‘Licenziate’ le suore dell’ospedale, il sindaco: “L’Asl deve ripensarci”

MESAGNE – L’Asl di Brindisi non ha rinnovato la convezione con la Congregazione religiosa delle ‘Figlie di San Camillo’ che prestano servizio nell’ospedale San Camillo de Lellis di Mesagne. Il sindaco della città Franco Scoditti non ci sta e così scrive al direttore generale Paola Ciannamea: “L’Asl dovrebbe rivedere questa decisione”.

La decisione della disdetta per convezione tra la Asl di Brindisi e la Congregazione religiosa delle Figlie di San Camillo risale a qualche mese fa. Dopo anni e anni di lavoro le suore sono state ‘licenziate’. Ecco perché il primo cittadino mesagnese Franco Scoditti ha voluto inviare una lettera al direttore generale dell’Asl di Brindisi, Paola Ciannamea, al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola e all’assessore regionale alla Salute, Donato Pentassuglia.

francesco scoditti
Il sindaco Franco Scoditti

“Da sindaco, – scrive Scoditti – dovendo fare quotidianamente i conti con una situazione finanziaria difficile, capisco l’esigenza di riduzione dei costi, dettata peraltro da una inevitabile riorganizzazione dell’intero comparto.  Il mio ruolo istituzionale mi spinge a dover necessariamente fare presente che l’Ospedale mesagnese è nato con le suore camilliane che, in origine, garantivano il proprio impegno in maniera volontaria. Una lunga storia (basti pensare che quella di Mesagne è stata la seconda casa delle figlie di San Camillo istituita su tutto il territorio nazionale) che proprio grazie a questo tenace impegno ha stimolato le amministrazioni che si sono avvicendate nel tempo a rendere  il nosocomio punto di riferimento non solo per l’intera provincia ma anche per i territori limitrofi”.

Secondo il sindaco mesagnese, nel tempo, le suore sono state un punto costante di contatto valoriale tra l’ospedale e la comunità locale. “Dover rinunciare a questa preziosa presenza significa vedere sradicati valori, tratti essenziali della storia locale. Un vero e proprio patrimonio umano e professionale che in termini sociali vale molto di più di un limitato risparmio finanziario”.

“Allora mi chiedo: – aggiunge – a fronte di un taglio che cambierà a mio avviso di poco il quadro generale, quanto perdiamo sul fronte sociale, sanitario, umano? Quanto perdiamo nel rapporto paziente – assistente che è così fondamentale nei percorsi di cura?  Mi permetto, inoltre, di fare presente che se al posto delle suore ci fosse stato personale laico i costi sarebbero stati di gran lunga superiori e allora si sarebbe realmente potuto parlare di concreta opportunità dei tagli”.

La spending review insomma ha fatto fuori anche le suore.

BrindisiOggi

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