Alla stessa ora dell’inaugurazione del FrecciaRossa i parlamentari a Lecce protestano sui binari

BRINDISI- A Bari si festeggia l’arrivo del FrecciaRossa e a Lecce si manifesta sui binari contro la decisione di Treni Italia di far fermare l’alta velocità al capoluogo regionale lasciando isolato il Salento. Due manifestazione alla stessa ora nello stesso giorno in due città diverse.  Dopo aver lanciato l’invito ai colleghi parlamentari salentini di boicottare l’inaugurazione della Linea veloce il senatore  Vittorio Zizza invita i colleghi a promuovere l’idea di una conferenza stampa dinamica, che si svolgerà sul piazzale  della stazione di Lecce dove successivamente si terrà un corteo lungo i binari per lanciare il messaggio che le strutture ferroviarie non sono morte, che la Puglia non termina a Bari. L’invito è stato già accolto dai deputati  Roberto Marti e Rocco Palese,  dal senatore Francesco Bruni, ed hanno assicurato la partecipazione il consigliere regionale Saverio Congedo, il sindaco di Lecce Paolo Perrone, vari componenti dell’amministrazione comunale di Lecce e di numerosi comuni della Provincia di Lecce, di Brindisi e di Taranto.

L’appuntamento è per venerdì  11 settembre ore 17,00 presso il piazzale della Stazione di Lecce, in contemporanea con l’inaugurazione della nuova linea veloce che si terrà a Bari.

Intanto fanno sapere che non ci saranno all’inaugurazione a Bari neanche i parlamentari del Pd Elisa Mariano e Salvatore Capone che hanno presentato un’interrogazione al ministero Delrio per sapere come “il ministro intenda salvaguardare le esigenze di un territorio meridionale e dei cittadini pugliesi e salentini, e se non ritenga necessario chiedere all’ad di Trenitalia di rivedere una politica aziendale che penalizza ingiustificatamente una intera porzione del territorio pugliese; se non ritenga necessario avviare un confronto con Trenitalia e le Regioni meridionali e nello specifico la Puglia perché, anche alla luce di quanto affermato nella presente interrogazione, l’investimento nel trasporto su ferro al sud possa adeguatamente essere riequilibrato a tutela di un diritto dei cittadini e di una più lungimirante politica di inclusione e coesione territoriale necessaria al paese oltre che alla regioni del Sud. Ed ancora se ritenga equa e corretta una politica del trasporto su ferro che assai frequentemente destina, come in questo caso, alle tratte meridionali, anche quelle dei “servizi a mercato”, treni dismessi sulle tratte settentrionali a fronte dello stesso costo passeggeri e se anche questa forma di evidente penalizzazione non contribuisca a creare territori di serie a e territori di serie b nell’ambito del sistema paese, colpendo per ciò stesso alla radice la logica stessa di sistema”.

BrindisiOggi

2 Commenti

  1. Tutti a Lecce per guardarci in faccia e vedere così chi realmente ha interesse alle sorti del salento.
    p.s.
    Ai brindisini,ai suoi amministratori ed ai politici di ogni colore:lasciamo almeno per un giorno le beghe personali,la conquista di un risultato se è frutto di sacrifici e non di regalie accresce la dignità della persona.Se non crediamo nel nostro futuro crediamo almeno nel futuro dei nostri figli.

  2. Che vi sia un paese di serie A ed uno di serie B ( cioè il Sud)è colpa di noi meridionali e dei politici da noi espressi (compresi quelli che faranno la manifestazione alla stazione). Premesso ciò, ricordo ancora una volta che Trenitalia, carrozzone pubblico dal passato fatto di voragini mostruose nei bilanci, cerca di darsi una imbellettata da azienda “privata” sciacquandosi la bocca con termini quali “mercato” di cui , con ogni probabilità, non recepisce a pieno il vero significato. Ciò in quanto l’epoca dello scialacquamento e dello sperpero volge al termine. Per cui bisogna pur darsi una “esteriorità” di azienda efficiente. E come fa? Taglia i rami secchi e chiede ( vedi GdM)alle amministrazioni locali le sovvenzioni per rimettere i treni. Ma ciò non sembra possibile in quanto sarebbe aiuto pubblico. Sarebbe? NO, E’ AIUTO PUBBLICO.Ma troveranno il modo di foraggiare il carrozzone: sui treni si gioca una partita elettorale importante. Treno si o treno no, sono voti che vanno e che vengono. Alla fin fine pagheremo sempre noi fessi: i treni vuoti al 90% tra Bari e Lecce ed i megastipendioni di chi è ai vertici di Trenitalia.

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