“Se non torni con me te la faccio pagare”: ancora violenza sulle donne, 30 casi in un anno

LATIANO – “Se non torni con me te la faccio pagare”. Un amore che finisce, un matrimonio andato in fumo che sfocia in violenze. Un ex marito che diventa un “incubo” per una donna che è costretta a rivolgersi alla polizia e chiedere aiuto. Ad un uomo F.I. (queste le sue iniziali) di 48 anni di Latiano gli è stato vietato di avvicinarsi ai luoghi abitualmenti frequentati dalla vittima. L’ordinanza della misura coercitiva personale è stata emessa dal tribunale di Brindisi su richiesta della locale Procura.

Una ennesima storia di soprusi contro una donna che arriva da Latiano, in provincia di Brindisi. La vittima è una donna che dopo la fine del suo matrimonio ha visto modificare la sua vita in un vero e proprio tormento. Pedinamenti, telefonate, sms, minacce da parte del suo ex marito.

Come accertato dagli agenti del commissariato di Mesagne, guidati dal vice questore aggiunto Rosalba Cotardo, che hanno effettuato le indagini, il 48enne latianese dopo la separazione dalla moglie avrebbe posto in essere una serie di comportamenti, reiterati nel tempo, che avrebbero costretto la donna ad un regime familiare e di vita avvilente e mortificante. La vittima sarebbe stata costretta così, dopo mesi, ha sporto denuncia contro l’ex marito e ha raccontato tutti gli episodi di violenza fisica e verbale subiti dall’uomo.

La vittima, da quanto accertato, sarebbe stata anche minacciata che se non fosse tornata con lui gliela avrebbe fatta pagare. La donna, oggi, per sfuggire alle “violenze” del suo ex marito ha dovuto abbandonare la sua terra, il suo paese in provincia di Brindisi e rifugiarsi a casa di alcuni parenti al Nord Italia.

Ogni anno almeno trenta donne, tra Brindisi e Provincia, si rivolgono alla polizia segnalando l’ex compagno per stalking, ossia per condotta reiterata di minaccia e molestia. Oltre la metà di questi casi si chiudono a seguito di una denuncia o di un decreto di ammonimento da parte del questore, solo una minima parte, invece, sfocia in un processo penale e una sentenza di condanna. Questo accade quando o la vittima cambia idea e chiede di non procedere più nei confronti dell’ex, o quando la persona che assume questi atteggiamenti persecutori desiste.

Il reato di stalking (dall’inglese to stalk, letteralmente “fare la posta”) è entrato a far parte dell’ordinamento penale italiano mediante il d.l. n. 11/2009 (convertito dalla l. n. 38/2009) che ha introdotto all’art. 612-bis c.p., il reato di “atti persecutori”, il quale punisce chiunque “con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita. Oggi è uno reati più diffusi, c’è grande attenzione da parte delle forze dell’ordine che tuttavia hanno il compito di verificare ogni circostanza.

BrindisiOggi

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