Al Comune rinnovo degli incarichi dirigenziali, i sincadati: ” Più trasparenza”

BRINDISI- Sempre più tesi i rapporti tra i sindacati e l’Amministrazione Comunale di Brindisi. Durante la riunione per la proposta di proroga degli incarichi dirigenziali, la CGIL abbandona la seduta per protesta. Il sindacato più volte aveva chiesto all’Amministrazione di discutere “le problematiche concernenti il personale anche alla luce dei provvedimenti del Giudice del Lavoro di Brindisi – rimasti peraltro ineseguiti da parte della A.C. – che ha accolto i ricorsi promossi dalla C.G.I.L. per violazione dell’art. 28 della legge 300/70, relativi al conferimento dell’incarico dirigenziale del Settore Urbanistica ed all’istituzione del Settore Consiglio Comunale”. Al contrario se ci fosse stata questa possibilità, dicono, l’Amministrazione avrebbe potuto prendere in considerazione tutte le criticità che affliggono i settori comunali oltre a considerare una procedura d’evidenza pubblica  che permettesse una valutazione comparativa degli aspiranti alla copertura dei posti. All’ordine del giorno tuttavia c’era  la proroga dei dirigenti ex dotazione organica: Di Leverano, Padula, Nigro, Trane e  Costantini. Alla seduta comunque ha partecipato anche la UIL che ha rappresentato le proprie perplessità in ordine alla copertura finanziaria riferita al pagamento degli stipendi concernenti la proroga degli incarichi dirigenziali. Il sindacato tuttavia pere non abbia ricevuto risposta dalla parte pubblica, nonostante la presenza del Dirigente del settore Servizi Finanziari. Questo, ha detto la UIL, ha evidenziato ancora una volta  la necessità di conferire gli incarichi di posizione organizzativa sulla base dei criteri previsti dal regolamento, senza rinnovi automatici che non tengano conto delle reali competenze, professionalità e carichi di lavoro, del personale di Cat. D. “Corre l’obbligo- ha concluso il sindacato- di stabilire un percorso trasparente per giungere alla adozione dei provvedimenti di mobilità del personale, che siano motivati da effettive ragioni organizzative e non da volontà punitive o vessatorie nei confronti dei dipendenti”.

BrindisiOggi

 

 

 

 

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