Adrian Banks, un saluto amaro ma ora ci attendono altre sfide

BRINDISI- Ricordo gli amori estivi da adolescente, intensi e forti, profondi per il ristretto arco temporale di una stagione o due, destinati a finire e a vivere nel ricordo a volte amaro di una fotografia o visti i tempi moderni di un post sul social network preferito.

Questo mi è venuto in mente circa l’addio di Adrian Banks alla città di Brindisi e alla sua squadra di basket.

Addio vissuto male dai fan romantici che in città seguono le sorti del team, a vari livelli lo sfogo ha raggiunto lo scopo di innervosire molti dei giocatori che in questa stagione hanno contribuito al successo sportivo della Happy Casa Brindisi, in rotta di collisione oltre al capitano Banks, ci sarebbero anche Martin e Stone che hanno reso evidente la loro frustrazione nei confronti della proprietà con una chiara presa di posizione su Twitter, dove reclamano l’indipendenza nelle scelte di vita da parte del giocatore di turno senza dover essere tacciati di ingratitudine o tradimento.

La vicenda è salita pericolosamente di importanza, quando anche l’agente americano di Banks, è uscito allo scoperto proteggendo il suo assistito denunciando il comportamento generale che hanno tutte le società di basket quando un giocatore sceglie di continuare la carriera altrove, per puri motivi economici (sempre rispettabili) e di vita (anche questi rispettabili).

In casi come questo riappropriarsi della realtà non è puro esercizio di stile ma una necessaria operazione volta a garantire una comunicazione strettamente legata all’accadimento sportivo.

L’ambiente sportivo (e non), di Brindisi, guarda con molta attenzione al percorso che porterà alla nascita della nuova e speriamo moderna struttura che ospiterà le partite della squadra di basket e di eventi più disparati, è quello lo snodo strutturale ed economico che potrà assicurare alla città altri dieci o cento Adrian Banks futuri, la stabilità economica, la profittabilità necessaria a guardare gli orizzonti temporali in maniera chiara e strutturata.

Adrian Banks è stato un giocatore amato e rispettato qui a Brindisi, autore di partite meravigliose che spesso ci hanno fatto considerare il basket come se fosse una poesia per l’eleganza dei suoi movimenti e per il trasporto delle sue azioni, nulla di quello che ha fatto, potrà scivolare in un ricordo sbiadito dal tempo o riposto nel cassetto dei ricordi.

La passione però ci spinge a guardare avanti, a quello che sarà augurandoci che possa essere sempre meglio di quello che è stato in un processo di miglioramento sportivo e gestionale che non potrà che far bene a tutti.

Guardare al futuro senza dimenticare il passato è la sfida che attende tutti quelli che a vari livelli gravitano intorno allo sport cittadino più amato.

Saremo in grado di raccogliere la sfida ?

 

Amedeo Confessore

 

 

 

 

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