Accreditato il registro tumori brindisino, ma le statistiche non bastano

ROMA-Finalmente anche Brindisi ha un registro tumori.  In realtà i dati ci sono da tempo, ma ciò che manca sono le politiche per la salute. Oggi arriva la conferma ufficiale sull’accreditamento del registro tumori brindisino.  I dati e lo stato dell’arte nazionale e della Puglia sono stati al centro dell’audizione alla Camera con Lucia Bisceglia, coordinatrice regionale Registro Tumori Puglia.  Lo rendono noto gli onorevoli democratici Elisa Mariano e Capone

“Un’audizione “interessante- affermano i due parlamentari- ricca di dati e informazioni, mai come adesso necessaria per comprendere esattamente la situazione pugliese e la sua evoluzione anche alla luce dei dati estremamente complessi e per molti versi allarmanti illustrati lunedì mattina dal Csa Lecce nell’ambito del Progetto jonico salentino.

“Nell’audizione odierna – sottolinea l’onorevole Mariano – abbiamo avuto conferma ufficiale dell’accreditamento del Registro tumori brindisino. Un’ottima notizia, che attendevamo da tempo e che consentirà ad un territorio così provato di avere un quadro di riferimento attendibile e validato scientificamente. E’ importante valorizzare quanto maturato sui territori per poter programmare al meglio, e il nostro lavoro in Commissione al riguardo ha anche questo obiettivo. Ci conforta in questo proprio l’esperienza del Csa che, benché nato da poco, dimostra di essere un modello ottimo che la Regione ora dovrebbe istituzionalizzare. Altre audizioni, inoltre, hanno sottolineato l’utilità e la fattibilità del referto epidemiologico comunale. Il professor Valerio Gennaro, Istituto tumori di Genova, ha portato ad esempio lo studio di mortalità generale per quartieri svolto a costo zero dall’associazione Salute Pubblica a Brindisi in base ai dati dell’anagrafe comunale, che ha permesso l’emergere di criticità in alcuni quartieri con problematiche socio-economiche. L’esperienza dimostra che i Comuni, senza costi aggiuntivi, possono tenere aggiornato uno degli indicatori più importanti di salute della loro popolazione ed effettuare, d’intesa con le Asl, approfondimenti di aspetti particolari. Ciò permetterebbe interventi di politiche sociali e urbanistiche coerenti con i dati più aggiornati ed è questo l’orizzonte verso cui dobbiamo andare”.

“Anche alla luce di quanto emerso nel corso della presentazione del Report Ambiente e Salute – aggiunge l’onorevole Capone – il nostro impegno è rafforzare il confronto già in atto con il Ministero della Salute perché possano essere garantiti tutti gli approfondimenti di carattere epidemiologico, confortati dalle risorse, necessari per una completa valutazione dei rischi sanitari rivenienti dall’esposizione della popolazione ai contaminanti, così come veniva indicato già nell’ordine del giorno presentato da me e da Elisa Mariano e fatto proprio dall’Aula della Camera già nel novembre 2014. In questo senso il modello pugliese illustrato oggi, con la rete dei registri provinciali coordinati dall’Istituto tumori di Bari, è ottimale perché coinvolge i territori e li fa dialogare, consentendo una lettura approfondita dei dati. Un sapere che non deve andare disperso”.

Insomma ora c’è anche il documento che sancisce i dati, ma le statistiche non bastano ci vogliono dei provvedimenti . Durante l’incontro a Lecce alla presenza dei vertici Asl, Arpa e Regione è l’alta presenza di mortalità per tumori in questa zona, ed è stata sancita la correlazione tra inquinamento ambientale e patologie tanto da parlare di decarbonizzazione in riferimento alla centrale Enel Federico II. Questa la richiesta avanzata anche dal presidente della Regione Michele Emiliano. La stessa Regione però che a dicembre scorso in fase di prescrizioni ad  Enel per l’Aia non ha mai parlato di riduzione del carbone, a differenza di quanto richiesto da Comune e Provincia di Brindisi alla società energetica.

BrindisiOggi

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