“Lunch box” per la mensa, via la plastica anche da scuola

BRINDISI- (Da Il7 Magazine) Plastic free anche nelle mense scolastiche, arriva il “lunch box”, piatti, posate e borraccia per consumare i pasti a scuola, il tutto rigorosamente riciclabile. E’ il progetto, ancora in via sperimentale, lanciato dal Comune di Brindisi nelle scuole dell’infanzia e primarie a tempo pieno per eliminare del tutto l’utilizzo della plastica anche a mensa. Si tratta di una scatola in materiale riciclabile che contiene tutto il necessario da adottare durante l’ora della refezione. Dai contenitori per consumare il primo e secondo piatto, alle posate , alla scatolina per il formaggio per arrivare alla borraccia. L’idea è quella di utilizzare materiale alternativo per inquinare meno e, nel medio-lungo periodo, abbattere i costi. In pratica, un modo per far sparire la plastica monouso sino ad ora utilizzata durante la mensa. L’iniziativa, lanciata per l’appunto dal Comune di Brindisi, uno dei primi ad adottare il metodo “plastic free” anche negli uffici dell’amministrazione, è sostenuta dalla ditta che abitualmente si occupa di fornire i pasti nelle scuole, la Serenissima. Con il tempo il lunch box dovrebbe sostituire definitivamente piatti , posate e bicchieri di plastica che continuano ad essere utilizzate nelle scuole. Attualmente hanno fatto richiesta del lunch box solo due plessi, uno al rione Casale ed uno al rione Cappuccini. Ad ogni bambino viene affidato l’occorrente per pranzare che poi verrà riutilizzato ad ogni pasto. L’alunno, terminata la mensa, dovrà portare con sé il lunch  box, lo riporrà nello zainetto per poi affidarlo al genitore che si occuperà di pulirlo pronto per la volta successiva. “Penso che sia una soluzione ottima sotto tanti punti di vista- dice l’assessore comunale all’istruzione Isabella Lettori- si rispetta l’ambiente, si tagliano i costi ed è una misura semplice da adottare. L’unico inconveniente in cui si potrebbe incappare è che qualcuno dimentichi di lavare il box e lo lasci così come è nello zainetto del figlio. Può succedere, accade anche quando si dimenticano le vecchie merendine. Per questo chiediamo un po’ di attenzione ai genitori”.  Eliminando la plastica e adottando questi contenitori riutilizzabili si dimezza anche la produzione di rifiuti nelle scuole, un bel passo in avanti se non fosse che al momento, come dicevamo, questa buona pratica è stata adottata solo da due istituti. Nel frattempo i dirigenti scolastici hanno altro a cui pensare, monta in questi giorni la protesta da parte dei genitori per il mancato avvio della mensa scolastica. Secondo previsioni il servizio sarebbe dovuto partire il primo ottobre peccato che così non è stato in gran parte dei plessi scolastici. “Il Comune e la ditta erano pronti, così come previsto -ha spiegato l’assessore Lettori- lo stesso non si può dire per le scuole”. Che la cucina della Serenissima, per l’appunto la ditta che si occupa del servizio mensa nelle scuole, e i pasti fossero pronti per essere distribuiti  su questo non vi è dubbio. Alcuni plessi hanno infatti iniziato regolarmente la mensa scolastica dal primo ottobre, altri invece, come  il comprensivo Bozzano e comprensivo Sant’Elia – Commenda hanno deciso di posticiparla. Il motivo è presto detto, nonostante la buona volontà dei dirigenti scolastici, all’appello mancava il personale Ata e degli Lsu, i lavoratori socialmente utili, che quotidianamente garantiscono l’assistenza e la pulizia nelle strutture scolastiche. Il personale Ata e Lsu ha il compito di sorvegliare i ragazzi durante la consumazione dei pasti, di assisterli là dove ve ne sia bisogno e di ripulire gli ambienti. Tutte mansioni estremamente necessari ed indispensabili per far funzionare una mensa scolastica, in loro assenza, infatti, nessun altro può assumersi simili responsabilità. Per questo motivo  i dirigenti scolastici hanno preferito posticipare l’inizio della mensa sino a quando non fossero in grado di garantire questi servizi accessori. E’ evidente che questa scelta, seppur dettata da circostanze indipendenti dalla volontà dei presidi, ha creato molto malumore tra i genitori. Chi sceglie, infatti, il tempo pieno lo fa essenzialmente, oltre che per l’offerta formativa, per una ragione di lavoro. I genitori dell’alunno che resta a mensa hanno estrema difficoltà a ritirare il figlio da scuola ad orario di pranzo e per questo motivo il ritardo con il quale è stato avviato il servizio ha creato molti malumori. In questi giorni molti rappresentati dei genitori si sono rivolti all’ufficio scolastico che si trova all’interno del Comune nella speranza di avere una qualche risposta, ma di risposte ve ne sono poche e di soluzioni ancora meno visto che la scuola se non copre  gli orari  con il personale Ata e Lsu può fare ben poco.  Anche l’Ufficio scolastico provinciale è stato sollecitato. La mancanza dei collaborati sarebbe dovuto anche    allo scorrimento nelle graduatorie per l’assegnazione delle supplenze. E’ tutto un gran caos, un caos che si crea ad ogni principio di anno scolastico ed a poco o nulla servono le proteste dei genitori e i solleciti da parte del Comune che vorrebbero risolvere nel più breve tempo possibile il problema. Ma la “musica non cambia” ed a pagarne le conseguenze sono sempre le famiglie con i loro bambini. Armati di pazienza, così , i dirigenti scolastici si barcamenano tra le lamentele dei genitori e i solleciti del Comune nella speranza che la situazione possa risolversi quanto prima.
Lucia Pezzuto per Il7 Magzine

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