Nuova perdita dalle condutture del centro storico di Mesagne, intanto il sindaco scrive a Vendola

MESAGNE – Un’altra perdita ha interessato, nella notte tra martedì e mercoledì, la rete idrica del centro storico di Mesagne che nelle scorse settimane ha provocato lo sfollamento di alcune famiglie dalle proprie abitazioni a causa di temuti cedimenti strutturali degli edifici. La zona in questione, stavolta, è quella immediatamente dopo l’ingresso della Porta Grande, proprio davanti a degli esercizi commerciali allagati a causa della fuoriuscita di acqua. L’intervento della ditta appaltatrice dell’Aqp ha consentito di circoscrivere i disagi e i lavori iniziati nel corso della notte sono proseguiti fino a tarda mattinata. Gli amministratori tengono costantemente sotto controllo l’evolversi della vicenda e il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici, Giancarlo Canuto, ha fatto anche in questa occasione, il punto della situazione.

«Il ripetersi di questi eventi non è evidentemente casuale e, anzi – ha ribadito Canuto – trova una quasi ovvia spiegazione nell’inadeguatezza delle condotte dell’acquedotto che riparate in punto, sono perforate nel punto debole successivo, rendendo di fatto la rete idrica del centro storico un vero e proprio colabrodo». Risulta decisivo, a questo punto, l’incontro in programma per giovedì 6 febbraio presso il Comune di Mesagne, promosso dalla Regione Puglia attraverso l’assessorato alla Protezione Civile, con la presenza dello stesso Acquedotto Pugliese, proprio per verificare una convergenza di analisi e quindi di intervento rispetto alla emergenza in corso. «Nella giornata di domani – ha dichiarato sempre Canuto – potremo verificare la disponibilità dell’Acquedotto Pugliese a una gestione concordata dell’emergenza, evitando inutili contrapposizioni che in questo momento andrebbero a ostacolare una veloce soluzione del problema. L’incontro sarà utile, inoltre, per ratificare la scelta dell’amministrazione comunale di rivolgersi, sul piano operativo, al Cnr di Lecce che ha già realizzato per conto del Comune, nel 1999, un apposito studio sullo stato del sottosuolo nel centro storico». I tecnici del Cnr potrebbero realizzare, nelle intenzioni degli amministratori e in caso di accordo, un’immediata ricognizione degli immobili sgomberati nell’area a rischio con l’ausilio di un’adeguata strumentazione tesa a verificare la consistenza del sottosuolo relativamente alle strutture portanti delle singole abitazioni. «Si tratta di un doppio fronte di controllo – ha continuato Canuto – che ci permette di escludere qualsiasi pericolo nella prospettiva di rientro degli abitanti sgomberati. Sul piano tecnologico è il massimo in termini di verifica e prevenzione. Un atto necessario per l’incolumità dei cittadini residenti in quell’area. Posso già affermare che i tempi saranno comunque rapidi e speriamo di concludere il tutto nel giro di un mese. Sperando ovviamente di avere dal monitoraggio un riscontro positivo».

Intanto, il sindaco della città, Franco Scoditti, ha scritto al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, sull’emergenza abitativa che il Comune di Mesagne soffre da tempo. «L’emergenza abitativa è ormai un’emergenza di carattere sociale. Non parliamo più di una ristretta fascia di popolazione, rispetto la quale il Comune di Mesagne ha sempre garantito assistenza e supporto. Oggi parliamo di una diffusione del fenomeno a larghissima scala. Il quadro è desolante: quotidianamente si moltiplicano gli sfratti per morosità, legati all’impossibilità di pagare gli affitti. Moltissimi, a causa della drammatica crisi economica, hanno perso le uniche, minime fonti di reddito. Le richieste di sostegno economico si accumulano sulle scrivanie degli uffici. Così come in Comune sono all’ordine del giorno vere e proprie file di persone che chiedono il bene più prezioso: un tetto sotto il quale potersi rifugiare, poter portare la propria famiglia, i propri figli. Non è raro il caso in cui si tratti di nuclei familiari con parenti disabili e ammalati. Un sindaco di fronte a tale situazione si trova in uno stato di profonda sofferenza».

A fronte di questo quadro che sconfortante è dir poco, Scoditti si rivolge a Vendola per avere un supporto politico e istituzionale per affrontare l’emergenza. «Quello che Le chiedo è un’immediata  attivazione delle necessarie e improrogabili politiche abitative adeguate alla reale condizione del territorio. Le chiedo anche e soprattutto di valutare la possibilità di un intervento finanziario straordinario che eviti una vera e propria rivolta sociale, o di interessare le opportune sedi istituzionali per bloccare almeno l’esecutività degli sfratti. Conosciamo il recente provvedimento che ha posticipato di alcuni mesi l’esecutività degli sfratti ma purtroppo tale azione è insufficiente perché non considera la morosità arretrata».

BrindisiOggi

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