Nella nuova gara regionale non prevede una lavanderia ospedaliera a Brindisi, a rischio 25 posti di lavoro

BRINDISI – La nuova gara per il lavaggio della roba ospedaliera non prevede una lavanderia a Brindisi, a rischio 25 posti di lavoro.  Il sindacato Cobas dichiara lo stato di agitazione delle lavoratrici e dei lavoratori della lavanderia industriale presente nell’ospedale Perrino gestita dalla azienda Foggiana Lavit.

La gara svolta  dalla Regione Puglia per il lavaggio di tutta la roba degli ospedali del valore di 187 milioni di euro è stata vinta da un raggruppamento di azienda , tra cui la stessa Lavit, ma che con grande sorpresa non prevede una lavanderia nell’ospedale di Brindisi.

Il  Cobas ha chiesto un incontro con il presidente della Regione , Michele Emiliano, per chiedere una modifica di questa gara e ripristinare una situazione di normalità.

Il Cobas ha richiesto inoltre un incontro con il presidente della Commissione Sanità della Regione Puglia, Mauro Vizzino, affinchè informato della situazione possa sostenere le legittime ragioni dei lavoratori e di un territorio a cui vengono sottratti 25 posti di lavoro.

“I posti di lavoro  nella lavanderia brindisina rischiano di essere persi,  questo non lo potremo mai permettere – afferma il segretario provinciale Cobas, Bobo Aprile –  Attendevamo con ansia invece l’inizio dei lavori di ripristino della lavanderia brindisina, struttura  che aveva subito un incendio la scorsa estate su cui peraltro ha indagato la magistratura. In un recente incontro del Cobas con il direttore della ASL Brindisina, Giuseppe Pasqualone , questi ci ha riferito che  ha mostrato e comunicato alla azienda la sua assoluta contrarietà ad ogni eventuale riduzione occupazionale. Ma come è mai possibile che una gara regionale non preveda la lavanderia a Brindisi , attività che si svolge con la presenza di una ditta ed i dipendenti attuali che ci lavorano da oltre 20 anni. Siamo alla fiera dell’assurdo ,ci toccherà sicuramente recarci a Bari per cancellare questa situazione a dir poco assurda”.

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