Fallimento della Cittadella della ricerca: 12 indagati, quando Ferrarese denunciò “strani affari”

BRINDISI – Bancarotta fraudolenta, questo è il reato contestato a 12 persone dopo il fallimento della Cittadella della ricerca tra Brindisi e Mesagne. Arriva la fine conclusione indagine a firma del procuratore capo Antonio De Donno per un’inchiesta condotta dalla Guardia di finanza di Brindisi per un periodo di riferimento che va dal 2005 al 2013, anno del fallimento. Indagato il liquidatore, i  componenti dei consigli d’amministrazione e il collegio sindacale. Il primo a sollevare dubbi sui conti della Cittadella fu il presidente della Provincia, Massimo Ferrarese, che denunciò in consiglio provinciale i conti che non tornavano, con la mancanza di introiti e affitti mai pagati e mai richiesti.  All’interno della struttura  c’era anche una Foresteria diventata nel tempo un vero e proprio hotel.
Gli indagati sono Vitantonio Gioia, Antonio Andreucci, Luigi Barone, Fulvio Faggiano, Alfredo Anglani, Annunziato Masiello, Giuseppe Santoro, Giuseppe Simone, Alessandro Gianicolo, Marco Botrugno, Fabio Palumbo e Angelo Colucci. Il liquidatore e i componenti dei due diversi consigli d’amministrazione avrebbero “cagionato o concorso a cagionare il dissesto della società e poi il fallimento della stessa, effettuando operazioni dolose”, mentre al collegio dei sindaci  viene contestato l’omesso dovuto controllo sull’operato dei componenti del Cda.
Dalle indagini è emerso che sarebbe stata omessa la riscossione dei crediti, i più rilevanti dei quali sono relativi ai canoni di locazione proprio della Foresteria: cinque milioni di euro dal 2006 al 2012. Proprio su questo ci fu la denuncia da parte dell’allora presidente della Provincia Ferrarese. In quei mesi scoppiò anche un incendio all’interno dei locali dell’edificio, e andarono in fumo numerosi documenti.

 

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