
BRINDISI (da il7 Magazine)- Battute finali di una campagna elettorale sottotono, poche le proposte emerse e le nuove idee. I cinque candidati sindaco di Brindisi a confronto su diversi temi che riguardano lo sviluppo della città: dal lavoro all’ambiente, dal piano urbanistico generale ai rifiuti sino alla nuova squadra di governo. Quattro domande uguali per cinque candidati Roberto Cavalera (centrodestra), Massimo Ciullo (destra), Ferruccio Di Noi (Impegno sociale), Riccardo Rossi (centrosinistra) e Gianluca Serra (Movimento 5Stelle)
Bisogna ridisegnare la città dei prossimi 20 anni, l’iter del nuovo piano urbanistico si è fermato. Nel frattempo c’è stato il contenzioso tra il Comune di Brindisi e l’architetto Goggi, l’esperto che il governo Mennitti aveva ingaggiato per il Pug. Tante le ombre su interessi economici in merito al nuovo piano urbanistico. Quali sono le direttrici sulle quali questo piano dovrebbe svilupparsi? Quali i tempi?
Roberto Cavalera: “Intanto sono dell’avviso che il punto di partenza non può che essere il Documento Preliminare Programmatico (DPP) di fatto condiviso dalle ultime tre amministrazioni. Non è possibile immaginare che ogni sindaco smonti quello che di buono è stato fatto in passato. Sceglieremo un buon professionista che darà vita ad un gruppo di lavoro e in tempi accettabili vareremo il nuovo strumento urbanistico. Le direttrici principali sono quelle di integrare la città con il suo mare, di utilizzare al meglio l’esistente e di non dar vita ad alcuna scelta che possa determinare speculazioni edilizie”.
Massimo Ciullo: “Nel mio programma elettorale ho assunto l’impegno di consegnare alla città il Piano Urbanistico Generale entro dodici mesi dall’insediamento della nuova amministrazione. Il Documento Preliminare Programmatico, cioè la prima fase del PUG, già approvato con Mennitti, necessita ovviamente di un aggiornamento ma può essere in gran parte riutilizzato. Le direttrici saranno quelle del raccordo urbanistico di tutti i quartieri e soprattutto di impedire cementificazioni, o meglio di puntare su nuove volumetrie limitatamente a quelle da dedicare a servizi, socializzazione e cultura, nonché a completare la domanda di edilizia pubblica. La modifica di destinazione da turistico a residenziale di Acque Chiare, già prevista nel DPP approvato nonostante la scarsa memoria di qualche proprietario, chiuderà il cerchio sulle volumetrie edilizie possibili lungo la costa”.
Ferruccio Di Noi: “Non si può pensare di cementificare la costa. Penso alla creazione di servizi e infrastrutture tali da collegare il centro città con la litoranea dotata di tutti i servizi di urbanizzazione affinché socialmente e commercialmente l’area costiera divenga il naturale prolungamento della città, angolo di benessere per i cittadini, orgoglio della città da mostrare ai turisti. Sviluppo economico della costa attraverso la concessione di aree demaniali comunali a privati per ivi realizzare dehors, stabilimenti balneari con abbattimento delle barriere architettoniche, strutture ricettive e di intrattenimento (penso alle discoteche che non sono presenti sul nostro territorio) per favorire il turismo anche di elite e destagionalizzando i flussi turistici atteso il clima temperato per almeno otto mesi l’anno. La mia amministrazione cercherà di scandire i tempi per la realizzazione dei progetti”
Riccardo Rossi: “Le vicende legate alla mancata approvazione del PUG, il contenzioso anche giudiziario che si è aperto con il Prof. Goggi evidenziano come in quella vicenda vi sono stati interessi poco chiari, come il tentativo, denunziato da Goggi, di rendere edificabile la costa nord per ben 1,2 milioni di metri cubi. Dobbiamo ripartire invece da un’idea di città che non aggredisca il territorio, che non ha bisogno di cementificazione e zone di espansione, ma che lo riqualifichi coerentemente con una idea di città sostenibile. Difficile esprimersi sui tempi, vista anche la procedura di approvazione che prevede passaggi tra consiglio comunale e Regione, ma lavoreremo per varare il PUG nel più breve tempo possibile”
Gianluca Serra: “L’assenza del PUG ha penalizzato per troppi anni la nostra città, per questo una delle priorità della futura amministrazione dovrà essere quella di dar seguito al lavoro interrotto nel 2011. Partire dal Documento Programmatico Preliminare proprio dell’architetto Goggi, non vuol dire condividerne la linea politica ma semplicemente adoperare una scelta di buon senso che permetterà di partire da qualcosa di già realizzato senza la necessità di ripartire da zero. Tale documento preliminare necessiterà ovviamente di un sostanziale aggiornamento vista sia la mutata normativa ambiatele regionale e nazionale che il mutato assetto territoriale e demografico degli ultimi 6/7 anni. Per la realizzazione del PUG introdurremo immediatamente una procedura condivisa con gli ordini professionali, le associazioni dei costruttori, le associazioni ambientaliste, i cittadini e ogni singolo protagonista che potrà essere direttamente interessato dalla sua realizzazione. L’idea di Città sarà quindi quella di una Brindisi che si riaffaccia sul mare e con quartieri che diventeranno centri di loro stessi efficentando i collegamenti gli uni con gli atri”.
Nel 2030 è prevista la chiusura della centrale Federico II con ripercussione sulle questioni occupazionali. Il carbone insieme al gas resta il maggior business anche per il porto di Brindisi. Come intendete affrontare quella che sarà comunque un’emergenza occupazionale. Quale le alternative di lavoro? E quale il rapporto con le grandi aziende, compresa Eni che continua ad avere un approccio alquanto sterile con il territorio e con il continuo sforamento delle torce? A queste si aggiunge anche la Sfir .
Roberto Cavalera: “La chiusura della centrale Federico II rappresenta un problema dal punto di vista occupazionale e richiede l’intervento del Governo, oltre che della regione. La dismissione di un impianto di tali dimensioni presuppone a monte un chiaro disegno di riconversione che dovrà vedere impegnata in prima linea anche la stessa Enel attraverso l’attuazione di progetti legati alla green economy.
Quanto al rapporto con le grandi aziende, ritengo che il territorio meriti rispetto e quindi daremo vita ad un confronto serrato e pretenderemo risposte convincenti in campo ambientale e sul corretto utilizzo di imprenditoria e manodopera locale”.
Massimo Ciullo: “Brindisi non ha mai raggiunto un corretto equilibrio nel rapporto tra ambiente, industria e lavoro, anche per la solita ingerenza di politici e notabili che hanno operato, approfittando del ruolo istituzionale ricoperto, perseguendo propri interessi piuttosto che quelli generali. Di conseguenza le scelte programmatiche dell’amministrazione comunale seguiranno due obiettivi: ristabilire un rapporto paritario con le grandi aziende presenti sul territorio. La loro presenza rende Brindisi uno degli insediamenti industriali più importanti dell’Italia meridionale: nondimeno, è necessario esigere dalle stesse una maggiore tutela dell’ambiente. L’amministrazione comunale, per raggiungere questo obiettivo, metterà in campo strumenti di concertazione e soprattutto decisionali, coinvolgendo gli attori istituzionali, imprenditoriali e sindacali per avviare programmi e progetti condivisi di crescita economica del territorio e riorganizzerà la struttura comunale con nuove funzioni e servizi per favorire il miglior dialogo possibile improntato a trasparenza e collaborazione; incentivare la disponibilità ad investire nel territorio brindisino e favorire lo sviluppo e la crescita di imprese locali ad alta specializzazione per rafforzare il sistema economico locale. Tanto anche attraverso l’efficientazione della struttura burocratica comunale. Si favorirà questo processo chiedendo alle grandi imprese, in accordo con i vincoli ambientali nazionali e internazionali, di avviare una politica proattiva mirata, di valorizzazione dei fornitori e prestatori d’opera locali, promuovendo accordi di collaborazione tra grandi imprese, imprenditoria locale, università, centri di ricerca presenti sul territorio. In un quadro sinergico dello sviluppo dell’area industriale nel senso dell’innovazione tecnologica, è fondamentale guardare al recupero e rilancio delle aree dismesse nell’area del Petrolchimico”.
Ferruccio Di Noi: “Il vecchio modello di sviluppo che ha segnato la recente storia economica e industriale (chimica ed energia) della città è in fase di esaurimento e superamento. I livelli di disoccupazione sono tra i più alti dell’Italia con una disoccupazione giovanile che supera il 50%. Sono la conseguenza e la conferma di uno assetto produttivo che non crea da tempo occupazione e sviluppo. Quindi, la ricetta è quella di programmare sin da ora con un tavolo istituzionale a livello nazionale, Governo, Regione, Aziende e parti sociali per mettere a punto le migliori strategie per una ricollocazione degli attuali lavoratori e inserire i giovani in cerca di occupazione. Le Aziende devono capire che è finita l’era che stavamo con il cappello in mano e l’anello al naso. Questo territorio è stato bistrattato e solo pochi si sono arricchiti alle spalle dei brindisini. E’ tempo di dire basta e realizzare quella concertazione concreta, fattibile che è mancata sino a ora”.
Riccardo Rossi: “La strategia energetica nazionale, la SEN, prevede che tutte le centrali a carbone debbano in Italia cessare le attività entro il 2025. Diviene quindi indispensabile avviare un confronto con il governo ed Enel per definire tempi ed investimenti necessari. Penso alle bonifiche e a tutte le attività alternative al carbone che debbono essere realizzate per garantire l’occupazione. Per il rapporto con le grandi multinazionali noi proponiamo un Patto per lo Sviluppo del Territorio, con il quale le grandi aziende si impegnano a definire e rendere noti i programmi di investimento a Brindisi e garantire una fetta importante dei lavori alle aziende del territorio garantendo rispetto dell’ambiente e una crescita economica ed occupazionale per la città di Brindisi”.
Gianluca Serra: “Il Movimento 5 Stelle sin dagli inizi della sua storia politica ha sempre sposato l’idea della chiusura di tutte le fonti inquinanti fossili attraverso un utilizzo delle fonti rinnovabili, oggi già impiegate in gran parte del mondo. Come prima forza politica del Paese, nella scorsa legislatura, abbiamo proposto per la prima volta un Piano Energetico Nazionale che prevedesse l’uscita completa dalle fonti fossili anche attraverso piani di riconversione economica delle maggiori realtà industriali impattanti sul territorio nazionale. Tra queste figura ovviamente anche la Centrale Federico II Enel di Cerano. Recentemente il Movimento 5 Stelle anche in Regione Puglia è riuscita a portare in audizione presso la Commissione Ambiente, la dirigenza Enel nazionale e locale, riuscendo così per la prima volta ad aprire un tavolo di confronto sulle prospettive future della centrale. L’idea di riconversione economica dell’area prevede interventi mirati per arrivare ad una dismissione degli impianti, una bonifica a 360° dell’area su cui insistono gli inquinanti ed il recupero delle aree attraverso una diversificazione dell’attività sino ad oggi svolta. Il tutto dovrà prevedere il mantenimento dei livelli occupazionali attuali predisponendo progetti che permettano anche un incremento degli stessi.
Con riferimento al rapporto con Eni/Versalis e più in generale con la chimica a Brindisi, invece, si cercherà di sostenere una linea tesa a far investire l’azienda un numero sempre maggiore di risorse sull’efficienza degli impianti, così da poter finalmente scongiurare i continui interventi del sistema di sicurezza e le conseguenti accensioni delle torce con rilascio degli inquinanti nell’atmosfera. Inoltre, l’introduzione della cosiddetta “Chimica Verde”.
Questione Rifiuti. Tutti gli impianti a Brindisi sono chiusi, il costo della Tari è tra i più alti d’Italia. Tutti i candidati parlano della riapertura degli impianti di trattamento, ma quelli esistenti sono obsoleti. Come intende affrontare l’emergenza e dove trovare le risorse? E quale la posizione sul progetto di A2A?
Roberto Cavalera: “Gli impianti del ciclo dei rifiuti di Brindisi sono pubblici e dovranno essere riaperti con l’intervento finanziario della Regione Puglia. I brindisini hanno versato e versano da anni la ecotassa, i cui proventi servono proprio a questo. Pretendiamo che a Brindisi venga riservato lo stesso trattamento delle altre province. Nessuno dimentichi che proprio il Presidente della regione ha firmato ordinanza per inviare a Brindisi (negli anni) i rifiuti provenienti da altre province. Adesso a Bari fanno finta di averlo dimenticato e pensano di abbandonarci al nostro destino. Quanto al progetto A2A, va detto subito che se l’imprenditore vuole investire in questo territorio sarà il benvenuto, ma non potrà farlo in un sito che dovrà essere restituito agli usi portuali. E comunque l’emergenza rifiuti va risolta con impianti pubblici”.
Massimo Ciullo: “Smaltire i rifiuti prodotti a Brindisi presso siti ubicati in altri comuni incide pesantemente sul costo della TARI e non giustifica più le spese di mantenimento di impianti inattivi se tali sono destinati a rimanere. Il Comune, da solo, non può attivare impianti per lo smaltimento e quindi dovrà cercare una sinergia con la Regione Puglia e con imprenditori privati seri e finanziariamente solidi. In merito ad A2A esprimo apertura e disponibilità ma sull’impianto di compostaggio il sito non può essere quello già proposto dalla società”.
Ferruccio Di Noi: “Il trattamento dei rifiuti urbani e la loro gestione risultano essere un importante problema visto che nel territorio brindisino non sono più operativi per sequestro alcuni impianti. Attualmente le tariffe che i cittadini pagano sono la somma della ecotassa per il mancato raggiungimento della percentuale di differenziato, della raccolta e allontanamento del rifiuto (con annessa spazzamento delle strade), il loro trasporto e trattamento nell’impianto di biostabilizzazione fuori provincia. Il totale viene poi diviso sugli utenti domestici e sulle attività commerciali. Quindi per intervenire sulla riduzione delle tariffe che i cittadini pagano bisogna intervenire su questi fattori. Noi proponiamo di aumentare la raccolta differenziata da una parte educando i cittadini alla corretta differenziazione. In questo modo otterremmo meno rifiuti che vanno all’impianto di biostabilizzazione e quindi in discarica con meno spese per questi trattamenti con conseguente riduzione della TARI. Un altro modo per ridurre la TARI è stanare gli utenti non registrati e che quindi sfuggono dal pagamento della tassa. Pensiamo anche di effettuare un’indagine conoscitiva sull’eventualità che ci siano Aziende interessate all’investimento per rendere operativi gli impianti oggi obsoleti. Su A2A è necessario valutare il progetto nel complesso che ha, comunque, un grosso Handicap: quello di essere a pochi chilometri dalla città e nel porto interno. Di certo, non siamo per il no a priore, ma per il no valutato e condiviso con i brindisini”.
Riccardo Rossi: “Sicuramente l’aspetto più critico attualmente riguardante il ciclo dei rifiuti è quello dell’assenza di un’impiantistica in città. Ciò aumenta i costi a carico dei cittadini. Dobbiamo quindi lavorare con la Regione per far ripartire gli impianti , ottenendo i fondi necessari. I risparmi che otterremo per lo smaltimento dei rifiuti consentiranno una riduzione della Tari .Siamo contrari al progetto A2A che prevede di utilizzare il sito nel porto per la realizzazione di un impianto di compostaggio. Le aree del sito dovrebbero essere utilizzate per sviluppare la retroportualità e per noi gli impianti di trattamento rifiuti debbono essere pubblici con gestione pubblica”.
Gianluca Serra: “Intervenire sugli impianti vuol dire, ad esempio, procedere alla bonifica della discarica di Autigno, processo già avviato dall’attuale Commissario cittadino e che proseguiremo attingendo dagli ingenti finanziamenti già richiesti dalla medesima struttura. Dopo la bonifica ed il conseguente dissequestro, tale sito potrà essere momentanemente utilizzato per il conferimento dei rifiuti ora non riciclabili ed esportati in altri impianti fuori dal territorio comunale (con abbattimento della Tari). Tale gestione passerà, quindi, da voce passiva a voce attiva all’interno del bilancio comunale anche grazie alle royalties che i Comuni dell’ARO andranno a versare nelle casse cittadine. Gli importi introitati andranno successivamente a finanziare la messa in sicurezza ambientale del sito e la sua definitiva chiusura. Ritentiamo che l’impianto di CDR, ormai vetusto e strutturato in violazione delle vigenti normative ambientali, andrà dismesso e sostituito con un nuovo impianto integrato per il trattamento ed il riciclo dei RSU. La FORSU, invece, dovrebbe essere trattata da impianti di compostaggio domestici e di comunità o comunque da impianti di compostaggio di tipo aerobico a gestione pubblica dimensionati alle necessità del territorio. Questo porterebbe anche a scongiurare la realizzazione del Progetto A2A che prevede, invece, un mega impianto di compostaggio di tipo anaerobico sovradimensionato che brucerà biogas con il fine di produrre ancora energia elettrica. Tali misure permetteranno un reale abbattimento della Tari nel breve periodo. Inoltre, si continuerà nel lavoro di implementazione della raccolta differenziata, rafforzando il già avviato progetto di isole ecologiche mobili, affiancando alla forte campagna di sensibilizzazione presso la cittadinanza la realizzazione di centri di riuso, fino a giungere ad un sistema che conduca ad una applicazione puntuale della imposizione fiscale relativa al servizio, ovvero la cosiddetta Tariffa Puntuale.
Con quali criteri sceglierete la vostra squadra di governo?
Roberto Cavalera: “Il criterio principale sarà quello delle competenze specifiche, settore per settore. Ma questo non significa che ci sarà spazio solo per tecnici, tanto più perché riconosco alle forze politiche della coalizione un ruolo fondamentale nell’impostazione delle linee e degli strumenti di governo della città. Decideremo insieme in quale direzione procedere”.
Massimo Ciullo: “Gli assessori saranno scelti in piena sintonia con i partiti che compongono la coalizione che mi sostiene e dietro loro indicazione. Ovviamente si tratterà di persone che dovranno essere dotati delle competenze adeguate alla delega da assolvere.
Ferruccio Di Noi: “Non certo con il manuale Cencelli, bensì valutando le competenze: questo significa che qualora non dovessero esserci delle figure professionali all’altezza dei problemi da affrontare, potremmo pensare di pescare all’esterno della maggioranza”.
Riccardo Rossi: “Il criterio che ci guiderà è la moralità e la competenza. E’ fondamentale avere persone capaci in grado finalmente di dare risposte ai bisogni dei cittadini e consentire a Brindisi di riprendere il ruolo di capoluogo di Provincia e centro importante in Puglia”.
Gianluca Serra: “Coerentemente con la nostra idea di trasparenza e legalità nella Pubblica Amministrazione, il M5S di Brindisi ha deciso di scegliere parte degli assessori, che andranno ad amministrare la nostra Città, non nei vecchi oscuri corridoi della politica ma in base a merito e competenza. Pertanto abbiamo predisposto e pubblicato un Bando a Chiamata Pubblica attraverso il quale i cittadini hanno inoltrato la propria candidatura. Per noi tale ruolo non rappresenta una moneta di scambio, ma è una opportunità per i cittadini indipendenti che hanno voglia di lavorare solo alla attuazione del nostro programma. Nei casi in cui i curriculum non dovessero risultare sufficienti a ricoprire le diverse competenze richieste per gli assessorati, si procederà per competenza e nomina fiduciaria”.
Lucia Portolano
(per Il7 Magazine)
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