Il cammino di Santiago in bici: un racconto per immagini lungo 3550 chilometri

latiano scattiadueruote (19)LATIANO – Percorrere 3550 chilometri in bicicletta e non essere un ciclista professionista che si prepara al Giro, al Tour o alla Vuelta, non è cosa da tutti. Eppure c’è qualcuno che quest’idea, non solo l’ha accarezzata ma l’ha nutrita, l’ha elaborata, l’ha messa in pratica ed è anche ritornato a casa, sano e salvo, con qualche chilo in meno e tante energia in più. Il concetto di base, realizzare quest’impresa, è maturato e si è sedimentato nel tempo: la prima pedalata risale al due luglio scorso, l’ultima, probabilmente, non è ancora arrivata anche se il rientro dal viaggio è avvenuto ormai da qualche giorno. Daniele Errico, il fotografo bolognese ma latianese ormai da più di 30 anni, non ha perso la voglia di pedalare e scattare anche dopo il ritorno in patria dall’impresa compiuta a cavallo tra luglio e agosto: il 49enne, accompagnato dal figlio Riccardo di 19 anni, ha percorso 3550 chilometri in bicicletta, partendo da Latiano e finendo a Santiago de Compostela.

latiano scattiadueruote (16)Una versione del “camino” personale, com’è giusto che sia, che il fotografo ha condiviso, pedalata dopo pedalata, con amici e sostenitori, grazie ai video e alle foto postate in tempo reale sui social network e sull’applicazione per smartphone e tablet da lui creata per l’occasione: “Scattiadueruote”. Il nome dell’app è lo stesso del progetto che ha permesso la realizzazione di uno dei sogni di Errico: l’impresa, infatti, è stata possibile grazie al crowdfunding, una modalità di finanziamento orizzontale che permette a chiunque di chiedere un contributo alla rete. «Se non avessimo avuto gli sponsor e i finanziatori che abbiamo avuto grazie al crowdfunding, questo progetto non avrebbe mai visto la luce».

latiano scattiadueruote (1)Errico ha utilizzato la nuova forma di finanziamento che, giorno dopo giorno, prende piede in internet, consentendo a chiunque di realizzare i propri sogni. Alcuni siti specializzati offrono la possibilità di presentare agli utenti il proprio progetto e di ricevere contributi per la sua realizzazione: Errico, in particolare, ha offerto, in cambio degli oboli in favore della sua causa, di fornire ai microfinanziatori un dvd con i video e le foto del suo viaggio e un libro che racconta i 60 giorni passati in sella a una bicicletta col figlio accanto. L’iniziativa, almeno per l’idea di Errico, è stata un successo e rappresenta un possibile metodo innovativo per reperire fondi da investire in ogni tipo di trovata. Lasciare andare la mente, farla girare a mille, trovare un’idea, proporla, raccogliere i contributi e realizzarla. Rendere reali i propri sogni non è mai sembrato tanto semplice.

latiano scattiadueruote (8)L’idea al fotografo, però, arriva in maniera un po’ più complessa e contorta di quello che potrebbe apparire. «Era da un po’ che vivevo con malessere la mia condizione di fotografo freelance e cotitolare di un’agenzia di comunicazione – spiega Errico – Son tempi duri per tutti ma chi opera nel nostro settore ha sentito la crisi in maniera davvero massiccia. Ogni giorno che passava era come una goccia che si aggiunge al classico vaso che, via via si riempie. Un giorno, poi, sono stato colto in fallo e mi hanno ritirato la patente per 6 mesi: questo ha colmato la misura e mi sono deciso a partire». Errico quindi ha coinvolto il figlio in quest’avventura. «All’inizio – ricorda Riccardo – ho pensato “questo è scemo”. Poi, conoscendolo un po’, ho capito che faceva sul serio e ci ho voluto provare. Mi sono dato delle tappe per vedere se riuscivo a superare i miei limiti. Una volta giunto a Roma, però, ho capito che sarei arrivato in fondo».

latiano scattiadueruote (4)Errico e suo figlio hanno presentato, martedì sera, la loro avventura al Free Park di Latiano dove hanno raccontato aneddoti, curiosità, difficoltà, momenti belli e duri di un cammino che, c’è da scommetterci, rimarrà impresso nelle loro memorie per sempre. «Abbiamo incontrato tanta gente fantastica: un professore della Statale di Milano che ha percorso il cammino in carrozzella; un pianista polacco che viaggiava con una di quelle biciclette dalle ruote piccole, salvo poi scoprire, quando ci ha passato in salita, che aveva il motore; artisti, devoti, ubriaconi e qualcuno che pensava di fare una passeggiata di salute. Un microcosmo di umanità varia che variamente reagiva alle difficoltà e agli stimoli che il cammino offre».

Tra le domande che amici e sostenitori hanno sottoposto alla coppia di ciclisti, che per latiano scattiadueruote (6)molte delle circa 60 notti passate nel raggiungere Compostela hanno fatto esperienza di campeggio libero, una delle più ironiche, ad esempio, ha riguardato l’espletamento dei bisogni fisiologici. «Come nel resto delle cose, lo spirito di adattamento deve prevalere su tutto – sentenzia Riccardo – Un aneddoto, però, mi va di raccontarlo: una notte ci siamo accampati in  un luogo che pareva isolato, in Francia. Al mattino, ci siamo accorti che eravamo ai piedi di un villaggio di quattro case. Papà, quindi, s’è appartato il più possibile per fare i suoi bisogni e non essere visto da nessuno. A un certo punto, ho sentito urlare: era caduto col sedere al vento su un cespuglio di ortiche. Penso che, per lui, quello sia stato il giorno più lungo».

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