‘Vertenza Brindisi’: i sindacati organizzano domani conferenza in piazza Vittoria

Cinque per mille AIL

BRINDISI – “Vertenza Brindisi”: i segretari di Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato per domani mattina (8 febbraio) una conferenza stampa alle 11 in piazza Vittoria dove illustreranno il percorso unitario per affrontare le gravi criticità vertenziali presenti sul territorio.

Crisi occupazionale, sanità ambiente, sono questi i principali temi e problemi che saranno affrontati dai sindacati giovedì mattina a Brindisi

“In ambito sanitario – scrivono nella missiva – la nostra area è stata penalizzata da un Piano di Riordino; processo mirato a criteri ragioneristici, non hanno tenuto delle necessità del territorio ed hanno creato una sanità al collasso; basti vedere i risultati  negativi della chiusura e riconversione degli ospedali di Fasano, Mesagne e S. Pietro Vernotico. Riteniamo che occorre dare voce alle giuste protese dei cittadini-utenti che subiscono quotidianamente, sull’intero territorio brindisino, disagi e costi per tutelare la propria salute”.

Ciò che hanno richiesto è una Conferenza dei sindaci, per richiamarli – dicono – alle loro responsabilità politico-amministrative, contestualmente ad una mobilitazione di lavoratori , pensionati e cittadini.

Intanto, hanno lanciato anche una petizione popolare, che i cittadini possono già sottoscrivere recandosi presso il gazebo allestito in piazza Vittoria e che sarà inviato al Governo, alla Regione Puglia ed a tutte le Autorità ed istituzioni locali.

“E’ pur vero che una serie di congiunture negative abbiano fatto si che l’intera provincia – si continua nella lettera – sia stata oggetto di commissariamenti che hanno rallentato la macchina politico-amministrativa, ma è altrettanto vero che un territorio come quello della nostra Provincia non possa essere continuo oggetto di sciacallaggio da parte di terzi che quasi sempre non mirano al bene del territorio, ma solo al suo sfruttamento, salvo poi abbandonarlo dopo averlo depredato”.

I sindacati si soffermano su alcuni punti: “Ed è per questo motivo che citiamo pur sinteticamente problematiche come, la logistica del nostro Aeroporto, chiediamo infrastrutture che lo rendano sempre più internazionale e all’avanguardia ed un Porto  in grado di ospitare sia la croceristica,  che le navi da carico, debba essere attenzionato e valorizzato  per la sua effettiva portata. Così come è attesa da tanti anni la bonifica della zona industriale, troppi poli industriali si sono succeduti e sono andati via lasciando sul territorio, poca occupazione un inquinamento industriale”.

E ancora: “Negli ultimi anni, vuoi la spietata concorrenza di altri paesi, vuoi la poca incisività politica mostrata dai nostri amministratori, si sta assistendo alla progressiva desertificazione della zona industriale. I poli di eccellenza hanno lasciato solo ruderi, problemi e zone da bonificare, si spera di recuperare quantomeno il settore aereonautico di cui Brindisi è un illustre rappresentante da sempre. In questo contesto, ribadiamo la nostra maggiore attenzione   allo stato di salute dei lavoratori e dei cittadini”.

“Non ci sono più i tempi di un’industria senza limiti, sulla pelle persone, abbiamo compreso che le norme a tutela della salute sono prioritarie a tutto. Grazie anche ad una normativa più sensibile ai problemi della salute, e in una provincia come Brindisi l’attenzione su questi temi deve essere massima. Poiché noi siamo una provincia composita in grado di offrire turismo, agricoltura, ma anche grandi industrie, ed è per questo che occorre la giusta interazione fra settori all’apparenza conflittuali. E la soluzione è data rispettando il territorio e le sue vocazioni naturali”.

I sindacati scrivono che le grandi industrie del passato hanno lasciato un territorio pieno di agenti inquinanti, la nostra forza deve essere quella di attrarre l’attenzione affinchè si possa bonificare l’intera perimetrazione industriale, che conseguentemente andrebbe a rigenerare anche tutti i terreni limitrofi ormai in stato di abbandono. In questo modo potrebbe ripensarsi la vocazione originaria del territorio, incentivare quindi i settori agricolo ed alimentare, che da sempre sono stati una risorsa per i nostri avi. In quel modo si eviterebbero le dolorose migrazioni dei nostri giovani che esportano il loro sapere verso altri territori più ospitali.

“Problematiche queste, che  hanno fatto si che si creasse instabilità in ogni settore, non per ultimo quello del commercio, privato della linfa necessaria alla sua esistenza: il potere d’acquisto. Il territorio è in crisi,  non si spende e quindi gli esercizi commerciali piuttosto che diffondersi, chiudono perché non c’è chi possa spendere. E’ assolutamente necessaria una netta inversione di questa situazione!”. concludono.

BrindisiOggi

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