Bimbo ingoia monetina, il racconto della mamma : “E’ entrato in sala operatoria con l’immagine del Cristo Crocifisso”

BRINDISI- (Da Il7 Magazine) “Ha stretto tra le manine l’immagine del Cristo Crocifisso ed è entrato in sala operatoria”. Così il piccolo Luca, il nome per tutela della privacy è di fantasia, ha affrontato domenica scorsa quell’intervento chirurgico che gli ha salvato la vita. Il piccolo , solo 4 anni, aveva ingoiato una moneta da cinquanta centesimi. A raccontare questa brutta disavventura è la sua mamma che per tutto il tempo gli è stata accanto. L’episodio si è verificato a Latiano, domenica 28 agosto, giornata in cui la comunità festeggia il Cristo Crocifisso. “Mio figlio, anche se piccolino, è molto devoto – dice la mamma- cresce in una famiglia cristiana, che ha molta fede e lui domenica era entusiasta di dover partecipare alla processione che si sarebbe tenuta la sera tanto che già dal mattino era voluto andare in chiesa”. La comunità di Latiano è molto devota al  Cristo Crocifisso che è custodito nella Chiesa Madre di Latiano. Questi è un crocifisso ligneo del XVI secolo a cui è collegata una leggenda: una carovana di zingari che pernottava per qualche giorno in una locanda, al momento della partenza, non riuscì a sollevare dal suolo una delle loro casse piene di mercanzie, pertanto i nomadi decisero di alleggerirla togliendone qualche oggetto. La cassa venne sollevata dal suolo solo quando ne fu estratto un Crocifisso nero. Fu chiesto l’intervento del parroco che portò la statua in processione e gli zingari cedettero ai latianesi il crocifisso a cui tolsero un dito della mano destra. Agli inizi del XVI secolo fu appunto costruita la chiesa in onore del Crocifisso nero che divenne il protettore della città. Nella chiesa si conservano le reliquie della Santa Croce e della Santa Spina di Nostro Signore. Così il piccolo Luca domenica mattina era voluto andare in chiesa. “Lo avevamo portato in chiesa- racconta la mamma- aveva acceso una candela e poi aveva voluto prendere una immaginetta del Cristo Crocifisso da tenere con sé. Tutto questo con l’ansia e la gioia di dover poi partecipare la sera alla processione”. La domenica come di consueto il piccolo era a pranzo con tutta la famiglia, nonni e zii compresi. Nella serenità di quei momenti nulla lasciava presagire cosa sarebbe accaduto da lì a poco. “Ad un certo punto mio figlio mi ha chiesto una moneta da mettere nel salvadanaio- dice la madre- gli ho dato cinquanta centesimi e lui felice è andato a giocare. Aveva il telefonino in mano e si è steso sul divano. Pensavamo volesse riposare. Poi all’improvviso si è alzato di scatto tossendo”. Il bambino istintivamente chiede aiuto ai genitori, la famiglia è tutta intorno e all’inizio non si comprende cosa abbia il piccolo. “E’ stato un attimo, lui si stringeva la gola con le mani ed io in quel momento gli ho chiesto dove fosse la moneta”.  Evidentemente il bimbo mentre era steso sul divano aveva tra le mani la monetina, una distrazione e la cinquanta centesimi potrebbe essere finita in bocca. In ogni caso la prontezza del piccolo nel chiedere aiuto è stata fondamentale. “Quando abbiamo intuito cosa stava accadendo ci siamo preoccupati- dice la donna- abbiamo chiamato il 118 mentre mio padre ha cercato di aprire la bocca di mio figlio nella speranza di individuare la moneta”. Il nonno tenta di soccorrere il bambino ma evidentemente la monetina era già scivolata in fondo alla gola. “I medici dell’ambulanza mentre arrivavano dicevano al telefono: signora stia tranquilla , controlli che il bimbo riesca a respirare”. In pochi minuti i sanitari sono sul posto e prendono in incarico il piccolo. I parametri vitali, nonostante tutto, sono buoni, e comincia la corsa in ospedale. Il bambino viene portato all’ospedale Perrino di Brindisi dove una equipe è già pronta. “Sono stati eccezionali, tutti- dice la madre- le infermiere, i medici. Si sono subito occupati di mio figlio. C’è stato un primo tentativo di estrarre la moneta ma poco dopo si sono accorti che era scivolata più giù. A quel punto hanno deciso di portarlo di Chirurgia”. I medici hanno cercato di operare in maniera meno invasiva possibile e aiutare il piccolo . “Era pronto per l’intervento e lui stesso mi ha chiesto di poter tenere in mano l’immaginetta di Cristo Crocifisso. La stessa immaginetta che aveva preso al mattino in chiesa. Sembrava rincuorato di tenerla con sé”. Piccolino ma anche tanto forte , forte di una grande fede  trasmessa dalla sua mamma e dal suo papà, il bambino ha affrontato l’intervento che fortunatamente è andato a buon fine. “Mentre operavano mio figlio- racconta la mamma- a Latiano si svolgeva la processione per il Cristo Crocifisso. Le mie amiche mi scrivevano che mi erano vicine e stavano pregando per il mio bambino. Ho sentito l’affetto di tutta la comunità”. Anche  Don Salvatore Rubino, parroco della Chiesa Madre,  è stato informato delle condizioni del piccolo. “Ero impegnato nella processione- dice Don Salvatore- ho letto i messaggi solo dopo. Ma la comunità si è sentita vicina alla famiglia. E’ sorprendente che un bimbo così piccolo abbia voluto portare con sé l’immaginetta del Cristo, è stato proprio un volersi affidare al Signore. E’ evidente che la famiglia ha saputo trasmettere la fede e i valori cristiani nella semplicità dei piccoli gesti quotidiani”. La famiglia del bimbo non è stata lasciata sola e l’intero paese ha fatto sentire il proprio affetto, segno di una comunità che crede, si affida alla fede e coltiva l’amore per il prossimo. Il lieto fine , quindi, c’è stato. L’intervento è riuscito grazie ai bravi medici del Perrino che non hanno esitato ad intervenire. Il bimbo , essendo stato sottoposto ad una operazione non invasiva. Il piccolo ha voluto ringraziare personalmente il Cristo Crocifisso e non avendo potuto  partecipare alla processione ha voluto recarsi in chiesa e donare quella famosa  moneta da cinquanta centesimi che tanto lo ha fatto tribolare. “Sono rimasto davvero meravigliato- dice Don Salvatore- il gesto di donare la moneta è stato come un voler restituire qualcosa. Avere la consapevolezza che il Signore c’è”.

Lucia Pezzuto

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