“Aiutateci perchè nel carcere ci sono altri carcerati”, l’appello raccolto da 50 volontari per i bambini dei detenuti

BRINDISI – ( da Il7 Magazine) Qualcuno al parco con il proprio papà non è mai andato, neanche a vedere una partita di pallone, un papà che non c’è neanche a tavola durante le feste. Ci sono centinaia di bambini che il proprio padre lo vedono solo poche ore al mese, devono oltrepassare un grande cancello, superare i controlli di sicurezza, per entrare in un grande edificio pieno di porte. Chi non è mai entrato in un carcere questo luogo può solo immaginarlo, ma ci sono bambini e adolescenti che hanno fatto di questo luogo una delle realtà della loro infanzia. Sono oltre 40 i bambini che settimanalmente si recano al carcere di Brindisi per fare visita al proprio padre. Sono quasi tutti del capoluogo e dei paesi della provincia. Ci sono da piccolissimi sino ai ragazzini delle medie. Quello di Brindisi è un carcere esclusivamente maschile, per andare a trovare le mamme bisogna andare a Lecce. Prima del colloquio attendono circa 20 minuti, a volte anche di più. L’attesa avviene in un giardino dove è stato allestito un gazebo con qualche gioco, una donazione fatta qualche anno fa grazie al ricavato di un mercatino organizzato dalla parrocchia della Pietà, mentre il giardino è stato reso più accogliente dalle associate del Soroptimist di Brindisi. Come si fa a spiegare ad un bambino il carcere?

Da nove anni qualcuno ci prova a rendere meno difficile questo passaggio al di là del duro cancello. Si  chiama “il carcere degli innocenti”, un progetto realizzato dal Csv Poiesis di Brindisi che vede a lavoro nella casa circondariale cinquanta volontari. Da giugno a settembre, quando chiudono le scuole, i volontari prestano la loro opera per assistere i bambini dei detenuti con giochi, laboratori e attività artistiche. “È un progetto che è diventato un percorso – spiega Rino Spedicato, presidente del Csv Poiesis – che sta coinvolgendo anche nuovi volontari, un’ esperienza importante anche per loro, un’opportunità per la cultura del dono e del dare senza ricevere. Non facciamo altro che donare noi stessi e la nostra compagnia a questi bambini”. Alla base di questa attività c’è una preparazione, i volontari stanno frequentando un corso, perchè non è facile rapportarsi con  bambini che si trovano in questa situazione psicologica. Il tema del progetto di quest’anno è l’arte per far riscoprire ai bambini il bello. Gli ospiti saranno impegnati in attività artistiche nella speranza di dar vita al meraviglioso pensiero di Dostoevskij per il quale “la bellezza salverà il mondo”. L’arte come strumento. I volontari del Poiesis hanno risposto all’appello lanciato nove anni fa da padre Giovannino, allora cappellano del carcere di Brindisi che durante un incontro chiese un aiuto: “Aiutateci, perché all’interno del carcere ci sono altri carcerati – disse il parroco – i bambini dei detenuti. Inventatevi qualcosa. Dateci una mano”. A quella richiesta anche quest’anno hanno risposto cinquanta volontari. “Non è facile – continua Spedicato – ma alla fine i bambini percepiscono queste attenzioni su di loro. Qualche anno fa al termine del percorso ci arrivò per tramite della direttrice del carcere un messaggio di gratitudine dei carcerati perchè i loro figli avevano parlato di noi. Questo  ci ripaga tutto e ci incoraggia ad  andare avanti. Un docente esperto di musicoterapia, analizzando dei disegni ha notato come dall’inizio del percorso al termine i disegni dei bambini sono cambiati. Questo è una segnale importante”. Nel carcere di Brindisi ci sono in media  200 detenuti al giorno, per la maggior parte sono del territorio, pochissimi gli stranieri. Finiscono in carcere per svariati reati. Ci sono tanti giovanissimi, la media dell’età si è abbassata, in molti non hanno più di 20 anni. Alcuni di loro in questi giorni sono a lavoro per ultimare un’area verde all’interno del carcere per ospitare i colloqui all’aperto, ma anche per dar vita ad un altro progetto dedicato alle famiglie e fortemente voluto dalla direttrice del carcere Anna Maria Dello Preite. “ In tanti stanno lavorando per questa area verde – spiega Dello Preite – ognuno di loro ha percepito una retribuzione, ma a parte questo, i detenuti ci hanno messo il cuore e l’anima”.  Da tempo è in corso il progetto “Altrove” un sostegno alla genitorialità che vede capofila la cooperativa Eridano con il sostegno dell’associazione nazionale Bambini senza sbarre. Si svolgono degli incontri settimanali tra esperti e un gruppo di papà per recuperare il ruolo di genitore, e ogni 15 giorni il mercoledì pomeriggio vengono organizzati dei laboratori con i papà e i bimbi.  Nei giorni di festa, come il Natale, la festa del papà o altre ricorrenze c’è il ricongiungimento dell’intera famiglia, agli incontri partecipano anche le mamme. E questo accadrà il 7 giugno prossimo proprio nell’aria verde realizzata dai detenuti.

Lucia Portolano

(per il7 Magazine)

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