Autorità portuale, De Biasi: «Un programma condiviso, prima dell’accorpamento»

BRINDISI – È un appello a fare rete, a farla in fretta, rivolto a tutti, per impedire al porto di Brindisi di vivere una condizione di subordinazione rispetto a Bari, quello lanciato da Francesco De Biasi, presidente del gruppo consiliare “La Puglia prima di tutto” alla Regione Puglia. «La battaglia da condurre non riguarda il salvataggio delle poltrone ma il rilancio di un territorio che non può continuare a essere penalizzato da tagli indifferenziati che rispondono solo alla logica della riorganizzazione della spesa, senza minimamente tener conto delle esigenze della collettività. L’autorità portuale a Brindisi è solo una tessera del mosaico, ben più grande, che rappresenta il porto».  De Biasi, col suo intervento, mira a sottolineare l’importanza strategica del porto del capoluogo messapico e il ruolo di primo piano che esso dovrebbe interpretare nel rilancio di alcuni settori chiave per la crescita del territorio, anche alla luce degli ultimi risultati portati a casa, come la partenza, dal prossimo 13 aprile, delle crociere Msc, per restare in ambito turistico.

Questo non avverrebbe se l’importante infrastruttura fosse relegata in una posizione da comprimaria dal decreto Lupi che prevede l’accorpamento di alcune autorità portuali, passando dalle 24 attuali alle 14 previste. Brindisi, in quest’ottica, si fonderebbe con Bari, cedendo al capoluogo di Regione la centralità del ruolo. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, infatti, ha preannunciato che a giorni si provvederà all’accorpamento delle autorità portuali dopo il rinvio dei primi di settembre. Le operazioni si dovrebbero concludere entro la fine dell’anno, lasciando poco più di 3 mesi per un piano di difesa del porto di Brindisi. Secondo De Biasi, le istituzioni locali devono preventivamente cercare di comprendere qual è la logica dei tagli. «È evidente che non si può e non si deve ragionare nell’ottica del 3% di risparmio che ogni ministero deve garantire – spiega il presidente – altrimenti si rischia di creare un ulteriore danno alla competitività dei territori e, di conseguenza, del Paese. Brindisi ha un porto che finalmente è tornato a dare risposte dopo anni di problemi, come testimoniano gli ultimi dati ed è per questo che sarebbe delittuoso essere ricacciati indietro. E allora quello che serve è presentare al Ministero un programma a media e lunga scadenza nel quale si prova la volontà, e soprattutto la possibilità, di partecipare a pieno titolo a una strategia regionale e nazionale di intervento e rilancio in un settore fondamentale sotto il profilo turistico, logistico, commerciale e produttivo di un Paese come il nostro, che sta cercando faticosamente di uscire dalle secche della crisi».

De Biasi, quindi, rivolge un invito alla Regione Puglia, alle istituzioni locali, alle forze sociali e agli operatori economici affinché si chieda a stretto giro un confronto di merito, prima che la mannaia dei tagli cali su un territorio come quello brindisino, già duramente provato dalla crisi. «È una questione che riguarda il territorio – conclude De Biasi – e che quindi coinvolge tutti noi. Il porto di Brindisi per una sua naturale posizione geografica, per la sua storia e per le potenzialità che offre non può essere condannato a vivere di luce riflessa ma deve ridiventare un faro che segni la rotta da percorrere. Affinché ciò avvenga, nei tempi strettissimi che restano, tutti devono remare nella stessa direzione». La posizione di De Biasi, però non trova, almeno da quanto emerso dalla discussione portata avanti nel consiglio monotematico sull’argomento, l’appoggio dei parlamentari del Pd e dei suoi colleghi consiglieri regionali di entrambi gli schieramenti presenti ai lavori dell’assise. I parlamentari democratici Elisa Mariano e Salvatore Tomaselli, infatti, non sono sembrati convinti della necessità di difendere ancora l’autorità portuale brindisina dopo i tanti problemi vissuti in questi anni e gli stessi consiglieri regionali, anche di centrodestra, non hanno manifestato l’intenzione di prendere le parti di Brindisi. Bisognerà vedere se, ora, l’intervento di De Biasi riuscirà a spostare degli equlibri che, al momento, paiono ben definiti.

BrindisiOggi

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