Aphoteca, nuova mostra personale dell’artista brindisino Giuseppe Ciracì

URBINO- Aphoteca è la nuova mostra personale dell’artista brindisino Giuseppe Ciracì, a cura di Antonello Tolve e Luigi Bravi.che sarà inaugurata Sabato 3 settembrealle ore 18.00, negli spazi di Casa Raffaello, Bottega Giovanni Santi di Urbino.

L’ esposizione è organizzata da Accademia Raffaello in collaborazione con Kyro Art Gallery di Pietrasanta, galleria toscana che segue da tempo il lavoro dell’artista pugliese.

La mostra Apotheca, interamente dedicata alle opere nate negli ultimi anni, prende le mosse dal ciclo di carte intitolato Azzurro cielo e presenta una serie di dipinti, disegni polimaterici e collage molto coerenti per stile, tematiche e spirito creativo.

Allestita negli spazi dell’antica bottega di Giovanni Santi, al piano terra della Casa natale di Raffaello, la mostra vuole indagare e riflettere sul valore della pittura oggi, attraverso la rilettura della storia dell’arte antica e moderna. La bottega, come sinonimo di mestiere, diviene, in questo caso, luogo mentale di evocazione memoriale, di confronto e dialogo teso a immaginare altri mondi possibili, alla ricerca di ulteriori strumenti per interpretare il presente e indagare il futuro.

Giuseppe Ciracì – come si legge nello scritto di presentazione di Luigi Bravi, Presidente di Accademia Raffaello – “porta un’ondata di azzurro nella bottega di Giovanni Santi insieme agli abissi intatti dal Sole, le lievissime tonalità che scalano i colori del cielo, noti nel paesaggio urbinate dalle cortine delle file di colli che perdono d’intensità man mano che raggiungono il profilo dei monti, quella gradualità già nota a Giovanni Santi e persistente nelle elaborazioni di Raffaello. Il gioco che Ciracì attua sulle pietre miliari della storia dell’arte è metafora dello studio e interazione collaborativa con la natura, assimilata e tenuta insieme nel gesto creativo e creatore”.

Nella sua pittura, ricorrono lo stile figurativo e la ricerca concettuale, espresso il primo nei disegni su carta e acetato, la seconda nelle pagine stracciate da vecchi manuali di storia dell’arte, sottoposte all’azione atmosferica, del sole e della pioggia che trasformano i supporti e fanno virare i colori verso le tonalità del ciano. “A queste prime due operazioni” – come sostiene Antonello Tolve nel testo critico che accompagna la mostra –  segue, infine, l’interferenza con il presente, con la pittura e il disegno, con le immagini che Ciracì articola sul supporto – mani, piedi, corpi familiari – per creare interferenze costruttive tra passato e presente, per raggiungere un potente accavallamento narrativo (tra la storia dell’arte, la storia personale dell’artista, la storia della natura) fatto di leggerezze, di ombre e sembianze, di cose e parole, di collaborazioni metaforiche tra l’artista e gli agenti atmosferici”.

La creazione del mondo, 2021 olio, matita e pastello bianco, una porzione di pagina del libro esposta alle intemperie per diverse settimane e trasformata dal tempo applicata su tela, 24×18 cm

L’ombra dell’Angelo 2021, olio, disegno a matita, una porzione di pagina del libro esposta alle intemperie per settimane e trasformata dal tempo applicata su tela, 40×50 cm

Tra le mani custodiva le stelle 2021, olio, pastello bianco, una pagina del libro esposta alle intemperie per diverse settimane e trasformata dal tempo, 37 fori su tela, 50×40 cm.

BrindisiOggi

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