Il biologico a tavola, nasce Mulinum Mesagne

MESAGNE – Un mulino a pietra per macinare grani antichi per mantenere la vocazione del territorio intatta, così come le sue tradizioni, a sostegno della salute dei consumatori, il progetto “Mulinum” è arrivato anche a Mesagne, dove ha trovato terreno fertile per dare vita ad un nuovo corso, presentato presso l’auditorium del Castello.

Quello che si sta costituendo a Mesagne sarà il terzo mulino a livello nazionale, primo in Puglia, unico in provincia di Brindisi della famiglia di Mulinum, nata dalla mente di Stefano Caccavara, classe 88, originario di San Floro, comunità agricola a pochi chilometri da Catanzaro.

In territorio mesagnese il mulino, con un laboratorio di trasformazione delle farine, sala degustazione e zona per la commercializzazione dei prodotti da forno, verrà realizzato su una superficie di 400 metri quadri a circa 6 chilometri dal centro abitato, sulla Mesagne – San Vito Scalo, un punto strategico sulle direttrici che conducono a Brindisi, Bari e Taranto. Il terreno è di proprietà della nota famiglia di imprenditori agricoli Campana, dell’azienda agricola Baroni Nuovi, tra i primi sostenitori della start up in terra messapica insieme all’associazione Apulia Food and Tourism, che attraverso Cosimo Blé e Piero Pasimeni  ha portato Stefano in città e fatto conoscere ai primi investitori.

La presentazione

Ad oggi, il progetto è coperto al 70% da venti co-fondatori locali, ma sono diversi i nuovi investitori che già nella serata di ieri hanno avanzato la volontà di partecipare alla creazione del Mulinum Mesagne, che garantirà un prodotto biologico certificato, con una previsione di assunzione di sette persone e la creazione di una filiera con decine di imprese agricole biologiche pugliesi.

Attraverso Mulinum, che in Calabria è già realtà e in Toscana è ai primi passi, per Mesagne si affaccia la possibilità di tornare ad occupare nuovamente le alte posizioni del Made in Italy agricolo, così come avvenuto nei decenni passati. Un gruppo di imprenditori locali del settore e non ha deciso di investire nell’idea di Caccavara.

Stefano Caccavara

Cresciuto con i nonni tra i campi e con alle spalle gli studi di Economia aziendale, Stefano è partito dalla costituzione degli orti di famiglia per salvare la zona di San Floro dal destino quasi segnato di trasformarsi nella discarica di Battaglina. Un’idea di rilanciare il proprio territorio che ha trovato nei social network una spinta propulsiva e, dopo un’azione legale vinta, la zona è stata trasformata in un’oasi agricola campi condotti dallo zio Franco e in cui gli affittuari dei terreni potevano contare su verdura biologica. Da lì, l’idea di mangiare un pane che fosse quanto più simile a quello dei propri avi. Nasce così Mulinum San Floro, dal basso e senza aiuti europei, una soddisfazione per Stefano.

“Che motivazione ha ad alzarsi dal letto un contadino se sa che per i suoi campi, anche senza coltivazione, riceve comunque un contributo? – spiega Stefano – Tutti coloro che amano la  terra hanno deciso di investire nella mia idea imprenditoriale perché si tornasse a mangiare sano, senza sottostare alle logiche dei grandi numeri delle industrie alimentari che raffinano le farine”.

La particolarità dei mulini è la macina in quarzo francese, una pietra che non surriscalda il prodotto né lo frantuma. Il risultato è, in generale, una resa inferiore rispetto ai grani ogm ma di qualità pura, poiché i grani coltivati e macinati sono quelli della vera tradizione del territorio, e prodotti che tornano

Nei prossimi giorni, si formalizzerà tutto dal notaio con la costituzione ufficiale della società a responsabilità limitata agricola.

Agnese Poci

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