Affidamento diretto dei servizi comunali, Albano: «A Brindisi, sfigato chi rispetta la legge»

BRINDISI«Quello che colpisce in questa vicenda è la lentezza delle risposte dell’amministrazione nel compimento delle normali attività, quasi fosse affetta da un virus capriccioso che ne blocca temporaneamente l’azione fino a quando il tempo per l’espletamento delle normali procedure è scaduto, senza seguire le normali procedure». Vincenzo Albano, ex consigliere comunale brindisino del Partito Democratico, torna così su un argomento che, periodicamente, si presenta all’ordine del giorno nell’agenda politica e amministrativa del capoluogo messapico: l’affidamento di alcuni servizi senza la prevista gara per l’aggiudicazione.

«Credo che – spiega Albano –  ancora una volta, si possa agevolmente convenire che le cattive abitudini sono dure a morire. Per quanto si faccia, alla fine, si ripresentano, di soppiatto, quasi senza che nessuno se ne accorga. Questa volta c’è di mezzo il servizio di vigilanza, custodia e portierato degli uffici giudiziari, affidato anch’esso direttamente per 6 mesi senza aver espletato la regolare gara o meglio in attesa di espletarla. E non è detto che non venga ulteriormente  prorogato». L’accusa che l’ex consigliere muove a chi avrebbe il dovere di seguire le buone pratiche di trasparenza amministrative nel Comune di Brindisi è precisa: si aspetta l’arrivo della scadenza dei termini concordati per il servizio in questione per poter accedere alla procedura dell’affidamento diretto, senza passare per la gara, col pretesto di non avere il tempo a disposizione per espletare tutte le pratiche necessarie.

«Già in altre circostanze in cui erano stati effettuati affidamenti senza gara che hanno comportato il pagamento da parte del Comune di corrispettivi per diversi milioni di euro, l’Ici categoria D e l’impianto Cdr, avevo evidenziato che quella procedura eccezionale era vietata dalla legge e consentita solo in caso di estrema urgenza, dovuta a eventi imprevedibili, comunque non imputabili a comportamenti dell’appaltante. Sarebbe troppo facile, altrimenti, eludere la legge che, invece, deve essere rispettata da tutti, nel rispetto di tutti ma anche, come viene riportato sul sito del Comune “nel rispetto dei principi di non discriminazione, parità di trattamento e trasparenza”».

Albano, dopo aver sottolineato il notevole risparmio economico per le casse comunali nel caso di gare d’appalto programmate per tempo, passa in rassegna i precedenti di affidamento diretto verificatisi nella storia recente della città. «Già nel 2010, per l’affidamento dell’identico servizio di portierato e vigilanza degli uffici giudiziari,  avevamo rappresentato le nostre perplessità, anzi la nostra contrarietà, alla procedura adottata dalla giunta di allora che aveva autorizzato, senza gara, la proroga per un anno del servizio per un importo di circa 375mila euro. Non c’era il tempo, si diceva nella relazione, per effettuare la gara e le necessarie variazioni di bilancio, per cui, per  evitare l’interruzione del servizio, bisognava ricorrere all’affidamento diretto. Sicuramente non si poteva interrompere il servizio di vigilanza solo che, in quel caso, la scadenza del termine  del 30 luglio non era arrivata all’improvviso ma era già nota dal luglio dell’anno precedente».

L’esempio di cui sopra, secondo l’ex consigliere Pd, rappresenterebbe una prova della possibile volontà di qualcuno a ricorrere all’affidamento diretto o, nella migliore delle ipotesi, di una mancanza totale di programmazione della macchina amministrativa che, poi, produce come risultato uno spreco di denaro pubblico. «Per questo mi chiedo – ragiona Albano – se a Palazzo ritengono regolare questo modo di procedere o se, invece, siano state violate le disposizioni di legge e lesi i diritti di altre imprese alle quali non è stato consentito partecipare alla gara per tempo».

La chiusa dell’ex consigliere, poi, è un dardo scagliato in direzione del sindaco Mimmo Consales, alle prese, negli ultimi tempi, con grane che escono dal recinto politico e amministrativo. «Capisco che in questo paese, per i fatti che stanno emergendo da tempo, ogni giorno e a tutti i livelli, chiedere il rispetto della legge significhi esporsi al rischio di apparire oltre che ingenui, sfigati, nondimeno, però, mi sembra di vivere in una realtà dominata dal Grande Gioco dell’Oca, in cui nulla cambia, si ripetono sempre le stesse vicende, solo che, in questi casi, in cui si parla della gestione del denaro del cittadino, non si tratta assolutamente di un gioco».

BrindisiOggi

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