Nuovi accosti, dragaggio e colmata: via libera del consiglio comunale, ma tre di BBC non votano

BRINDISI – Opere di completamento degli accosti portuali di Sant’Apollinare; dragaggio di Costa Morena e di Sant’Apollinare e del canale del porto medio; opere di completamento dell’infrastrutturazione portuale mediante banchinamento e realizzazione della retrostante colmata tra il pontile petrolchimico e costa morena est, dopo l’autorizzazione della commissione di VIA. Il consiglio comunale approva con 21 voti favorevoli, tra maggioranza ed opposizione l’ordine del giorno presentato da tutte le forze politiche sul porto. Ma sull’argomento il gruppo consiliare di Brindisi Bene Comune, proprio il movimento del sindaco, si spacca. Al momento della votazione escono dall’aula, posizione già dichiarata durante la discussione: Anna Lucia Portolano, Anna Calabrese e Marco Vadacca. “Lo abbiamo fatto per rispetto alla nostra storia personale – spiega la consigliera Portolano– ma non  c’è nessuna spaccatura. Solo una posizione diversa in merito al banchinamento di Sant’Apolinnare. Per il resto apprezziamo il lavoro svolto”.

 Consiglio monotematico sul porto è durato circa 3 ore, nel pubblico numerosi operatori portuali, da Teo Titi ad Adriano Guadalupi, da Rino Barretta a Franco Aversa, per citarne solo alcuni. “Siamo soddisfatti  di questa posizione dell’amministrazione – afferma Guadalupi – a piccoli passi riusciremo a raggiungere  qualche obiettivo. Rossi se ha delle progettualità deve confrontarsi e  non restare chiuso nella sua stanza”.

Con il documento il consiglio impegna il sindaco: a sorvegliare sui lavori di banchinamento di Sant’Apollinare, in collaborazione con gli  Enti preposti, affinché siano rispettate le distanze di legge dal sito archeologico di Punta delle Terrare, ad ottenere inoltre garanzie vincolanti circa l’investimento da parte dell’AdP della somma 500 mila euro  per le iniziali  opere di scavo e valorizzazione del sito archeologico di Punta delle Terrare, richiedendo un ulteriore impegno di spesa a totale copertura degli interventi necessari. Ed a ottenere garanzie vincolanti circa la realizzazione del progettato parco urbano con progettualità architettoniche coerenti con la memoria storica dei luoghi e compatibile con il traffico crocieristico-turistico. Ma anche ad avviare una trattativa  con l’AdP che porti alla realizzazione nell’area, oggetto di intervento, di un museo del mare (anche utilizzando Palazzo Monticeli, Villa Skirmut -da ristrutturarsi a spese dell’AdP). Con riferimento alla Cassa di Colmat (tanto contestata nei presi precedenti dallo stesso assessore all’Urbanistica Borri) si impegna Rossi  ad ottenere garanzie vincolanti affinché l’opera sia utilizzata per la raccolta del solo materiale di dragaggio del porto di Brindisi, scongiurando che essa possa essere utilizzata per accogliere sedimenti esogeni provenienti da altri porti, anche laddove questi ultimi facciano parte dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale. A tal proposito ad ottenere cogenti rassicurazioni sulla esecuzione di puntuali ed attuali analisi dei materiali inquinanti rilevati anche in corso di raccolta e sversamento; oltre a sorvegliare, in collaborazione con gli Enti preposti, affinché siano tutelate le retrostanti aree naturali protette, non sia alterato né sottratto alcun habitat di interesse floristico e/o faunistico e che la realizzazione delle opere di progetto non apportino alcuna modifica al clima acustico attuale. A questo si aggiunge la richiesta di recupero dei rapporti di gemellaggio a suo tempo sottoscritti dal Comune di Brindisi con le città di Igoumenitsa, Corfù e Durazzo al fine di ipotizzare interventi di rafforzamento dei rapporti transfrontalieri da far finanziare con i fondi dei prossimi programmi Interreg Italia/Grecia e Italia/Albania/Montenegro; rilanciare il ruolo di Brindisi all’interno della comunità dei porti dell’Adriatico e dell’alto Ionio nata a Brindisi e che vedeva partecipi le città portuali italiane di Brindisi, Pescara, Ancona e Venezia oltre a quelle della Croazia, della Slovenia, del Montenegro, dell’Albania e della Grecia. Inoltre nell’ordine del giorno il Consiglio Comunale  chiede all’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale di accelerare il processo per la creazione del Piano Regolatore di Sistema Portuale, a Brindisi ancora fermo al 1975; procedere ad una valutazione tecnico-ambientale sulla possibile implementazione dei dragaggi (da portare a quota -17 m.) affinché il Porto di Brindisi diventi attrattivo per i traffici favoriti dalla nuova Via della Seta ed in generale per tutti i traffici provenienti dal canale di Suez; realizzare i dispositivi ancora necessari alla sicurezza del porto; assicurare, con riferimento alla Cassa di Colmata, che l’opera abbia caratteristiche costruttive che sin da ora rassicurino un proficuo utilizzo futuro della stessa, scongiurando l’esclusivo utilizzo di contenimento dei sedimenti; chiedere ad Enel un crono-programma certo relativo alla dismissione della banchina a loro concessa, per poter pianificare nuove attività; creare un progetto aggiornato di indicazioni stradali per i veicoli destinati e provenienti dal porto.

Il sindaco ha parlato di un porto in crisi. “Lo dicono i dati –spiega Rossi – lo preciso perché circola la leggenda di una crisi provocata dai no dell’amministrazione comunale. Dobbiamo ogni alibi al presidente dell’Autorità portuale, quando dice che Brindisi deve decidere. Oggi stiamo decidendo”. Per Rossi le opere devono essere realizzate prima del 2013, data che invece aveva dato Patroni Griffi. IL sindaco di riferisce al terminale passeggeri, alla banchina del porro interno e alla bonifica dell’area ex Pol.

 

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