Calcio scomesse: l’accusa chiede l’esclusione del Brindisi dal campionato di serie D- Flash

ROMA- Le indiscrezioni preparavano già l’ambiente al peggio, e le richieste di Palazzi hanno confermato le paure: il Brindisi dovrà essere escluso dal campionato di Serie D e dovrà ripartire dal campionato regionale di Eccellenza con una penalità di 10 punti. Ovviamente si tratta solo della richiesta, ma pare che abbia influito molto sulla decisione il fatto che il Brindisi sia arrivato al giorno della sentenza senza un legale. Dopo l’intensissima giornata di ieri, la sentenza per il processo ‘Dirty Soccer’ continua oggi: il procuratore federale Stefano Palazzi ha esaminato la posizione del Brindisi, immischiata in questo scandalo scommesse accusata di aver comprato due partite: le gare in questione sono Brindisi-San Severo (terminata 2-1) e Pomigliano-Brindisi (terminata 0-4), anche se in quest’ultima gara non ci sono le prove necessarie per parlare di combine. E così, la richiesta avanzata alla Corte Federale è l’esclusione dal campionato di Serie D e una penalità di 10 punti nella prossima stagione.

Giorgio Flora e Savino Daleno (ex vice presidente e ds della società) , oltre ad una lunga squalifica (5 anni), dovranno pagare una multa di 90.000 per il primo, e di 35.000 per il secondo. Insomma, mazzata pesantissima per la formazione biancoazzurra, che presentandosi senza legale, ha ulteriormente peggiorato la sua situazione, ritenuta una delle più gravi. Entro il 17 ora si attende il giudizio finale, che metterà fine al processo di primo grado: successivamente, il Brindisi dovrà iniziare a prepararsi per il ricorso dove potrà chiarire la sua posizione cercando di alleggerire la pena. In pochi in società infatti credevano nella possibilità di salvare la Serie D.

La vicenda Antonio Flora è stata stralciata, se ne discuterà in altra sede.

A
Antonio Solazzo.

1 Commento

  1. La responsabilità oggettiva non può essere della Città quale detentrice del titolo sportivo. C’è qualcosa che non funziona: si dovrebbero condannare i dirigenti a pene più severe condannandoli anche alla esclusione da qualunque attività sportiva e amministrativa, ma salvaguardare la Città che è parte lesa.

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