Ricci di dubbia provenienza, sequestro e 4500 euro di multa, dall’1 maggio parte il fermo

TORRE CANNE- Ricci di mare di dubbia provenienza in un automezzo tra Torre Canne e Savelletri i militari della Capitaneria di Porto al comando del capitano di vascello Salvatore Minervino, sequestrano 2mila ricci  e scatta la multa da 4500euro.

ricci in mareNella tarda  mattina di oggi i militari hanno individuato e sottoposto a controllo lungo la costa tra Torre Canne e Savelletri un automezzo, all’interno del quale sono stati trovati circa 2.000 ricci di mare.

Alla richiesta dei militari, gli occupanti non hanno saputo fornire indicazioni circa la provenienza del prodotto ittico, tanto meno sono stati in grado di fornire una valida documentazione di tracciabilità. A questo punto è scattato il sequestro con una  contestuale multa  di 4.500 auro.

I ricci sequestrati, essendo freschi e sono stati immediatamente reimmessi in mare.

La Guardia Costiera lancia un appello ai consumatori sull’importanza di acquistare esclusivamente prodotti ittici di cui sia nota la provenienza. “In particolare- si legge in una nota della Capitaneria- il riccio di mare, essendo un animale filtratore, potrebbe rivelarsi un pericolosissimo veicolo di trasmissione di malattie.  L’assenza di tracciabilità è peraltro sintomatica di attività illecite perpetrate da individui che, oltre ad effettuare l’attività di pesca con modalità illegali piuttosto che in zone non consentite, pongono in vendita il pescato in maniera altrettanto illegale, creando una condizione di rischio per la salute dei consumatori.”

Il Comandante della Capitaneria di Porto informa che, ai sensi del decreto del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali del 12 Gennaio 1995, nel periodo a partire dal 1 Maggio e fino al 30 Giugno inclusi sarà in vigore il cosiddetto “fermo” vale a dire il divieto di raccolta, detenzione, trasporto e commercializzazione del riccio di mare. Il divieto si applica a tutti i soggetti che effettuano tali attività quindi, non solo ai pescatori professionali autorizzati ed ai pescatori sportivi, quanto a tutti quei soggetti che a vario titolo creano la domanda e l’offerta durante il periodo di fermo. Si ricorda, inoltre, che tale divieto viene imposto al fine del ripopolamento e della ricostruzione dello stock ittico e che, la violazione di tale precetto comporta una sanzione fino a 12.000 euro.

Nel rinnovare l’invito a tutti affinché segnalino comportamenti illeciti o situazioni dubbie, si ricorda che sono attivi 24 ore su 24, 7 giorni su 7 il numero di centralino della Sala Operativa 0831521022 e la casella di posta elettronica cpbrindisi@mit.gov.it mentre, per le sole emergenze in mare, il numero blu 1530.

BrindisiOggi

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