Massacra di botte la compagna e poi tenta di strangolarla con il cavo del phon , arrestato 30enne

OSTUNI- Massacra di botte la compagna e poi tenta di strangolarla con il cavo del phon , arrestato 30enne.

Un uomo di 30 anni, D.G. di Ostuni già noto alle forze dell’ordine,  è stato arrestato con l’accusa di lesioni personali aggravate nei confronti della convivente.

Il provvedimento è stato eseguito dagli agenti del commissariato di Ostuni venerdì sera. La vittima dopo una violenta lite con il compagno aveva trovato rifugio a casa dei vicini che avevano allertato le forze di polizia.

Secondo una prima ricostruzione fatta dagli investigatori il 30enne dopo una violenta lite avrebbe aggredito a calci e pugni la compagna costringendola a rifugiarsi in bagno. L’uomo tuttavia in preda alla rabbia era riuscito a sfondare la porta ed afferrare la malcapitata tentando  dapprima di soffocarla con la tendina della doccia, poi colpendola  in testa col phon e di seguito aveva tentato di strangolarla  col filo dell’elettrodomestico. La vittima agitandosi era riuscita ad allontanarsi dalla stretta ed a correre in camera da letto dove l’uomo però  l’aveva raggiunta ed aveva proseguito a picchiarla con un forte calcio al ventre scaraventandola sul letto e poi nuovamente la colpiva con pugni e testate in pieno viso, rincarando la dose, rivolgendole la frase del tenore “tu da qui non esci viva”.

Solo per un caso fortuito la  donna era riuscita a sfuggire alla furia del compagno ed a trovare rifugio a casa dei vicini da dove aveva allertato la polizia.

La donna così era stata soccorsa e portata in ospedale dove i medici le hanno diagnosticato una prognosi di 21 giorni. Nel frattempo il compagno veniva rintracciato ed arrestato.

L’uomo su disposizione dell’autorità giudiziaria era stato sottoposto agli arresti presso un domicilio differente da quello della vittima. Ma la donna poi ha deciso di non denunciare il compagno così nella giornata di ieri, il giudice per le indagini preliminari, convalidava l’arresto operato in flagranza di reato e sottolineando il positivo effetto deterrente e rieducativo dell’arresto  dell’uomo e lo rimetteva in libertà, ammonendolo severamente al mantenimento di una condotta di vita non equivoca ne lesiva dell’integrità psico-fisica della vittima nel corso del prosieguo dell’iter giudiziario a suo carico.

BrindisiOggi

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