“Annessione del porto di Brindisi a Bari”, D’Attis lancia l’allarme, Consales se la prende con il Pdl

BRINDISI- Non è solo una dichiarazione di fine estate, l’ipotesi paventata da Mauro D’Attis di una cancellazione dell’Autorità portuale di Brindisi per un’annessione con quella di Bari sembra trovare fondamento anche nei fatti. Di tre authority in Puglia ne devono restare due. Il rischio c’è, eccome. Ne è consapevole anche  il sindaco Mimmo Consales che accoglie l’allarme lanciato dall’avversario di centrodestra ma non  fa mancare qualche critica.

 Il capogruppo del Pdl al consiglio comunale di Brindisi parla di disegno politico trasversale ed esterno per declassarne il porto del capoluogo messapico e fare in modo che l’Autorità portuale, in un piano di ridimensionamenti nazionale, sia annessa a quella di Bari. “Ci sono tanti elementi riscontrabili nei piani e nei programmi regionali e nazionali- afferma D’Attis-  ma anche in svariate dichiarazioni, che fanno intendere l’interesse di affossare Brindisi in nome dell’approccio al sistema dei porti e che in pratica determinerà la riduzione delle autorità portuali pugliesi a due (Bari e Taranto) con Bari candidata ad assorbire Brindisi. E’ un allarme che lancio a tutte le forze politiche del territorio, compresa la mia, e ai vari rappresentanti istituzionali, compreso anche Haralambides. Mentre a Brindisi si consumano le polemiche, fuori stanno decidendo il nostro futuro ma in peggio”.

Insomma nel piano di ridimensionamento  nazionale  il porto di Brindisi ricoprirebbe un ruolo marginale, tutto questo sarebbe celato dalle parole “sistema porti”. E il capogruppo azzurro fa riferimento proprio alle dichiarazioni del presidente dell’Autorità portuale di Bari Mariani che nel caso di Brindisi avrebbe  più volte usato il concetto  di “sistema porti”.

E che il porto di Brindisi sia in crisi lo dicono i fatti, basti pensare ai soli due collegamenti in tutta l’estate con solo due città della Grecia. Traffico non sostituito con nessuna alternativa.

Della situazione è più che consapevole il sindaco di Brindisi, che accoglie  l’allarme di D’Attis ma critica duramente gli avversari del centrodestra. Consales punta il dito sulla gestione Haralambides,  presidente nominato e sostenuto dal centrodestra. “Raccolgo l’allarme, stringiamoci al capezzale del porto- afferma il sindaco– consapevole che corriamo realmente  questo rischio, ma  fa specie che l’allarme venga lanciato  dal  Pdl,  forza politica che con il sostegno ad Haralambides ha fatto perdere 50 milioni di euro di investimenti al porto di Brindisi. Una gestione dissennata per una scelta dissennata,  che il Pdl ancora sostiene”.

Il primo cittadino se la prende con Haralambides e questi due anni di gestione intervallata anche dal commissariamento. “Il porto di Brindisi non è più competitivo- afferma Consales– è indietro rispetto a Bari e Taranto. Ma non possiamo accettare un declassamento, stiamo cercando di ottenere un tavolo presso il ministero allo Sviluppo Economico e alla Presidente del Consiglio per parlare nelle questioni Brindisi, e quindi anche del porto”

 Lucia Portolano

4 Commenti

  1. Se ciò dovesse accadere le dimissioni del “giornalista” oggi Sindaco, saranno consequenziali. Il pericolo maggiore è che questo Sindaco (personaggio oltretutto penosamente permaloso e privo di intelligenza critica) è bravo ad aprire parchi e parchetti, a metter quatto piastrelle sul lungomare (in sostanza è l’uomo dell’apparenza non dei fatti) ma resta un dilettante nell’ambito delle trattazioni filo-diplomatiche nel rapporto con le Istituzioni tutte.
    Che Bari sia una sanguisuga senza arte nè parte è un dato storico. ciò non toglie che chiunque azzardi a simili scempi dovrà fare i conti con i cittadini non certo con “Il giornalista”..

  2. Gentilissimi,
    parlare di lanterna in mano ai ciechi e’ cio’ che descrive di piu’ questa situazione.
    Per altro la fine delle province e il passaggio diretto sotto i capoluoghi di regione comincia a dare i suoi “Frutti”.
    Ringraziamo quei partiti che hanno voluto risparmiare sui conti di bilancio eliminando le provincie.
    Ringraziamoli, perche’ le loro segreterie regionali residenti nei capoluoghi di regione potranno finalmente ottimizzare gli introiti derivanti dai finanziamenti pubblici, dividendoli in tutto cio’ che serve a fare “santa” la politica.
    In fondo c’e’ una bella differenza qualitativa fra la classe dominante dell’antica Roma e quella attuale, loro che dominavano il mondo e conoscevano il valore del porto di Brindisi, questi attuali si fermano a qualcosa di molto meno…

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