La storia di Fortunata, la custode del Tempietto di San Giovanni

BRINDISI- (Da Il7Magazine) Per anni è stata la vera custode del Tempietto di San Giovanni avendo cura della piazzetta in cui sorge l’antico monumento e dando da mangiare ai gatti che da sempre vivono lì. Fortunata Savina è uno dei personaggi storici di Brindisi, conosciuta da tutti coloro che abitano e frequentano il centro della città.
Scomparsa martedì scorso a causa di una brutta bronchite,Fortunata aveva 80 anni e viveva in una casa che divide le sue mura con il Tempietto. In quella casa la donna  è nata e cresciuta con il padre, la madre e cinque fratelli. Dopo la morte dei genitori era rimasta a vivere nella casa paterna con la sorella Lucietta, entrambe erano rimaste nubili.
“La cantina era gestita dalla famiglia, ma una volta morti i genitori ed una volta che i fratelli si sono sposati, lei era rimasta a gestirla con la sorella Lucietta- racconta Fabrizio Di Rienzo- erano due donne in gamba. Fortunata non temeva nessuno e se qualcuno nella sua cantina dava fastidio lei con il solo tono della voce lo metteva a posto suo. Era una donna molto forte e allo stesso tempo affettuosa, prestava attenzione a ogni cosa, non le sfuggiva nulla”. Tutti a Brindisi conoscevano la cantina di Fortunata e Cietta, ossia Lucietta, nonostante si trovasse nascosta tra le mura storiche della città, ogni sera il locale era pieno. In giro diceva che lì il vino era buono ed anche la compagnia. La fama delle sorelle Savina raggiunge persino il critico d’arte Vittorio Sgarbi che una sera si ritrova al Tempietto San Giovanni per una conferenza. Al termine del suo intervento Sgarbi sa già che proprio difronte al monumento c’è una cantina dove “si beve bene” e chiede di essere accompagnato. La cantina non smentisce la sua fama e le critiche di Sgarbi sono più che positive. Nel 1998, però, le due sorelle decidono che è arriva l’ora di andare in pensione, l’età si fa sentire, e chiudono la cantina dopo oltre 50 anni di attività. Il locale resta sfitto sino al 2019 quando lo affidano al giovane Fabrizio che ne fa un negozio di souvenir. “Io le conoscevo già da prima, entrambe le sorelle erano due donne meravigliose- racconta- Poi da quando ho aperto la mia attività tutte le mattine Fortunata mi aspettava per il caffè, guai a non passare. Aveva persino comprato una macchinetta elettrica. Era sempre sotto la porta ad aspettarmi ed io per scherzare le rubavo i selfi”. Fortunata era una donna gioviale e di cuore, come raccontano le persone che la conoscevano. Non si era mai sposata, ma questo non era un peso per lei, perché aveva scelto di condividere la sua vita con la sorella Lucietta, nubile anche lei, che poi è deceduta lo scorso anno dopo una lunga malattia durante la quale Fortunata l’ha sempre assistita. “Non si è mai tirata indietro- dice una sua vicina di casa- e poi era sempre lì sotto l’uscio della porta conosceva tutto di tutti. Era nonna di tutti i ragazzi che frequentavano la piazzetta”. Fortunata è sempre stata una bella donna, nonostante l’età matura, aveva un suo profilo facebook dove pubblicava le sue foto da ragazza. In particolare ve ne è una a cui era affezionata. Fortunata posa con la sorella Mina sulla spiaggia di Santa Apollinare  alle sue spalle si intravede il mare e la pineta, le stessa commenta e dice: “Splendidi anni”. In quello scatto non avrà avuto più di vent’anni e sorride felice. Ed il sorriso l’ha sempre accompagnata sino alla fine. Di lei più di qualcuno ricorda l’impegno nel tenere pulita la piazzetta dove nelle belle  giornate  si sedeva al sole. “Quante volte si lamentava e gridava la gente che sporcava- dice Fabrizio- per non parlare di tutti i palloni che sequestrava ai ragazzini che facevano di casa sua la porta da calcio.  Lei prendeva la palla e la tagliava, poi si giustificava dicendo che calciavano sulla sua porta di casa o su quella del Tempietto”. Ma se a volte Fortunata poteva sembrare dura, soprattutto con i ragazzi che bevevano e lasciavano le bottiglie di vetro per terra, dall’altro era una donna sempre pronta a tendere la mano. “Era una persona di cuore- dice Fabrizio- era sempre disponibile ad aiutare tutti, se qualcuno aveva bisogno non ci pensava due volte a mettersi a disposizione”. Negli ultimi tempi Fortunata si lasciava coccolare dal vicinato, le signore le domandavano spesso se avesse bisogno di qualcosa soprattutto dopo la morte della sorella Lucietta. “Con la scomparsa della sorella temeva di restare sola- dice una vicina di casa- ma qui tutti la conoscevamo da sempre. Parlare con lei era come parlare con una di famiglia ed allora abbiamo fatto a gara per non farla sentire sola. Spesso al mattino passavo e le chiedevo se aveva bisogno di qualcosa e lei magari mi diceva se aveva desiderio di un particolare piatto. Per me era un piacere”.
Il due febbraio scorso Fortunata, che soffriva di una brutta bronchite, è stata trasferita in ospedale. “Come ogni mattina sono passato a salutarla- racconta Fabrizio- ho bussato ma non mi ha risposto, ho sentito solo dei rumori, ed allora mi sono preoccupato. Ho aperto la porta e l’ho trovata nel letto. Stava male. Così ho avvisato i parenti e a loro volta hanno ritenuto di dover chiamare il 118”. Negli ultimi venti giorni le sue condizioni si sono aggravate ed è stata ricoverata in terapia intensiva. “Sino all’ultimo ha chiesto di poter tornare a casa- ha detto una vicina di casa- voleva tornare a casa per accudire i gatti randagi che vivono accanto al Tempietto. Era il suo pensiero fisso. Ma a casa non è riuscita a tornare. Fortunata mancherà a tutti, a tutti noi che eravamo abituati a vederla sotto la porta ad aspettare sempre qualcuno a cui offrire il caffè”.
Lucia Pezzuto per Il7Magazine

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