I sindacato difendono Versalis: “L’Aia era stata già chiesto dall’azienda, le istituzioni pensino al lavoro e alle altre fonti inquinanti”

BRINDISI – Le organizzazioni sindacali di categoria Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Cisal intervengono dopo la  decisione del comune di Brindisi di chiedere al Ministero dell’ambiente la revisione dell’AIA per Versalis, azienda che opera nel Petrolchimico.  Riceviamo e pubblichiamo la nota. “Le parti sociali brindisine, nel corso degli anni, si sono sempre distinte non solo per la capacità di mediazione tra le varie amministrazioni che si sono succedute (purtroppo tante…), ma anche per le proposte sempre costruttive fatte in ogni consesso e non ultimo per l’alto grado di pazienza e di sopportazione per gli attacchi subiti e per i dinieghi ricevuti. Abbiamo sempre dato e continueremo a dare la nostra disponibilità, insieme ai livelli Confederali a partecipare a tavoli di confronto con le organizzazioni datoriali e gli Enti Istituzionali, per condividere percorsi unitari, privi di ricatti ideologici, nei quali poter affrontare seriamente le varie problematiche che insistono anche nel nostro settore. Per il sindacato il ruolo è sempre stato quello di difendere i colleghi-lavoratori, la loro professionalità che ancora una volta viene messa in dubbio da qualche amministratore, e il ruolo che all’interno delle varie aziende le nostre rappresentanze svolgono quotidianamente in materia di salute, sicurezza e ambiente. Da qui parte anche la nostra difesa per le aziende che negli anni hanno investito e innovato nel nostro territorio, sia sotto l’aspetto impiantistico e ambientale portando benefici economici e occupazionali. Non difendiamo a priori, o per campanilismo o peggio ancora per interesse di bottega tutte le aziende, anzi, proprio contro EniVersalis, quando c’è stato da scioperare per difendere i nostri diritti non abbiamo esitato perché ci sentiamo liberi da condizionamenti, ma ci opporremo sempre alle varie strumentalizzazioni che su questa materia non mancano. Bisogna superare il teorema che il sistema industriale di Brindisi, sia l’unica fonte emissiva da monitorare e da considerare per l’inquinamento complessivo del territorio e per i danni sanitari alla popolazione, privi di ogni fondamento scientifico. Lo stesso Studio Forastiere, tra l’altro opinabile e messo in discussione da un altro Studio effettuato dal Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione dell’Università di Tor Vergata di Roma, fa un’analisi riduttiva riferendosi ad assetti industriali del passato, e comunque anch’esso attesta una diminuzione notevole delle emissioni industriali negli ultimi anni a Brindisi. Tali assetti sono abbondantemente superati con l’introduzione delle AIA in ogni stabilimento e per prescrizioni in esse contenute. Per altro, secondo il rapporto “Air quality in Europe 2018” dell’AEA pubblicato nei giorni scorsi, il trasporto su strada è una delle maggiori fonti di inquinamento atmosferico in Europa, in particolare di inquinanti nocivi quali il biossido di azoto e il particolato. Anche le emissioni provenienti dall’agricoltura contribuiscono notevolmente ad inquinare l’atmosfera, questo settore è responsabile del 90% delle emissioni di ammoniaca la quale influenza negativamente la qualità del suolo e dell’acqua. E allora, a chi giova questo continuo gioco al massacro contro quelle aziende che sostengono tutto il sistema economico della provincia? Sarebbe utile a giudizio del sindacato avviare un confronto con Comune e Provincia per capire come affrontare le varie problematiche legate allo smaltimento dei rifiuti, al congestionamento del traffico nel centro della città per contenere i limiti emissivi del traffico urbano. Cosi come sarebbe necessario affrontare i grossi problemi della sanità in particolare presso l’ospedale di Brindisi e rilanciare il Centro di Medicina del Lavoro e i reparti con i quali ENI ha sottoscritto un protocollo per specifiche iniziative di prevenzione con i lavoratori ed ex lavoratori. In questi giorni il rapporto dello SVIMEZ sul Mezzogiorno, evidenzia le sue potenzialità, e sottolinea i suoi ritardi e debolezze. Al Sud serve lavoro e buona occupazione per superare il divario con il resto del Paese, e la strada risolutiva non può essere quella dei sussidi. Cosi come previsti con il “reddito di cittadinanza” che rischia di tradursi in puro assistenzialismo. Il lavoro si crea intanto mantenendo quello che c’è e affiancando le aziende serie che hanno dimostrato nel tempo la loro affidabilità, poi impiegando denaro in infrastrutture materiali ed immateriali per attrarre nuovi investimenti e infine investendo sui giovani, contrastando la dispersione scolastica, le attività illegali e la criminalità organizzata che imperversa quotidianamente proprio per la mancanza di risposte occupazionali. Queste le nostre idee che mettiamo a disposizione di tutti quanti cittadini compresi, non abbiamo bisogno di tornare sugli effetti e sulle cause che determinano le accensione delle Torce di emergenza, lo ha già fatto tempestivamente la società Versalis con un dossier anche voluminoso, pieno di dati abbastanza comprensibili anche da gente comune. Ci piacerebbe, in segno di trasparenza, che la relazione di Versalis venisse resa pubblica così come è stato fatto con la diffida da parte del Comune. Ci spiace invece che l’Amministrazione Comunale abbia valutato insufficiente le controdeduzioni di Versalis, come ci spiace che ritenga superata la proposta di un Tavolo Tecnico avanzata dallo stesso Sindaco ed accettata dall’Azienda nell’incontro del 18 settembre scorso. Certamente la strada intrapresa, quale quella della Revisione dell’AIA è irta di difficoltà. Per onestà intellettuale però bisogna dire che la richiesta di revisione di tutte le Autorizzazioni Integrate Ambientali è già stata prevista dal Ministero dell’Ambiente che recepisce nuovi limiti emissivi europei e l’utilizzo di Best Available Technology. Così come anche la stessa Versalis ha già richiesto la riapertura dell’AIA nel momento in cui ha avviato il procedimento autorizzativo, necessario per avviare le attività di cantiere per la realizzazione della nuova Torcia a Terra. Quindi non si possono rincorrere primogeniture, siamo tutti consapevoli ed anche favorevoli alla riapertura dell’AIA. Riteniamo infine, che l’investimento della Torcia a Terra, oramai definito e finanziato, e rivendicato da tempo dalle Organizzazioni Sindacali, sia un intervento impiantistico migliorativo per ottimizzare i livelli di combustione diffusa. Se anche questo non è più considerato un intervento esaustivo, allora bisogna confrontarsi a livello tecnico scientifico per trovare la giusta soluzione. L’alternativa, per quanto ci riguarda, non può essere la fermata degli impianti di Versalis che è bene ricordare a tutti quanti di conseguenza comporta, essendo il nostro Petrolchimico un sistema integrato, anche la fermata degli impianti di Enipower, di Basell, di ChemGas, di Syndial, di B.S.G e di JindalFilms, con relativo blocco di tutto un sistema dell’indotto”.

BrindisiOggi

 

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