente parlando. Più concisione e più nerbo», scrisse lo stesso compositore). Ma due anni dopo Verdi si pentì del taglio e l’opera andò in scena a Modena il 29 dicembre 1886 in cinque atti. Ciononostante, i teatri italiani continuarono a preferire la versione del 1884 in quattro atti.

 Quella in scena a Brindisi sarà la versione italiana del 1884 curata per la «Scala», in cui nel finale il fantasma di Carlo V chiama a sé il nipote nella tomba per sottrarlo ai Frati del Sant’Uffizio.

 Tra gli interpreti principali, Leonardo Caimi nella parte di Don Carlo, Francesco Palmieri in quella di Filippo II, Demetrio Colaci in quella di Rodrigo, Monia Massetti in quella di Elisabetta di Valois e Patrizia Patelmo in quella della Principessa d’Eboli. Il maestro del coro è Emanuela Di Pietro, la scenografia è curata da Alessandra Polimeno, le luci sono di Iuraj Saleri.

Si comincia alle ore 20.30

Durata spettacolo: quattro ore (tre intervalli e tre cambi scena)

Per tutte le informazioni www.fondazionenuovoteatroverdi.it e tel. (0831) 229230 – 562554

BrindisiOggi

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