Case popolari alla Torretta, i nuovi inquilini si lamentano: “Affitti esorbitanti”

Documentario Norman Atlantic

BRINDISI- (Da Il7 Magazine) Case popolari, per i nuovi  appartamenti alla Torretta il Comune di Brindisi chiede affitti sino a 350 euro, monta la protesta degli assegnatari. Hanno atteso anni per avere un alloggio dignitoso ed ora a poche settimane dalla consegna i nuovi inquilini dei cinquanta alloggi popolari realizzati alla zona Torretta del quartiere Paradiso a Brindisi, si sono ritrovati davanti a contratti di locazione con un canone, a loro dire, ben oltre la loro portata. Il complesso della Torretta, appena finito di costruire,  comprende cinquanta appartamenti nuovi di zecca, quattro edifici  con case di diversa tipologia dai 45 ai 90 metri quadrati. Alcune  sono state realizzate per ospitare famiglie che hanno componenti diversamente abili. Sui terrazzi sono stati installati i pannelli fotovoltaici per il riscaldamento dell’acqua ed i solai  dotati di cappotto termico. Qui andranno ad abitare le trenta famiglie che attualmente risiedono nelle baracche di Parco Bove e che hanno dimostrato di avere tutti i requisiti necessari per l’assegnazione, oltre ai primi venti nuclei famigliari che risultano aventi diritto nella graduatoria redatta dal Comune di Brindisi nei mesi scorsi e diventata definitiva nelle ultime settimane.  Una graduatoria che conta 417 aventi diritto per i quali il Comune ha una disponibilità al momenti di soli 60 appartamenti, inclusi gli immobili alla Torretta. La consegna degli appartamenti inizialmente era prevista a settembre scorso, poi per problemi legati all’allaccio della corrente elettrica è slittata ai primi giorni di ottobre. Ma a Novembre la società elettrica ha chiesto cinque settimane di tempo al Comune per risolvere i problemi tecnici. Arriviamo così a dicembre, le famiglie in attesa di alloggio, in particolare quelle residenti ancora a Parco Bove, si preparano così a trascorrere un altro Natale nelle baracche. Baracche in cui vivere oramai è diventato impossibile e per le quali  il Comune di Brindisi, come proprietario, ha chiesto in questi anni ai residenti il pagamento di un canone perché si trattava nella fattispecie di case popolari. Su trenta famiglie ancora residenti in questo tugurio, oltre la metà ha canoni di locazione da saldare per diverse migliaia di euro. Una situazione tutt’altro che semplice se si considera che si tratta di famiglie disagiate e quasi tutte a reddito zero. Resta il fatto che il saldo del pregresso è la “conditio sine qua non” per avere le chiavi dei nuovi alloggi. Non solo in questi anni le amministrazioni che si sono succedute al Comune di Brindisi non sempre hanno garantito la manutenzione delle abitazioni di Parco Bove che a conti fatti sono delle vere e proprie baracche risalenti ai primi anni trenta, lo dimostra, semmai non fosse sufficiente lo stato evidente di degrado, anche  la presenza dell’amianto che non è mai stato rimosso, tettoie  tubature sono ad oggi ancora in eternit e nessuno ha mai fatto nulla per rimuoverlo. L’amministrazione comunale, così,  chiede di saldare i canoni arretrati prima di consegnare le chiavi dei nuovi alloggi versando il venti per cento del dovuto subito ed il resto rateizzandolo in settanta mensilità che si andranno ad aggiungere al nuovo canone di locazione. A proposito del nuovo canone il Comune sta convocando gli assegnatari per la firma del contratto di locazione. Qui la sorpresa, molti si sono ritrovati davanti a canoni, a loro dire, decisamente alti, oltre le loro possibilità economiche. Per una casa di 45 metri quadri destinata ad una famigliola da due e tre persone è stato chiesto un canone di 275 euro al mese. Considerando anche l’obbligo di dover versare due mesi anticipati, i conti per queste famiglie non tornano. “I canoni di locazione vengono calcolati sulla base di una legge regionale, la numero 10 del 2014, che stabilisce i criteri di calcolo- spiega la dirigente dell’Ufficio Patrimonio e Casa, Gelsomina Macchitella- In realtà noi non facciamo altro che inserire i dati relativi all’assegnatario in un software che in automatico calcola il canone da pagare”. L’affitto per le case popolari viene calcolato sulla base del reddito dell’assegnatario, sul valore dell’immobile e quindi la rendita e l’anno di costruzione, sulla metratura. Ora con riferimento al complesso abitativo della Torretta trattandosi di abitazioni di nuova costruzione va da sé che il loro valore sia ben differente da alloggi popolari realizzati quaranta anni prima.  Inoltre nel calcolo del canone si tiene conto non solo del reddito dell’assegnatario che magari può essere pari a zero ma anche di altri eventuali redditi dei conviventi e della presenza di figli a carico, minori e diversamente abili.

A fronte delle richieste avanzate dal Comune ai nuovi assegnatari degli alloggi alla Torretta vi sono, al contrario, situazioni dove legittimi inquilini a vent’anni dall’assegnazione della casa popolare non hanno ancora versato un centesimo perché manca il contratto di affitto. E’ il caso, a dir poco paradossale, delle case popolari al rione Sant’Angelo. Qui , per indisponibilità dell’amministrazione comunale, gli assegnatari che vivono regolarmente negli appartamenti, non hanno mai firmato il contratto di locazione e di conseguenza non hanno mai pagato nulla. Il Comune si è sempre giustificato dicendo che negli Uffici del Patrimonio e Casa non vi era personale a sufficienza che si potesse occupare di questo problema e gli anni nel frattempo sono trascorsi creando un buco da milioni di euro nelle casse comunali per i mancati introiti.

Lucia Pezzuto per Il7 Magazine

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